Michela Tamburrino per ''La Stampa''
fabio volo untraditional 13
Che cosa hanno in comune Elena Ferrante e Fabio Volo? La vetta delle classifiche dei libri più venduti. Fine della similitudini. Piacciono per motivi diversi, assecondano gusti antitetici, parlano alla pancia del Paese, l' una spostata a Sud e l' altro a Nord, uno presenzialista nelle svariate sfaccettature dei suoi talenti e l' altra che alimenta il mistero negandosi. Basta per essere fenomeni editoriali?
Ferrante, già in classifica a poche ore dall' uscita di La vita bugiarda degli adulti (ed.
elena ferrante cover
E/O), si porta dietro un plauso internazionale come raramente capita. In più è stata capace con le sue storie forti, a tratti urticanti, di acchiappare persino chi dai libri colti, o definiti tali, si tiene a distanza. In piccola parte aiuta il mistero che si cela dietro quel nome, fonte di indiscrezioni, indagini, curiosità. Sicuramente ha aiutato il successo enorme della trasposizione televisiva della saga L' amica geniale, coproduzione internazionale che ha richiamato giornalisti da tutto il mondo a caccia di indiscrezioni sul set napoletano.
Però la sua fama è precedente, tanto da essere considerata dalla collega pluripremiata Elizabeth Strout, già anni addietro, tra le più influenti scrittrici del mondo.
Fabio Volo dal canto suo vanta un successo personale regalato dal cinema, dalla radio, dalla televisione e ora anche dal doppiaggio benefico.
Più nazional-popolare, con Una gran voglia di vivere (Mondadori) ha ripreso smalto letterario dopo aver abdicato per un periodo ad altre forme di presenza. Fa ridere, fa commuovere, fa pensare senza scervellarsi, la sua prosa è piana e non necessita di interpretazioni astruse. È quello che appare ed è quello che scrive.
ELENA FERRANTE
Tutti e due sono in promozione. Lei si è affidata a reading notturni organizzati dagli adepti in attesa dell' uscita del libro, lui sta più prosaicamente girando l' Italia delle librerie ma fa pienone lo stesso.
Per cercare di capire che cosa porti Elena Ferrante e Fabio Volo costantemente in vetta alle classifiche per mesi, abbiamo scomodato il maestro dell' editoria italiana, Gian Arturo Ferrari. «Io non parlerei di grandi novità. Per essere dei fenomeni sono vecchi tutti e due. Hanno già scritto molti libri e hanno già detto, se non tutto, molto. Alle spalle hanno una lunga storia di libri usciti a cadenza. Il pubblico sceglie, e non sempre la stessa pietanza, perché non va inteso come un monolite, non è da escludere che lo stesso lettore legga l' uno e legga l' altra. Non ci vedrei nulla di strano. Abbiamo infiniti palati che non seguono una sola modalità stilistica. Il libro non è roba sacra ed è perciò che sopravvive. È adattabile, serpentesco, si insinua per rimanere. Definire le caratteristiche degli autori che hanno avuto molto successo è sempre stato difficile».
Nel nostro caso, se Volo appare molto, Ferrante si nega moltissimo, fino alla propria identità: «Hanno due modalità di distinguersi diverse, Volo c' è, Ferrante è avvolta dal mistero. Marketing differenti».
ELENA FERRANTE COVER
Roberto D' Agostino non si capacita del fatto che si debba a forza scegliere un gusto preferito: «C' è un assolutismo che regna ovunque e che soffoca una società contraddistinta dal risentimento, dal rancore per chi vende. Pochi si arricchiscono con i libri e il 95% odia chi ha successo. Una volta gli haters erano confinati nel mondo dei social, oggi si sconfina nella società del rancore.
A che serve dire che un tempo c' era Dante e oggi Volo? Che un tempo c' erano i Beatles e oggi Sfera Ebbasta? Se si crea qualcosa che mi dà piacere, che sia benedetto a prescindere, e forse per questa facilità dell' approccio la gente sente Volo più vicino». La società di oggi crudele, volgare, violenta? «Ma le polemiche sono sempre esistite. Pasolini che non ebbe lo Strega si mise a scrivere male dello Strega. Un rodimento costante. La verità è che gli scrittori sono tutti miracolati. Come diceva Flaiano, "leggere è niente, il difficile è dimenticare quello che si è letto"».
anita raja
Aiuta essere molto presenti o l' assenza giova? «Meglio non conoscerli, ne sono sempre rimasto deluso». Eppure proprio Roberto D' Agostino ha scritto per primo, sul suo sito Dagospia, l' ipotetico nome dell' autrice che si cela dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante: «È stato un gioco. L' importante è la pagina che hai davanti».
Romano Montroni, presidente del Centro per il Libro e la Lettura e libraio a sua volta, fa dei netti distinguo: «Ferrante e Volo? Hanno due pubblici diversi. Fabio Volo era calato nell' appeal ma con Una gran voglia di vivere ha ripreso smalto e ha riscosso entusiasmo in giro per l' Italia. Ferrante sfrutta la notorietà di questi anni ma non basta la storia passata in letteratura, bisogna saper mantenere il successo tenendo alto l' interesse che va da lettore a lettore». Così è con i blogger come Giulia Ciarapica che si professa appassionata della Ferrante, «Volo allieta e intrattiene, chi si rivolge a Ferrante cerca soprattutto risposte».