Antonio Dipollina per “la Repubblica”
PAOLO PAOLONI
Luciano Salce, regista, e Paolo Villaggio azzeccarono tutto, ma proprio tutto in quel primo Fantozzi (1975). E quindi presero in pieno anche la scena finale, quando un Fantozzi barricadero e irretito dal nuovo amico extraparlamentare di sinistra si trova al cospetto dell'Altissimo - via via invocato come Santità, Onnipotente: ovvero il Megadirettore Galattico, ovvero ancora il Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam.
Al secolo Paolo Paoloni, attore col fisico del ruolo - ricordava vagamente qualche grandissimo padrone dell' epoca? - e scolpito per sempre da quella scena in cui Fantozzi crolla di schianto di fronte all'esistenza effettiva della poltrona di pelle umana (era il ragionier Porelli della contabilità) e all'acquario personale del Mega, quello dove nuotano i dipendenti e dove Fantozzi si tuffa infine felice, per assolvere al ruolo di triglia.
PAOLO PAOLONI
Paolo Paoloni se n'è andato ieri, aveva 89 anni, era di origini marchigiane ma nato in Svizzera: in curriculum decine di parti in commedie degli anni d'oro - in regia nomi come Fellini o Monicelli, oltre che il ritorno in altri episodi della saga fantozziana - con annessa popolarità tv che risale al Cuore di Comencini e a un recente Don Matteo e così via.
Ma la perfezione di quel ruolo storico non si cancella e tutto alla fine riporta lì: a quello studio asettico ma feroce, come era nelle intenzioni anche il personaggio del Megadirettore, affabile ma in realtà despota senza scrupoli e compiaciuto nel mostrare i trofei del potere e a concedere benevolenza a patto che dall' altra parte si proseguisse nel mantenere "fedeltà assoluta".
PAOLO PAOLONI
Quella del Fantozzi intimidito quando il Megadirettore gli rivolge la domanda fatale: "Ma lei quindi è davvero comunista?" (e si sentono tuoni spaventosi dall' alto) con il travet più famoso della nostra storia che inizia la sua marcia indietro ritrovando l' adorazione coatta al potere. Paoloni non poteva immaginarlo allora, ma sarebbe diventato molto più che un simbolo, dentro migliaia di repliche in tv o nei filmati brevi di Youtube: a ricordarne una caratterizzazione che però oggi sa davvero di archeologia sociale, oltre che di perfezione del racconto comico di una volta.
PAOLO PAOLONI PAOLO PAOLONI