Sara Perria per www.lastampa.it
protesta della popolazione in myanmar
Dopo giorni di disobbedienza civile e percussioni di pentole, questa mattina i birmani si sono riversati nelle strade della capitale commerciale Yangon. Poco dopo, i militari hanno imposto alle compagnie telefoniche di staccare internet. Le motivazioni ufficiali, spiegate in un comunicato dell’azienda Telenor, sono risibili: “circolazione di notizie false, stabilità della nazione e interesse pubblico.”
myanmar minfestanti
Nei giorni scorsi si era cercato di ridimensionare l’accesso a Facebook, popolarissimo in tutto il Paese. Poi è stata la volta di Twitter, dove molti erano migrati condividendo video e foto delle proteste. Ieri i parlamentari eletti e censurati dai militari avevano anche deciso di sfidare il nuovo regime convocando un’assemblea virtuale su Zoom, poi riuscendo a postare il video online poco prima che internet venisse staccato.
myanmar proteste
In molti temono che questo sia il preludio di un giro di vite contro i manifestanti, ma finora i militari sono stati cauti, puntando sul contenimento delle informazioni.
Secondo il settimanale Frontier Myanmar, centinaia di giovani manifestanti in una delle arterie centrali di Yangon hanno cantato “pyithu ye”, la “polizia della gente”, nel tentativo di convincere la polizia a stare dalla loro parte. Una richiesta forse alimentata anche da foto che mostravano alcuni poliziotti birmani che di nascosto facevano il segno delle tre dita – già simbolo delle proteste in Thailandia, ora acquisito dai birmani.
myanmar proteste e polizia
La parola d’ordine rimane manifestare pacificamente, secondo l’input della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi. Il partito della Lady, come la ex leader del governo civile viene chiamata, ha diffuso un comunicato ufficiale in cui chiede il supporto della comunità internazionale. Toni radicalmente diversi da quelli di qualche anno fa, quando si era creato un solco che si credeva incolmabile sulla questione Rohingya.
le proteste in myanmar
“Aiutateci”, sono alcuni degli ultimi messaggi postati su internet da cittadini birmani di ogni provenienza sociale, mentre un numero ridotto di informazioni continua a circolare grazie a connessioni alternative.
Intanto l’avvocato di Aung San Suu Kyi ha comunicato alla Reuters di non essere riuscito a parlare con la Lady, agli arresti domiciliari. Domani i manifestanti hanno già annunciato di voler tornare in strada. Secondo la AAPP, Associazione di Assistenza per Prigionieri Politici in Myanmar, sono state fino arrestate 152 persone, inclusi 18 attivisti.
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