Tommaso Ciriaco per “La Repubblica”
ENNIO DORIS CON ALLE SPALLE UN RITRATTO D ANNATA DI BERLUSCONI
«Silvio, la situazione peggiora. L’economia non riparte. Per noi è fondamentale che il governo vada avanti. Tu devi aiutare Renzi, sostenerlo». Villa San Martino, il board aziendale si trasforma nell’ufficio politico di Forza Italia. Per due volte in pochi giorni Fedele Confalonieri e Ennio Doris, Gianni Letta, Marina e Piersilvio Berlusconi si alternano di fronte al Capo nel corso di summit riservati che interrompono relax e vacanze. I top manager del berlusconismo indicano al Cavaliere la rotta.
PIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERI
Avanti con l’esecutivo, senza un coinvolgimento diretto. E l’ex premier, dopo qualche settimana di inconfessate tentazioni antigovernative, ammette che non esiste altra strada: «Se è quello che serve alle aziende, sosterremo Matteo ». Contestualmente, ordina ai suoi anche il black out delle polemiche: «Smettetela di attaccare Palazzo Chigi».
Da una parte Forza Italia, dall’altra alcune delle principali imprese del Paese: l’intreccio, come al solito, è inestricabile. «Il partito non può ostacolare i nostri interessi - è la linea di Marina - perché se diventa un peso è meglio liberarsene...».
BERLUSCONI E CONFALONIERI
Anche le oscillazioni azionarie invitano alla prudenza. E impongono ai timonieri delle aziende di suggerire all’ex Cavaliere di procedere con i piedi di piombo. I numeri parlano chiaro: dopo una primavera di curve ascendenti, ai primi di agosto Mediaset è precipitata ai livelli più bassi da un anno - se si esclude lo strappo di dicembre con il governo Letta - salvo recuperare qualcosa negli ultimi giorni. Lo stesso vale per Mondadori, che ha perso posizioni in Borsa ed è inchiodata ai valori di settembre 2013. Mediolanum, poi, ha risalito solo qualche gradino dopo più un mese in picchiata. «Serve stabilità premono Confalonieri e Doris altrimenti si fa dura».
RENZI E BERLUSCONI PROFONDA SINTONIA
L’”accerchiamento” aziendale non capita per caso. Un caldissimo luglio di battaglia sulle riforme ha mostrato tra i senatori azzurri una sacca di resistenza preoccupante, poco interessata ai diktat dei vertici. Poi, in un agosto un po’ noioso - ma libero dall’incubo Ruby - l’ex premier ha addirittura valutato la pazza idea di stravolgere i piani, ribaltando il tavolo: «Renzi non sta rispettando quanto promesso. Se lo faccio cadere, si torna al voto. E noi, assieme al Pd, costruiamo un vero governo di larghe intese ». Solo una suggestione? Probabile. Ma nel dubbio i figli maggiori - capitanati da Marina l’hanno preso sul serio: «L’esecutivo deve restare in piedi».
renzi e berlusconi italicum
Il “come” l’ha suggerito Gianni Letta, impegnato come sempre a coltivare il dialogo con i vertici istituzionali: «Non è necessario entrare nell’esecutivo, basta aiutare Renzi quanto basta per non farlo cadere. E aspettare tempi migliori». In fondo, Forza Italia si è già mostrata decisiva e non vede l’ora di continuare a farlo già di fronte all’ingorgo parlamentare di settembre e ad eventuali incidenti del governo sul dossier economico. L’obiettivo di lungo periodo, però, resta quello di pesare soprattutto nel momento in cui si deciderà il successore di Giorgio Napolitano al Colle.
Si procede così, allora. E gli umori della corte brianzola lo dimostrano. «Come al solito toccherà al Presidente risolvere i problemi dell’Italia - ragionava qualche giorno fa l’ormai potentissima Maria Rosaria Rossi - e se davvero si prospetta un autunno
caldo per il governo, beh, vorrà dire che ci toccherà aiutare Matteo... ». Non a caso, dal quartier generale berlusconiano si dicono certi che Berlusconi sarà ricevuto da Renzi molto presto, alla ripresa dei lavori parlamentari di settembre. Per discutere ufficialmente di riforme. Per ribadire, in realtà, la centralità di FI oltre lo steccato dell’opposizione .
VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI E BERLUSCONI
Anche chi vive con disagio l’era renziana, come Renato Brunetta, si allinea e sulla Stampa arruola gli azzurri nel campo della coesione nazionale. E pure una dura come Licia Ronzulli annuncia su Twitter: «FI non usa politica del “tanto peggio tanto meglio”, se ci sono misure utili per lo sviluppo e la crescita Paese, il dialogo è aperto». Raffaele Fitto, invece, continua a tessere silenziosamente la tela dell’opposizione interna, sostenuto dall’ala meridionale del partito. «Con il Presidente avremo altri incontri, ci confronteremo...».
Strategie e distinguo che interessano poco all’ex premier, allarmato per lo stato di salute delle aziende. Qualche ora libera, invece, preferisce investirla sul giocattolo che lo diverte di più, il Milan, nonostante anni amari e avari di vittorie. La cessione di Mario Balotelli al Liverpool l’ha come sollevato, dopo che un Mondiale da incubo ha rischiato di “svalutare” l’attaccante: «E invece l’abbiamo venduto bene (20 milioni di euro, ndr) e ci siamo liberati del suo ingaggio. Sono felice - ha spiegato nelle ultime ore - finalmente è andato via. Non è uomo da Milan, è ingestibile. Anzi, è uno che distrugge lo spogliatoio. Non è altro che un
“Cassano due”...».
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