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    L'ANGELINO CUSTODE DI RENZI - L’ASSE DEL PREMIER CON ALFANO PER FRENARE LE PRESSIONI ESTERNE SULLE SCELTE DEI NUOVI CAPI DI INTELLIGENCE E FORZE DI POLIZIA - LA DESIGNAZIONE PIU’ CONTROVERSA QUELLA PER LA FINANZA - SU CARRAI LA DECISIONE DI SEPARARE LE ISTITUZIONI DAL DESTINO DELL’AMICO


     
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    RENZI ALFANO RENZI ALFANO

    Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

    La partita si chiude due sere fa, durante una cena al Quirinale tra Matteo Renzi e il presidente Sergio Mattarella. E alla fine l' asse vincente si rivela quello tra lo stesso Renzi e il ministro dell' Interno Angelino Alfano, che decidono i nuovi capi di intelligence e forze di polizia resistendo a tutte le pressioni «esterne» e ai malumori di chi voleva imporre al vertice di ogni apparato il proprio candidato.

     

    Ma si conferma anche la sintonia del presidente del Consiglio con il sottosegretario ai servizi segreti Marco Minniti, che vede confermate le proprie indicazioni soprattutto per quanto riguarda la nuova guida dell' Aisi, l' Agenzia per la sicurezza interna, con la nomina dell' attuale vice, il generale dei carabinieri Mario Parente.

    RENZI MATTARELLA ALFANO RENZI MATTARELLA ALFANO

     

    La missione in Africa

    Negli ultimi mesi le consultazioni sono state a tratti frenetiche e questo ha provocato fibrillazione negli apparati.

     

    Non a caso - nonostante ci fosse ancora un po' di tempo, visto che gli incarichi non sono scaduti - già dalla scorsa settimana si era capito che la decisione di procedere era ormai presa e si trattava soltanto di riempire le ultime caselle.

     

    La scelta fatta dal governo di affidare il Dis, il Dipartimento per la sicurezza, ad Alessandro Pansa conferma la volontà di affidarsi a una persona esperta in un momento tanto delicato soprattutto sul fronte del fondamentalismo. Non a caso raccontano che Renzi si sia convinto che poteva trattarsi dell' uomo giusto durante il viaggio del febbraio scorso in Africa, durante il quale sono stati siglati - proprio grazie all' impegno di Pansa - trattati importanti in materia di terrorismo e di immigrazione.

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    Il via libera a Franco Gabrielli come suo successore e la scelta di affidare la Direzione Anticrimine a Vittorio Rizzi, certamente uno dei poliziotti di maggior valore, è un segnale che si è voluto mandare alla «base» sul ruolo strategico che la polizia continua ad avere, sia nella lotta al crimine sia per quanto riguarda la gestione dell' ordine pubblico. La trattativa sui militari Certamente più controversa è stata la designazione del generale Giorgio Toschi al vertice della Guardia di Finanza.

     

    GIORGIO TOSCHI GIORGIO TOSCHI

    Ma su questo Renzi ha fatto pesare il proprio giudizio e la propria volontà, incurante di chi da più parti gli avesse segnalato che la sua nomina avrebbe potuto provocare malumori interni. Discorso analogo per quanto riguarda la Marina Militare. Dopo il coinvolgimento dell' ammiraglio Giuseppe De Giorgi nell' inchiesta di Potenza, il ministro della Difesa Roberta Pinotti è stata esplicita nel manifestare la necessità che ci fosse un reale cambio di passo e che al vertice arrivasse un alto ufficiale capace di riportare il sereno.

     

    Per questo la scelta è caduta sul suo capo di gabinetto Valter Girardelli, ammiraglio al quale tutti riconoscono grandi doti di mediatore e soprattutto pacatezza nell' affrontare anche le situazioni più complicate. E seguendo lo stesso criterio si è deciso di nominare consigliere militare del premier Carmine Masiello, un giovane generale che ha grande esperienza soprattutto per quanto riguarda l' impiego delle forze speciali e dunque - dopo il decreto del presidente per le missioni in Libia che assegna proprio a Palazzo Chigi il coordinamento in questo settore - avrà un ruolo determinante. Il rinvio per l' imprenditore

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    E, nonostante gli inviti al passo indietro, anche Marco Carrai - che del premier è fedelissimo amico - avrà un incarico strategico. Perché la cyber sicurezza è certamente l' affare del futuro e perché dovrà confrontarsi costantemente proprio con il consigliere militare, ma anche con il sottosegretario Minniti.

     

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    Per questo la scelta di Renzi di rinviare la nomina viene letta come una «misura di protezione» nei suoi confronti, la volontà di separare le scelte istituzionali da quelle più personali proprio per cercare di fermare le polemiche. Il polverone sarà inevitabile, ma il premier ha già spiegato agli interlocutori che gli avevano consigliato di soprassedere, di essere pronto ad affrontare la bufera pur di completare la squadra seguendo esclusivamente la propria volontà. Quindi inserendolo direttamente «nel mio staff».

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    fsarzanini@corriere.it.

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