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    IN OSPEDALE COME AL FRONTE – LE STRUTTURE SANITARIE ITALIANE ALZANO LE DIFESE DOPO L’ONDATA DI AGGRESSIONI A MEDICI E INFERMIERI: A FOGGIA, DOPO TRE EPISODI DI VIOLENZA IN CINQUE GIORNI, UNA PATTUGLIA DELLE FORZE DELL’ORDINE VIGILERÀ 24 ORE SU 24 DAVANTI AL PRONTO SOCCORSO, A VIBO VALENTIA ARRIVA ADDIRITTURA L’ESERCITO – MA IL PERSONALE NON È CONVINTO DA QUESTA SOLUZIONE, CHE NON RISOLVE I PROBLEMI DI FONDO DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO: MANCANZA DI MEDICI, STRUTTURE FATISCENTI E POCHI INVESTIMENTI...


     
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    1. PESCARA E GENOVA, ALTRI MEDICI AGGREDITI E ALL’OSPEDALE DI VIBO ARRIVA L’ESERCITO

    Estratto dell’articolo di Romina Marceca per “la Repubblica”

     

    aggressione personale sanitario 7 aggressione personale sanitario 7

    Da Genova a Foggia, da Pescara e fino a Vibo Valentia e più giù ancora, a Reggio. Il virus della violenza contro medici, infermieri e soccorritori è sempre più diffuso […] In aggiunta a 16mila aggressioni nel 2023, la paura di tornare a lavorare.  Tanto che a Vibo Valentia il prefetto ha deciso che l’esercito, nella nuova rimodulazione dei percorsi di Strade sicure, ha inserito il pattugliamento anche davanti all’ospedale Jazzolino. […]

    medici fuggono da un'aggressione all'ospedale di foggia 3 medici fuggono da un'aggressione all'ospedale di foggia 3

     

    […] A Pescara l’ultimo assalto è di venerdì con 40 persone, di origini Rom, nel reparto di Oncologia per minacciare i medici perché il loro parente era appena morto mentre nelle stesse ore al pronto soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria una dottoressa è stata aggredita da una donna che pretendeva di essere visitata subito.

     

    Sempre venerdì a Mondragone, in provincia di Caserta, un soccorritore del 118 è stato preso a testate dal marito di una donna che pretendeva una via preferenziale per la visita. E a Genova un infermiere del Galliera si è beccato un pugno in testa da un senzatetto e una sua collega di Villa Scassi è stata minacciata dal fidanzato di una paziente.

     

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    Pugni, calci e spintoni che ricordano gli episodi di Foggia, tre in cinque giorni al Policlinico Riuniti, dopo i quali sono state innalzate le misure di sicurezza: una pattuglia delle forze dell’ordine vigilerà 24 ore su 24 soprattutto davanti al pronto soccorso, il posto fisso di polizia chiuderà a mezzanotte e non più alle 20. Misure decise durante un vertice convocato dal prefetto.

     

    Si muovono anche i sindacati. Domani un sit-in è previsto davanti al Policlinico di Foggia. […]

     

    2 - LA RABBIA DEI SANITARI IN CORSIA “RISCHIAMO LA VITA TUTTI I GIORNI MA I MILITARI SONO SOLO UNO SPOT”

    Estratto dell’articolo di Alessia Candito per “la Repubblica”

     

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    Una jeep verde passa lenta lungo la strada che costeggia l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Non è un caso, ma un test, da lunedì sarà prassi. Per il prefetto Giovanni Grieco, auspicabilmente un deterrente in grado di raffreddare animi e intenti di chi trascenda i limiti della civile protesta, per sfogare frustrazione, dolore, rabbia su medici e infermieri.

     

    […] «Se pensano di risolverla così. A me sembra solo uno spot», sbuffa un infermiere a fine turno. «Dopo un’aggressione, anche io avevo chiesto che mandassero qualcuno, persino l’esercito, magari è un deterrente», dice la dottoressa Marianna Rodolico, da 25 anni in pronto soccorso.

     

    Due anni fa, il figlio di un paziente le ha letteralmente messo le mani al collo, tentando di strangolarla […] «Inizialmente avevo paura, ma la passione per questo lavoro mi ha sempre spinta ad andare avanti».

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    E facile non è, perché insulti, minacce, aggressioni verbali e non, sono continue. Paolo è un “triagista”, l’infermiere che ascolta i pazienti all’arrivo, fa una prima valutazione, stabilisce gravità e priorità dei singoli casi. […] «In due mesi, ho ricevuto tre aggressioni, una fisica e due verbali, minacce. Ma non mollo perché è qui che puoi davvero salvare la vita a una persona». Quindi la paura la mastichi e la vinci, ingoi gli insulti, con la consapevolezza che il problema non è dello Jazzolino, o di Vibo, ma di sistema.

     

    «In Italia tocca decidere se si vuole ancora una sanità pubblica o no. Nel caso, ci vogliono risorse», spiega Franco Zappia, primario di Chirurgia generale. […] Nella Calabria capitale dei malati che emigrano in cerca di cure, oggi da lui “bussano” anche pazienti di altre regioni. «C’è una sanità che funziona, nonostante le strutture». Più di un decennio di commissariamento ha svuotato la regione di ospedali e ambulatori, i reparti di personale. «La medicina territoriale è totalmente saltata, i pronto soccorso sono l’unico punto di accesso alle cure — spiega Vittorio Sacco di Usb — Noi da tempo abbiamo proposto di dotarli di psicologi che assistano pazienti e familiari, di medici e paramedici. L’esercito è inutile».

     

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    Per dare fiato a reparti allo stremo, in Calabria da anni lavorano 270 medici cubani, altri 90 arriveranno a dicembre, altri ancora nel 2025, mentre si lavora per assumere gli specializzandi. «L’esercito è solo un’altra sconfitta. La violenza nei reparti è un fenomeno complesso, diffuso in tutta Italia, e che merita un approccio articolato», spiega il dottore Rubens Curia, manager sanitario di lungo corso, incluso dell’ospedale di Vibo.

     

    […] Ci vorrebbero campagne informative, spiega il manager «ma dopo tanti colleghi che si sono sacrificati, si mette in piedi una commissione d’inchiesta sul Covid che è una vergogna. L’ennesimo colpo all’autorevolezza dei sanitari, della medicina in generale, Sono messaggi pericolosi, che sui più fragili rischiano di fare presa».

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