Estratto dell'articolo di Lorenzo Cresci da "la Stampa"
ENRICO MURDOCCO
Rassicuriamo subito chi, a priori, dice "ohibò, come si fa a cibarsi di farina di grilli": non vi accorgerete neppure di mangiarla, e in bocca sentirete un sapore simile alla nocciola, il che, detto così, non è poi così male.
Disilludiamo, allo stesso tempo, chi pensa di essere di fronte a una svolta nel mondo della gastronomia: assaggiando il primo pane realizzato in Italia con farina di grilli, da "Tellia", in corso Sebastopoli, avrete di fronte un prodotto valido, dalla crosta croccante e dalla mollica umida, e questo grazie alla minor presenza di glutine.
Ma, se non terrete conto di un'eventuale etichetta, del prezzo (superiore) e dei consigli del venditore, appunto non vi verrebbe mai in mente che state mangiando insetti. Qualcosa di concreto, ovviamente, si avrà quando si conoscerà meglio il valore nutrizionale del prodotto che promette molto dal punto di vista proteico ed è quindi ideale per sportivi, ma anche per chi ha malattie infiammatorie e va a ridurre il carico glicemico, e con grassi "positivi", come gli omega 3 e omega 6.
ENRICO MURDOCCO
Sorvolando e preferendo non rispondere agli insulti subiti da parte di numerosi no-insect dopo l'annuncio della produzione, Enrico Murdocco, "panificatore per natura", come si definisce e chef di "Tellia", spiega: «Non volevo proporre nulla di stravagante e men che meno essere allo stesso tempo ruffiano, ma desideravo proporre un pane classico, con farine proporzionate e a lungo sperimentate per arrivare a un prodotto finale innovativo».
E quindi, un mix di farina di grilli, grano tenero e grani siciliani, proprio «per equilibrare quel sapore di nocciola tipico della farina prodotta con gli insetti». Proposto a una platea ristretta, questo pane non è ancora in vendita: "Tellia" aspetta infatti il momento in cui tutto il prodotto potrà essere certificato 100% italiano, anzi ancor meglio 100% piemontese.
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«Oggi la farina utilizzata viene prodotta in Vietnam – spiega ancora Murdocco – anche se viene importata e distribuita da una società di Scalenghe, la "Italian Cricket Farm". A me piace l'idea invece di un prodotto piemontese, e vorrei arrivare in tempi brevi alla messa in vendita del pane (si ipotizza nel mese di marzo, ndr), non appena verrà autorizzata la commercializzazione di farina prodotta in Italia». […]
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