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    VI HO SOPPORTATO A LUNGO, PURE TROPPO - IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA UN MEDICO, NEL GIORNO IN CUI E' ANDATO IN PENSIONE, HA ORGANIZZATO UNA SINGOLARE “CERIMONIA” D’ADDIO: HA SPACCATO A BASTONATE IL TELEFONO IN PIAZZA DAVANTI AI SUOI EX PAZIENTI - "L'HO FATTO PERCHÈ NEGLI ULTIMI ANNI LA REPERIBILITÀ ERA DIVENTATA UN INCUBO, DALLO STRESS A TANTI PROBLEMI CHE HANNO INFLUITO SULLA MIA CONDIZIONE GENERALE".


     
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    (ANSA) - REGGIO EMILIA, 31 LUG - Ha spaccato a bastonate il telefono in piazza davanti ai suoi ormai ex pazienti. Il singolare gesto simbolico è di Ugo Gaiani, medico di base che è andato in pensione dopo 39 anni di lavoro di cui gli ultimi 33 passati a Guastalla, nella Bassa Reggiana (nei primi sei aveva fatto la guardia medica tra Appennino Reggiano e Modenese, in particolare a Riolunato). Un momento liberatorio, come racconta Qn-il Resto del Carlino, che ha organizzato il medico stesso venerdì scorso, nel suo ultimo giorno.

    IL MEDICO UGO GAIANI VA IN PENSIONE E DISTRUGGE IL TELEFONO IN PIAZZA IL MEDICO UGO GAIANI VA IN PENSIONE E DISTRUGGE IL TELEFONO IN PIAZZA

     

    Ha chiamato pazienti e amici abbracciandoli uno ad uno, offrendo loro una festicciola con rinfresco d'addio. Infine il colpo di scena: con maglietta dei San Antonio, cappellino da battitore e mazza da baseball, il medico ha distrutto simbolicamente il telefono dell'ambulatorio.

     

    "L'ho fatto - ha spiegato il dottor Gaiani - perchè negli ultimi anni la reperibilità era diventata un incubo, dallo stress a tanti problemi che hanno influito sulla mia condizione generale". Una riflessione che tocca le tante difficoltà che sta attraversando la categoria dei medici di base in tutta Italia. "Sono arrivato a lavorare 16 ore al giorno, dormendo poco la notte. Ma più che la pandemia e il lockdown, diciamo che il peggio è arrivato col post Covid - ha continuato - La gente in generale è diventata più cattiva, più maleducata. Molti rapporti si sono incrinati, l'emergenza sanitaria ha cambiato le persone. In peggio. Pazienti sempre meno pazienti, il nostro lavoro non bastava mai".

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