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    IL REGIME TI SEGUE ANCHE ALL'ESTERO - IN QATAR, TRE TIFOSI IRANIANI CHE INDOSSAVANO LA MAGLIETTA “WOMAN, LIFE, FREEDOM” SONO STATI AGGREDITI DA UNA TRENTINA DI IRANIANI FILOGOVERNATIVI - NELL'AGGRESSIONE È RIMASTO COINVOLTO ANCHE L'INVIATO DI SPORTITALIA, TANCREDI PALMERI - "LA POLIZIA È INTERVENUTA E PORTATO CON SÉ I RAGAZZI. UNO DI LORO HA AMMESSO DI…" - VIDEO


     
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    Fabrizio Piccolo per sport.virgilio.it

     

    tifosi iraniani aggrediti in qatar tifosi iraniani aggrediti in qatar

    Che fosse una gara ad alta tensione, e non per motivi calcistici, lo si sapeva: Iran-Usa ai Mondiali in Qatar era una potenziale bomba ad orologeria per le implicazioni politiche tra i due paesi. Alla fine poteva andare peggio ma non sono mancati episodi da dimenticare. Un tifoso Usa con la fascia arcobaleno, ad esempio, è stato cacciato dallo stadio. Prima della gara i giocatori dell’Iran, alcuni non molto convinti, hanno cantato l’inno, a differenza della prima giornata quando rimasero tutti muti. Secondo la stampa Usa le famiglie dei giocatori sarebbero state minacciate se non lo avessero fatto. Tanti i fischi dagli spalti ma i problemi più gravi ci sono stati dopo l’incontro.

     

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    Una violenta rissa è scoppiata infatti dopo la partita. A denunciare l’accaduto è Michele Criscitiello che con un tweet riporta il video in cui c’è parte dell’aggressione, in cui è rimasto coinvolto anche l’inviato di Sportitalia Tancredi Palmeri insieme ad altri tifosi iraniani.

     

     

    tancredi palmeri sull aggressione dei tifosi iraniani in qatar tancredi palmeri sull aggressione dei tifosi iraniani in qatar

    Il cronista è stato aggredito e fermato dagli steward che lo hanno minacciato, intimandogli di non registrare alcun filmato: ad alcuni tifosi hanno obbligato di nascondere bandiere e magliette, ad una donna hanno requisito il cellulare. Tre ragazzi iraniani residenti in Svezia che indossavano la maglietta “Woman, Life, Freedom” sono stati circondati da una trentina di addetti alla sicurezza filo-iraniani e aggrediti.

     

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    Ecco il suo racconto: “All’uscita dallo stadio escono questi tre ragazzi. Avevano una maglietta sui diritti sulle donne e avevano il volto truccato con lacrime di sangue. Li fermo, li noto, era una cosa grossissima. Gli ho chiesto – ‘Vi va bene venire in diretta?’ – uno dei tre che parla in italiano ha accettato. Preparo tutto per la diretta, ma poi si raggruppa un gruppo di 20-30 tifosi iraniani con tuniche e simboli islamici”.

     

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    “Pochi secondi dopo la ragazza caccia il telefono per fare un selfie e uno dei tifosi la colpisce. Il telefono vola, loro accerchiano i ragazzi e mi allontano per salvare la videocamera. Mentre i ragazzi provano a recuperare il telefono si crea un principio di rissa. La polizia interviene e porta con sé i ragazzi, chiudendosi nella struttura dello stadio e non ci hanno permesso di accedere. Ho comunicato poi con uno dei ragazzi che ha ammesso di avere paura di uscire ma anche di rimanere lì con i poliziotti”.

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