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    IN QUEI CONCORSI C'ERA IL TRUCCO! – VENTI INDAGATI ALL’UNIVERSITÀ DI GENOVA, TRA DOCENTI, RICERCATORI E PERSONALE AMMINISTRATIVO: AVREBBERO TAROCCATO I BANDI PER FAVORIRE FIGLI E AMICI DEI BARONI - LA PROCURA HA CHIESTO GLI ARRESTI DOMICILIARI PER LA PRORETTRICE, LARA TRUCCO, E IL SUO AMANTE, IL PROFESSORE PASQUALE COSTANZO - LA SIGNORA È STATA INTERCETTATA MENTRE, RIDENDO DI GUSTO, DICEVA “MI SONO PREPARATA IL BANDO INSIEME ALLA GARANTE”


     
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    Katia Bonchi per www.genova24.it

     

    Tra le persone favorite dal sistema dei bandi truccati al dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Genova c’era anche il figlio del professore emerito di diritto costituzionale Pasquale Costanzo, Luca. Il quale aveva ottenuto l’assegno di ricerca dalla commissione presieduta dalla prorettrice, che si è dimessa ieri, Lara Trucco.

     

    Dalle carte dell’inchiesta depositate dal pubblico ministero Francesco Cardona Albini, emerge che la Trucco e Pasquale Costanzo avessero una relazione.

     

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    Un fatto che, pur toccando la sfera privata, secondo gli inquirenti “costituisce un elemento rilevante ai fini investigativi in quanto in grado di spiegare l’intenso coinvolgimento del professore emerito nello svolgimento dei compiti istituzionali della collega, ben oltre la mera collaborazione scientifica”.

     

    L’inchiesta della guardia di finanza vede indagate 20 persone, tra docenti, ricercatori e personale amministrativo. La procura ha chiesto l’interdittiva per sei professori e gli arresti domiciliari per la Trucco e Costanzo. Il gip deciderà nei prossimi giorni. L’inchiesta era partita dopo un esposto e il ricorso al Tar di una avvocatessa esclusa dal concorso.

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    Costanzo, sostiene il pm, utilizzava i suoi rapporti con i colleghi per i suoi fini. Ed emerge anche dalla mail che, dopo il ricorso dal Tar da parte dell’avvocatessa esclusa, il professore emerito le invia per convincerla a desistere promettendo che avrebbe usato la propria influenza per farle ottenere una docenza a contratto a Imperia.  E dopo il rifiuto, Costanzo in una successiva mail fa un ultimo tentativo: “programmazione concordata con il necessario gentlemen agreement potrebbe sortire risultati non disprezzabili”.

     

    Nelle carte emerge come Trucco, grazie all’intermediazione di Daniele Granara, abbia ottenuto anche un incarico esterno all’Università di Genova che riguarda il ruolo di supporto giuridico alla garante per l’infanzia della Regione Toscana.

     

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    Le telefonate tra la Garante uscente e la professoressa che avrebbe dovuto prendere il suo posto si susseguono ben prima già da inizio febbraio. “Il bando per la consulenza giuridica per la Toscana? (Ride, ndr) Io ero lì al telefono… praticamente l'abbiamo fatto insieme”, dice Lara Trucco al telefono con il professore Pasquale Costanzo, suo mentore, nel giugno 2021.

     

    In particolare la prorettrice Trucco, interessata al posto, parla con la Garante Camilla Bianchi che dovrebbe lasciarle il posto. Quest’ultima in una telefonata spiega che “ho ricevuto… appunto ieri sera una bozza, per ora la ricognizione esterna e allora volevo un attimo un raccordo con te… per quanto riguarda i requisiti eccetera che dobbiamo mettere a punto… ora però appunto io dovevo rivedere questa cosa dopo anche il vaglio con te”.

     

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    E così, secondo l’accusa, le due si accordano per elaborare un bando su misura, sulle competenze della professoressa Trucco. Dice la Bianchi: “Il docente individuato dovrà soddisfare i seguenti requisiti, quindi inquadramento come professore ordinario o associato”. La Trucco risponde: “Sì va bene”. Quando invece la Garante sostiene che “io tra l’altro non conosco esattamente il tuo curriculum… lo posso evincere da Internet?”, la prorettrice risponde “sì basta che metti Lara Trucco su Google”.

     

    Quando il giorno dopo le due si parlano di nuovo al telefono, la Trucco prima dice che preferirebbe un incarico fiduciario diretto, poi però ribadisce quanto già detto in precedenza, ovvero che se si deve passare dal bando pubblico “l’importante è che siamo in sicurezza, nel senso che… ehm… non ci vengano a dire ‘eh ma era un bando per la persona’… sennò poi ci creiamo dei problemi”

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