DAGOREPORT
roberto sergio con rossi
Tornando da Sanremo, i capoccioni di Mamma Rai hanno calzato elmetto e preso il bazooka: devono affrontare la battaglia definitiva: Giampaolo Rossi versus Roberto Sergio.
La staffetta tra il pretoriano della Meloni, Giampaolo Rossi, e il rappresentante del partito azienda, il democristiano in libera uscita, Roberto Sergio, per cui si sarebbero dovuti scambiare i ruoli a giugno, dopo le europee, è finito accartocciato nel cestino.
Ricordiamo che Rossi fu parcheggiato sulla poltrona di direttore generale (che non esisteva) perché, avendo alle spalle già un mandato nel Cda Rai, un secondo e definitivo incarico avrebbe avuto la durata di appena un anno, il tempo lasciato vuoto dalle grottesche dimissioni di Carlo Fuortes.
giampaolo rossi roberto sergio carlo conti foto di bacco
Una volta poggiato il sederino sulla poltrona più importante di viale Mazzini, l’ex fidanzato della berluscona Deborah Bergamini finalmente sarà libero di guidare l’occupazione definitiva della Rai da parte dei voraci Fratellini d’Italia, rimasti a bocca asciutta per decenni dalla torta della Rai, spazzando via quello che resta della famigerata egemonia culturale della tele-sinistra veltroniana (uscito anche Augias, la Rai3 di Angelo Guglielmi la ritroviamo con Andrea Salerno in onda su La7).
La politica romana, si sa, è mobile qual piuma al vento e il prode Sergio non nasconde più, irrobustito dal trionfo di ascolti e pubblicità (e polemiche) sanremesi, di puntare dritto alla riconferma di Ad. E infatti il giornali meloniani non sono stati per niente teneri con la sagra canzonettara: “Libero” di Mario Sechi, una volta ascoltato Amadeus intonare in sala stampa “Bella Ciao”, ha subito titolato “Festival dell’Unità”.
marinella soldi roberto sergio giampaolo rossi
Una recente intervista di Sergio rilasciata al "Italia Oggi" è stata letta da molti addetti ai livori come una auto-candidatura per la riconferma: Sergio, con il tono di chi squaderna il futuro piano industriale di Viale Mazzini, ha parlato della volontà di reintrodurre le direzioni di rete e di abbandonare quelle di genere, annunciato investimenti nelle fiction e dichiarato per l’ennesima volta guerra alle produzioni esterne.
GIAN MARCO CHIOCCI
Da buon navigato democristiano, in modalità Pierfurby Casini, Sergio ha da sempre messo in pratica una politica inclusiva: buoni rapporti con tutto l’arco parlamentare, ben inserito nei gangli del partito azienda e del sindacato, alleanza stretta con l’altro grande democristiano, molto ascoltato dalla Meloni, Bruno Vespa.
Con l’altro gran confidente e consigliori della Ducetta, Gian Marco Chiocci i rapporti sono a corrente alternata, ondivaghi, anche per il pessimo feeling che il direttore del Tg1 ha con Rossi. Con Sergio poi c’è il multi-tasking delle manovrismo Rai, l’inossidabile Mario Orfeo.
giampaolo rossi roberto sergio
Ultimamente Sergio si ritrova al suo fianco, oltre a Forza Italia, anche la malconcia Lega di Salvini che, a picco nei sondaggi, sorpassata pure da Forza Italia, conduce la campagna elettorale per le europee avversando in tutto e per tutto ciò che propone e dispone la sua alleata (si fa per dire) Meloni.
Da parte sua, Conte non smentisce il suo camaleontismo: da una parte, con Barbara Floridia, presidente M5s della Commissione Vigilanza Rai, intasca da Rossi una filiera di poltrone dirigenziali, dall’altra tira la volata per la riconferma di Sergio.
Nel comunicato con cui ha difeso Sergio, Conte da' una botta al cerchio e una alla botte. Difende il dirigente: "Credo che ci sia un clima, adesso, di attacchi personali anche forse di minacce nei confronti dell'amministratore delegato della Rai. Questo mi sembra che sia trascendere il confronto di critica legittima".
E poi lo critica: "Sicuramente quel comunicato letto in diretta non andava bene nella misura in cui sposava unilateralmente solo le ragioni di Israele ma va anche detto che noi non possiamo accettare questa azione militare cosi' cruenta nei confronti di civili palestinesi inermi".
Il riferimento è all'abilità di Roberto Sergio di sdoppiarsi, come un Giano Bifronte, andata in scena domenica scorsa quando ha fatto leggere un comunicato ufficiale Rai pro-Israele e anti-Ghali alla povera Mara Venier. Un “colpo di mano”, “avrebbe dovuto consultare il Cda”, secondo la piddina Bria e la presidente in uscita Marinella Soldi.
mario orfeo
La mossa di Sergio voleva essere astuta ma è stata tardiva: la solidarietà “al popolo di Israele e alla comunità ebraica” è arrivata nel momento in cui tutto l'Occidente, dagli Stati uniti all'Europa, sta prendedo le distanze dall'azione del governo israeliano, criticando aspramente Netanyahu.
E' stata una mossa, quella di Sergio, "più realista del re". Infatti Giorgia Meloni, vista la fluidità della politica internazionale (ora si fiuta meno indulgenza con Israele, soprattutto da parte di Biden), ha dialogato con Elly Schlein per trovare un accordo sulla mozione del Pd con cui si chiede il "cessate il fuoco" a Gaza.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI
Scrive oggi Antonella Baccaro sul “Corriere”: ‘’Secondo Sergio, l‘impasse che si è determinata a “Domenica In” sarebbe addebitabile al direttore responsabile del day-time (Angelo Mellone), assente a Sanremo in un momento in cui, secondo lui, sarebbe stato necessario fornire alla conduttrice le chiavi di lettura di quanto stava accadendo”
Anche Rossi, diversamente da ciò che si scrive, non è espressione solo della Fiamma Tragica: dopo la sonora porta in faccia nell’operazione Pino Insegno alla conduzione de “L’Eredità” su Rai1, perduta l’alleanza con Orfeo, ha trovato un sorprendente asse con il Pd di Boccia, preoccupatissimo solo del futuro televisivo della consorte Nunzia De Girolamo.
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Una situazione quanto mai fluida in vista dell’assemblea di aprile quando l’amministratore delegato Roberto Sergio chiederà l’approvazione del bilancio. Una volta firmato e controfirmato, la palla passa al ministro Giancarlo Giorgetti, in quanto la Rai è una società per azioni partecipata al 99,56% dal ministero dell’economia e delle finanze (Mef) e allo 0,44% dalla Società italiana degli autori ed editori (Siae).
E qui viene il bellum: quel cavalier tentenna di Giorgetti darà subito il via per l’elezione di un nuovo consiglio il quale nominerà amministratore delegato e presidente, come vuole la Melona? Oppure darà retta al suo capitano leghista rinviando la presa di potere da parte dei fazzisti posticipando il nuovo Cda a dopo le europee?
MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE BARBARA FLORIDIA nunzia de girolamo francesco boccia foto di bacco giovanbattista fazzolari giorgia meloni BARBARA FLORIDIA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI