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    I DANNI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE - IN SPAGNA 20 RAGAZZE MINORENNI SI SONO RITROVATE NUDE SUI SOCIAL - LE LORO FALSE IMMAGINI PORNO SONO STATE CREATE CON UN'APP CHE USA L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE - LE VITTIME SONO STATE RICATTATE: DOVEVANO PAGARE PER NON FAR USCIRE LE IMMAGINI – A DENUNCIARE LA STORIA È STATA UNA MAMMA DI UNA DI LORO, MOLTO NOTA SUI SOCIAL...


     
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    1-SPAGNA, FALSI VIDEO PORNO CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: COSÌ VENTI RAGAZZINE SI SONO RITROVATE NUDE SUI SOCIAL MEDIA

    Estratto da www.open.online

     

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    Ad Amendralejo in Spagna venti ragazze si sono ritrovate nude sui social network a loro insaputa. Il tutto a causa di una vendetta. Le ragazzine hanno tra gli 11 e i 17 anni. Le immagini sono state diffuse in varie chat da 11 ragazzi adolescenti. Che ora sono indagati dalla polizia. Anche per il reato di estorsione, visto che qualcuno di loro ha chiesto soldi per non far girare la storia. […]

     

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    La polizia della città di Almendralejo, nel sud-ovest della Spagna, ha ricevuto il 19 settembre scorso undici denunce da parte delle vittime, tutte minorenni, ha detto un portavoce della polizia locale. I presunti autori di queste immagini «hanno manipolato foto di ragazze minorenni». Posizionando i loro volti su immagini di «corpi nudi di altre persone», ha aggiunto. Alcuni sospetti sono già stati identificati.

     

    Le false immagini sono state generate utilizzando un’applicazione di intelligenza artificiale in grado di produrre montaggi fotografici molto realistici. I media spagnoli hanno precisato che una ventina di ragazze potrebbero essere state vittime di queste foto manipolate. Secondo una delle vittime quella che ha subito è stata «come una violenza sessuale».

     

    2-IL REVENGE PORN DELL’IA, RAGAZZE SPAGNOLE SI RITROVANO NUDE SUI SOCIAL

    Estratto dell’articolo di Assia Neumann Dayan per “La Stampa”

     

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    […] Miriam Al Adib è una ginecologa molto popolare sui social, ed è la madre di una delle ragazze: grazie alla sua notorietà questa storia è stata messa al centro del dibattito pubblico in Spagna. Il timore è anche quello che le immagini siano state messe su siti pornografici. Quelle ragazze sono loro, perché sono loro a non uscire più di casa per la vergogna, vergogna per una fotografia dove non sono loro, ma è come se lo fossero.

     

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    Questa cosa non ha un nome, perché nessuno aveva pensato che si arrivasse a un punto dove bisognava inventare nomi nuovi per nuovi reati. O meglio: nessuno è interessato a far finire questa storia. È arrivata l’intelligenza artificiale, è arrivato il deepfake, tecnologie perfette per essere applicate alla pornografia: il problema è che sono arrivate a tutti, sia a ragazzini di dodici anni che a gente che a criminali.

     

    A questo punto, possiamo o chiudere i social e spegnere per sempre la telecamera sul telefono, o rendere responsabili i creatori di queste applicazioni di cui andrebbe regolamentata la vendita. Possiamo pensare anche di fare tutte le ore di educazione sessuale e affettiva che vogliamo, ma direi di essere meno ingenui con l’adolescenza. Tutti i nostri risparmi andranno a finire in avvocati, psichiatri, consulenti, medici. Non avremo più un soldo, e questo perché qualcuno ha deciso di mettere sul mercato tecnologie che non si vogliono, né possono, controllare. […]

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    Questi sono anni favolosi per i pedofili e per i criminali in generale. Nessuno può venire a dire, a me genitore, quanto e come e dove postare le foto di mio figlio. Non viviamo in uno stato etico, per fortuna, e finché mio figlio non è coinvolto in un’attività lavorativa -e qui davvero c’è un mondo di genitori che sfrutta in maniera non regolamentare l’immagine dei bambini per pubblicità- nessuno può venire a dirmi come tutelarne l’immagine di mio figlio.

    Miriam Al Adib Miriam Al Adib

     

    Io credo davvero che nessuno di noi sia stato programmato per l’avvento di internet, dell’intelligenza artificiale, dell’accesso illimitato ai dati, non eravamo pronti e non lo saremo mai: non credo che nessuno ci abbia pensato, credo solo che sia una macchina dove si fanno talmente tanti soldi che nessuno ha intenzione di fermarla. Siamo arrivati a un punto in cui l’unica soluzione sarebbe chiudere tutto. […]

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