fabrizio corona a processo
«È proprio vero ciò che succede e ciò che ha detto anche Papa Francesco, ossia che quando uno si macchia di un delitto non si può più smacchiare». È uno dei passaggi delle dichiarazioni spontanee rese giovedì per circa 45 minuti da Fabrizio Corona nel processo milanese che lo vede imputato per i 2,6 milioni di euro che sono stati trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria.
fabrizio corona a processo.
Dichiarazioni nelle quali l’ex `re dei paparazzi´, oltre a difendersi con forza dalle accuse («io i soldi li mettevo nella cassette di sicurezza non alle Cayman come fa tutto il mondo e nessuno viene arrestato», ha detto), ha citato non solo il Pontefice ma anche «Canzio», il primo presidente della Cassazione, per dire che «bisogna distinguere i processi mediatici dai processi veri e propri».
fabrizio corona a processo le donatella
E poi, in quella che è stata anche una sorta di arringa personale, non ha risparmiato attacchi agli investigatori, alla Dda e ai testimoni, tanto che il giudice Guido Salvini gli ha ricordato che correva «il rischio di incappare in altri gravi reati» e lui ha chiesto «scusa».
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In mattinata era stato il suo difensore, l’avvocato Ivano Chiesa, a parlare per esprime il disappunto del suo assistito: «Corona sta bene, ma è arrabbiato per una cosa che è stata ingigantita, il dibattimento lo sta dimostrando e le cose stanno assumendo le loro reali dimensioni», ha detto facendo riferimento ai resoconti giornalistici sulle intemperanze in aula dell’ex re dei paparazzi nel corso dell’ultima udienza a Milano.
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«L’udienza è pubblica, come si fa a scrivere certe cose? Basta entrare e guardare. Fabrizio in aula era tranquillo, come può esserlo un imputato che rischia 5 anni di galera, ne ha già 5 sulle spalle ed ha una continuazione impugnata. Il presidente del collegio, Guido Salvini, è uno dei migliori giudici d’Italia. Se davvero Corona avesse fatto quello che ho letto sui giornali l’avrebbe cacciato dall’aula in 30 secondi», ha concluso l’avvocato.
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