Estratto dell’articolo di Giovanni Caprara per il “Corriere della Sera”
idlib rasa al suolo dopo il terremoto 5
«La situazione sismica in Turchia e in Siria continua ad essere critica. La seconda faglia di lunedì con magnitudo 7.5 sulla placca anatolica si è distribuita per circa cento chilometri nella direzione est-ovest e nella zona centrale ha mostrato, sia pure in un’area limitata, uno spostamento di dieci metri» spiega Alessandro Amato, dirigente di ricerca all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
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L’energia accumulata negli ultimi anni richiede ancora tempo per essere liberata, come dimostra il continuo ripetersi delle scosse che anche ieri è continuato con un ritmo sostenuto mantenendosi ad un livello di 4.7 della scala Richter. «Del resto la placca anatolica si muove due centimetri all’anno rispetto alla placca arabica e le forze in gioco alimentano l’accumulo di energia — aggiunge —. Possiamo quindi migliorare la prevenzione mentre la previsione resta impossibile».
TERREMOTO IN TURCHIA
La storia sismica della Turchia offre bollettini con numeri di vittime pesanti. «È un Paese vulnerabile ai terremoti trovandosi al crocicchio di tre grandi placche in continuo movimento» precisa Aybige Akinci, sismologa turca ora ricercatrice all’Ingv ma impegnata anche in progetti in collaborazione con i colleghi in Turchia. […]
terremoto in turchia 6 febbraio 2023 13
Nella successione degli eventi che hanno caratterizzato il secolo scorso il 1939 rimane un punto di riferimento sul quale i sismologi di tutto il mondo concentrano anche oggi l’attenzione. Un sisma con magnitudo 7.8 (la stessa dell’attuale) colpì Erzican nella Turchia orientale provocando l’imponente numero di 33 mila vittime mentre la città fu quasi rasa al suolo. «Allora — dice Akinci — si verificò la rottura della faglia nell’Anatolia settentrionale per oltre mille chilometri andando quasi da un’estremità all’altra del Paese innescando una serie di terremoti violenti nei successivi 60 anni».
terremoto a gaziantep, nel sud della turchia1
Una rete sismica copre quasi interamente il territorio raccogliendo informazioni e monitorando le zone più pericolose. Ciò significa che si può capire più facilmente la distribuzione delle forze e l’effetto domino che si può generare nei territori circostanti. Per questa ragione si guarda con apprensione alla faglia a soli 20 chilometri da Istanbul lungo la quale sono già avvenuti nel tempo 12 terremoti e dove la gente vive in una condizione ad alto rischio aspettando un Big One come in California»
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Se le previsioni restano purtroppo impossibili, un’analisi della situazione può fornire qualche indizio sull’evoluzione del fenomeno. «L’intensità delle scosse che continuano suggeriscono che l’attività sismica proseguirà. Non è irragionevole pensare a una continuazione per giorni o settimane o forse qualche mese». Guardando alla mitigazione del rischio nel 2018 il governo ha varato il regolamento alla legge approvata sei anni prima per le costruzioni antisismiche. «Ma non sempre viene rispettata» conclude con amarezza Aybige Akinci.
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