Mario Ajello per il Messaggero - Estratti
stefano bandecchi
In Corso Cornelio Tacito, la via principale di Terni, ci sono due gazebo affiancati ma contrapposti: quello di FdI e quello del Pd. Un paio di militanti della prima tenda si avvicinano, non minacciosi, ai dirimpettai e sbottano: «Perfino Landini, che dovrebbe essere un sindacalista, l'altro giorno è andato al congresso di Magistratura Democratica per chiederle di buttare giù il governo. In Umbria state facendo la stessa cosa, sempre e solo l'arma giudiziaria sapete usare voi comunisti».
I dem sorridono e non replicano ma sta di fatto che, a movimentare gli ultimi giorni prima del voto di domenica e lunedì prossimi, è arrivata quella che da destra chiamano «giustizia ad orologeria» e da sinistra definiscono «semplice legalità». È come se, in versione local e perfino campagnola, visto tutto il verde di questa bella regione, lo scontro tra giustizia e politica che infuria a livello nazionale abbia deciso di triturare pure l'Umbria.
DONATELLA TESEI STEFANO BANDECCHI
«Io me ne frego!», tuona Stefano Bandecchi, il sindaco ternano che con il suo 1,8 preso alle Europee potrebbe propiziare in questo testa a testa tra le due candidate presidenti donne la vittoria non a Stefania Proietti, sindaca di Assisi e front runner del campo largo, ma a Donatella Tesei, la governatrice uscente del centrodestra che ci riprova. E al momento è lei in leggero vantaggio. E Bandecchi? «I pm che si sono inventati la richiesta di rinvio a giudizio contro di me per evasione fiscale? Li ringrazio per l'aiutino elettorale!», proclama il vulcanico sindaco e leader di Alternativa Popolare che si sente un Trump con la pelata o come minimo uno Scajola che ha dato la vittoria ligure alla destra.
stefano bandecchi in versione donald trump - meme
«Meloni ha bisogno di me, altrimenti perde», avverte lui. E se la fa vincere («Io i voti non li raccolgo, li compro!», provoca), ha già pronta la richiesta Bandecchi: un sottosegretario agli Esteri, e il prescelto è Paolo Alli, presidente di Alternativa Popolare, che ha lavorato in Lombardia con Formigoni, è stato vice-commissario all'Expo di Milano e parlamentare Pdl prima di passare con il Ncd di Alfano.
Se la questione giudiziaria in Liguria ha aiutato il centrodestra, qui che cosa accadrà?
C'è il Tartufo Gate, con archiviazione delle accuse perché non esiste più il reato di abuso d'ufficio, che ha investito a sorpresa Tesei e con lei la donna fortissima del centrodestra umbro: Paola Gabiti Urbani, di FdI, assessora a tutto (Bilancio, Università, Turismo, Cultura) che è stata a un certo punto a un passo per diventare ministra del Turismo al posto della Santanché, ha il marito che è tra i maggiori produttori di tartufi nel Centro Italia e insomma: potere vero.
DONATELLA TESEI STEFANO BANDECCHI
(...) La posta in gioco è alta anche o anzitutto a livello nazionale.
Alessandra Ghisleri che tutto sa di flussi e riflussi prevede che cosa potrà accadere se la sinistra dovesse perdere nell'Umbria che è sempre stata sua (tranne negli ultimi 5 anni): «Le altre correnti ne chiederanno conto a Elly Schlein e il suo spazio di manovra verrà ridotto perché il Pd è una confederazione di correnti».
E guarda caso il 30 novembre all'Hotel D'Azeglio a Roma si riunisce il Pd che al congresso aveva sostenuto Bonaccini. E si vocifera - gli spifferi sono arrivati fino a quaggiù in Umbria - che c'è qualche movimento per spingere Giorgio Gori come successore di Elly. «Ma tanto vinciamo noi», dicono tutti nel Pd. Macché, obiettano gli altri, che stasera aspettano a Perugia il presepe, ovvero la chiusura della campagna elettorale con la madonna Meloni, i re magi Tajani, Salvini e Lupi più quel diavolo di Bandecchi.
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