Marco Carta per “il Messaggero”
BIDELLO
Risparmiare sui libri di testo è la speranza di ogni genitore all' inizio dell' anno scolastico.
Ma nel caos delle compravendite spesso non mancano gli approfittatori. Disposti a tutto pur di racimolare qualche euro. Anche a rubare i libri per poi rivenderli sottobanco.
Almeno così aveva provato a fare C.D.L., un bidello in servizio presso la scuola media Ippolito Nievo di via Umberto Boccioni 12, nel cuore del quartiere Parioli, che, dopo una denuncia partita nel 2012, ieri mattina è stato condannato dal giudice monocratico a 9 mesi per furto.
«Non si preoccupi dei libri. Glieli rimedio io senza troppa spesa». Alle mamme degli alunni della scuola dei Parioli in cui lavorava, l' uomo, di origini campane, garantiva prezzi vantaggiosi sui testi scolastici. Volumi quasi immacolati con sconti superiori al 50% sul prezzo di copertina.
SCUOLA - LIBRI DI TESTO
Sembrava un' offerta irrinunciabile. Peccato che i libri fossero prelevati dal corpo insegnante. Che, dopo aver visto scomparire i volumi dagli armadietti personali, li rivedeva materializzarsi, come per magia, nella cartella degli alunni.
Ad incastrare il bidello, che grazie alle sue mansioni poteva muoversi con estrema libertà all' interno dell' istituto, è stata la denuncia di una madre beffata. Alla donna, di origine sudamericana, erano stati promessi i libri per l'insegnamento dell' italiano agli stranieri in uso presso la classe frequentata dalla figlia. Tre corposi volumi per poco più di 40 euro con un notevole risparmio sul prezzo di copertina. Credeva di aver fatto un affare, ma invece dei libri promessi, si era trovata con altri testi.
SCUOLA - LIBRI DI TESTO
«Non si preoccupi signora. Vanno bene lo stesso. Glielo dico io». L'uomo, che con insistenza puntava sul passaparola per incrementare il suo business, aveva provato a rassicurare quella mamma insoddisfatta.
LA SCOPERTA
Ma la donna ha deciso di confrontarsi con una delle docenti, un'insegnante di sostegno, che così ha scoperto presto il raggiro: quei libri, infatti, erano stati rubati dal suo armadietto personale. E nelle prime pagine c' era anche la sua firma. Scoperto l' inganno, la mamma ha denunciato il bidello per truffa, poi ha ritirato la querela.
Il processo però è già partito. A carico dell' uomo, ritornato a vivere in provincia di Napoli, rimane l' accusa di furto pluriaggravato. Sperava di guadagnare qualche decina di euro. Invece si è ritrovato con una condanna a nove mesi, con pena sospesa.
Tre mesi in più rispetto alla richiesta del pm d' aula Mauro Masnaghetti.