Marco Giusti per Dagospia
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“Che ti hanno cagato in bocca?”. “Vuoi che mi lavi i denti?”-“Sì, con lo spazzolone del cesso”. “Mi sento come una deiezione solida a forma di cilindro: uno stronzo”. La cosa che mi più mi ha stupito di questo cinepanettone tardivo, “In vacanza su Marte” diretto da Neri Parenti e interpretato dal duo Massimo Boldi-Christian De Sica, non è tanto la volgarità delle battute o i gran toccamenti di piselli fra i due protagonisti, “Puppa”-“Aripuppa”, a questo siamo abituati, quanto l’ossessione dell’invecchiamento. “Sei vecchio da 24 ore e già rompi i coglioni”, dice De Sica a Boldi che si è trasformato da suo figlio diciottenne a vecchio grazie a un viaggio in un buco nero.
“Sono un vecchio pelato!” urla Boldi che sembra quasi non rendersi conto di quel che è avvenuto, “E mi sembra d’essere come la principessa sul pisello…”. “Se ce l’hai ancora il pisello…” chiude De Sica. Ma la scena chiave è quella che vede Boldi andare a pisciare e scoprire che gli esce solo una pipì a singhiozzi da vecchio con la prostata gonfia. Glielo spiega bene De Sica. Ci vuole la pillola.
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I suoi spettatori lo sanno bene. Ecco, più che un cinepanettone vecchio tipo, e per farlo bene la mancanza di un produttore invadente ma a suo modo geniale come Aurelio De Laurentiis si sente, il film mi sembra proprio un “prostata-movie”, nuovo genere. Cinema non per la famiglia, o per gruppi di giovinastri che ridono a qualsiasi cazzata, ma per vecchi più settantenni che sessantenni o cinquantenni che ridono sul degrado fisico loro e dei loro eroi.
Le battute sulla prostata sembrano infatti scritte per chi ha la stessa età di Boldi e De Sica, come quelle sull’alito cattivo dei vecchi a letto o sulla pelata unta. E anche se il gioco comico è quello di Christian, sposato con Paola Minaccioni, anche se in fuga da quattro anni, e promesso sposo di Lucia Mascino, contro Boldi, il figlio diventato vecchio, è facile vedere nel suo sadismo quasi una sorta di esorcismo al suo scivolamento nella vecchiaia e nei suoi pesanti effetti. Lo stesso atteggiamento Christian lo trasferisce verso la “suocera” Milena Vukotic, madre della Mascino, e descritta poco gentilmente come mignotta attempata.
in vacanza su marte
Ma la Vukotic, devo dire, ha una tale eleganza e ironia da vecchia attrice bunuel-fellinian-salciana da sopportare qualsiasi battuta e continuare a farci ridere anche così presentata. Al punto che alla fine quello che esce più malconcio da questa ossessione di vecchiaia mi sembra sia proprio il personaggio di Christian, il bel gagà che non si vuole arrendere al tempo che passa. Ma si dovrà chinare ai consueti teatrini da vecchi comici che Neri Parenti dispone per lui e Boldi.
Le parti più comiche, lo sapevamo, sono proprio quelle che vedono assieme i due protagonisti, malgrado tutto ancora divertenti, quelle meno interessante, e sapevamo anche questo, sono quelle con i giovani che devono fare il verso agli influencer alla Fedez-Ferragni, anche se Herbert Ballerina come maestro di cerimonie è buffo e intelligente.
IN VACANZA SU MARTE BOLDI DE SICA
Ma se il nuovo genere è il prostata movie come sviluppo del cinepanettone invecchiato, è ovvio che Boldi e De Sica si pappano tutto il film, anche se le tre attrici comiche in scena, Minaccioni-Mascino-Vukotic, sono tutte bravissime e avrebbero potuto fare un loro cinepanettone al femminile che ci sarebbe davvero piaciuto vedere. E ci auguriamo di vedere. La storia con la vacanza su Marte è solo un pretesto per riunire i due attori verso una commedia facile, ma che solo Parenti sa come gestire bene sfruttando al meglio i due attori.
christian de sica in vacanza su marte
Leggo su Twitter commenti un po’ duri da parte di chi ha visto il film, sganciando, come me, i 9,90 euro del noleggio. Ma perché dovrebbe essere gratis? Non rientra neanche nel progetto della Netflix della cultura di Franceschini, credo. Si va da un “Sono senza parole non fa ridere. Zero sceneggiatura, girato in una stanza , personaggi agghiaccianti, De Sica ingrassato e ormai bolso , Boldi alla frutta .
Addio cinepanettoni.” a un “La cosa più agghiacciante di #VacanzesuMarte è il logo Warner all’inizio.” a un “Ma come j’è venuto in mente”. La prima parte, è vero, non fa tanto ridere, ma da quando entra in scena Boldi e i due tornano a far girare la commedia, un po’ si ride. Certo. Non c’è tanto da ridere in questo periodo. Fra Covid, crisi di governo, lavoro che manco, problemi di prostata di chi recita di chi dirige e di chi guarda.
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