Maria Egizia Fiaschetti per corriere.it
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Intitolare una strada a un dj: a Roma, e in Italia, sarebbe la prima volta. Il 21 settembre 2023 saranno dieci anni dalla morte di Marco Trani, virtuoso della consolle (le cassette con i suoi mixati sono ancora leggendarie) e punto di riferimento per la scena del clubbing.
A lanciare la petizione online su Change.org, indirizzata al sindaco e all’assessore alla Cultura, Miguel Gotor, il gruppo Facebook «Vent’anni di Roma by night» (tra gli amministratori il dj e regista Corrado Rizza, amico fraterno di Trani con il quale ha condiviso indimenticabili serate al giradischi). In pochi giorni sulla piattaforma online la raccolta di firme ha superato le 1.300 adesioni e continua a raccogliere consensi. «Andrei subito a vivere in via Marco Trani - l’endorsement di Rosario Fiorello, impegnato nelle tappe siciliane del suo spettacolo teatrale -. Quelli della mia generazione ne sarebbero tutti felici».
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A supportare la campagna per dedicargli una via a Casal Palocco, dove Trani nacque il 14 marzo 1960, l’attore Sebastiano Somma: «Vedere un nome come il suo per strada mi darebbe gioia, leggerezza, poesia... e la speranza che gli artisti che hanno lasciato il segno possano essere ricordati anche visivamente».
La stilista Frida Giannini, grande collezionista di vinili, ricorda «l’amico e grande professionista, un talento che ha regalato sogni a intere generazioni e a me, dai tempi dell’Histeria al mio quarantesimo compleanno». «Molti giovani dj - aggiunge - hanno imparato da lui e la sua musica rimarrà eterna». Tra i sostenitori anche l’inviato di Striscia la notizia, Jimmy Ghione: «Ognuno di noi, anche chi detesta la discoteca, almeno una volta si è imbattuto in un dj. Marco era un mito, credo sia giusto dedicargli una strada... Alcuni prima dell’intitolazione erano sconosciuti: penso a Mario Fani, un educatore, diventato famoso perché lì è avvenuto il rapimento Moro... Marco era già un personaggio carismatico».
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Gazebo, cantante e produttore che nell’83 scalò le classifiche con il brano I like Chopin , scritto assieme a Pierluigi Giombini, si unisce alla mobilitazione sul web: «Trani è stato determinante per la scena musicale italiana e internazionale, dopo di lui è nata la grande moda dei disc jockey. Si merita questo riconoscimento per essere stato l’esempio di come l’arte sia un veicolo positivo per i giovani». «I dj sono dentro le nostre vite - rilancia la giornalista Barbara Palombelli -. Hanno raccontato con le loro scelte percorsi ed emozioni che devono continuare a esistere». Scomparso nel 2013, Trani ha suonato nei club più importanti, dal Pacha di Ibiza al Ministry of Sound di Londra, per diventare poi resident al Pascià di Riccione dove venne ribattezzato «il Frankie Knuckles (leggenda dell’house music di Chicago) bianco».
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