¿La mano de Smalling? ??#ASRoma #RomaBorussia
— Fabrizio Pérez (@FabrizioPR) 24 ottobre 2019
Da gazzetta.it
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È pieno di rabbia Edin Dzeko al termine della gara con il Borussia Moenchengladbach. Quel rigore inesistente dato al 95' è troppo amaro da mandare giù, anche per un capitano pacato come lui: "È un errore grave, non può succedere a questi livelli, cambia tutto. Con una vittoria oggi sarebbe stato tutto più facile, non capisco perché l'arbitro fosse così sicuro, nella posizione in cui si trovava non poteva vedere quel contatto. Non si può dare un rigore all'ultimo minuto così, è inaccettabile. Smalling era rosso in faccia, ma lui non ha nemmeno guardato".
Quindi ripensa alla partita: "Avevamo controllato bene il gioco, nel secondo tempo non abbiamo rischiato niente. Ma ora dobbiamo guardare avanti, questa è finita non possiamo fare niente. Non è un bel momento, qui una vittoria ci stava tutta la vita, anche per il morale". Infine sulla sua maschera: "Mi devo ancora un po' abituare, ma l'importante è che stia bene".
I PROBLEMI DI FONSECA
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Il risultato ovviamente va stretto anche a Fonseca, che sembra però più preoccupato per i suoi giocatori: "Una decisione così è difficile da accettare, i ragazzi sono devastati. Non dimentichiamo che abbiamo affrontato i primi della Bundesliga, controllando sempre la partita. Periodo sfortunato? Beh, il calcio è anche questo, dobbiamo reagire velocemente, partendo dalla buona gara fatta oggi nonostante le tante difficoltà. Di certo però meritavamo un altro risultato". Poi si sofferma sui singoli, a partire da Mancini, utilizzato a centrocampo: "È un lottatore, ha fatto una bellissima partita nonostante fosse per la prima volta in quel ruolo, non era facile. Se giocherà lì anche contro il Milan? Vediamo, la verità è che non abbiamo molte soluzioni.
Under? Dovrebbe tornare nei prossimi giorni, ma non sappiamo ancora se sarà pronto per la gara di domenica contro i rossoneri. Per Pastore il discorso è diverso, non è facile per lui giocare due partite così, sappiamo che ha un passato fatto di tanti problemi e va gestito. Io però ci ho parlato e mi ha detto che è pronto". E chi potrebbe essere in questo momento il vice Dzeko? "Forse posso giocare io, ma ero un difensore centrale... (ride, ndr). L'unica possibilità credo sia Zaniolo, non è la sua posizione ma non abbiamo altre opzioni".
ZANIOLO, GOL E SOSTEGNO SOCIAL. PINAMONTI: “CAPELLO, DICEVAMO?”
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Chiara Zucchelli per gazzetta.it
Dai tifosi alla famiglia fino agli amici: un’ondata di amore e sostegno per Nicolò Zaniolo. Non è stato facile il prepartita di Roma-Borussia per il numero 22 giallorosso, viste le parole di Capello che poco sono piaciute a lui e ai genitori. Speravano che l’allenatore dell’ultimo scudetto della Roma intervenisse per chiarire il suo pensiero, invece Capello ha scelto il silenzio, mentre Nicolò, per rispondere, ha scelto l’Olimpico. Settantacinque minuti da leader, un gol di testa sotto la curva Nord preziosissimo in una serata di bufera (il secondo in Europa League), l’esultanza con le mani alle orecchie come tanti anni fa, da queste parti, era tipica di Marco Delvecchio.
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L’ex attaccante, però, lo faceva per replicare alle critiche dei tifosi, con cui poi scoppiò un grande amore, Zaniolo invece le ha fatte per non sentire le parole su di lui dette fuori Roma. Da Capello, ieri sera a Sky, e non solo.
Nella città che lo ha adottato e dai romanisti si sente amato. Amatissimo. Tra radio e social per tutta la giornata i tifosi hanno preso le sue parti, poi sono intervenuti la mamma e l’agente, in serata il papà, presente all’Olimpico con la moglie, ha scritto su Facebook: “Orecchie tappate dai commenti, ti amo campione. Non sentire nessuno, orgoglio mio più grande”.
Durante la partita, poi, a prendere le sue parti anche gli amici Scamacca e Pinamonti, compagni di nazionali giovanili: “Te sei uno con i co... Tappate le orecchie da tutti i commenti, daje fratello”, ha scritto l’ex romanista, mentre l’attaccante del Genoa è andato più diretto: “Tutti muti. Capello, dicevamo?”. Quello che dirà Capello, se mai tornerà sulla questione, nessuno lo sa. Ma si sa quello che hanno detto e fatto i trentamila dell’Olimpico: il nome di Zaniolo gridato più forte di tutti quando è entrato in campo, la standing ovation quando è uscito.
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