Francesco Olivo per "la Stampa"
mattarella draghi
Le ovazioni a Mattarella con l'invito al bis e l'editoriale del Financial Times. La tenaglia per Mario Draghi era prevista, ma ha un suo peso. Le spinte per evitare un trasloco del premier al Quirinale sono sempre più forti e arrivano da più parti. Il quotidiano finanziario britannico lo scrive in prima pagina: «La prospettiva che Mario Draghi si dimetta da primo ministro per assumere la presidenza minaccia di far piombare l'Italia nell'instabilità politica proprio mentre il governo intraprende ambiziose riforme strutturali e un piano di ripresa sostenuto da quasi 200 miliardi di euro di fondi Ue».
Un commento che assomiglia ad un appello, specie se rivolta a un ex presidente della Bce. Per il Financial Times è «l'establishment italiano» a temere la scelta del presidente della Repubblica, evidenziando come funzionari e analisti ritengano che senza Draghi «è improbabile che il governo sopravviva nella sua forma attuale».
sergio mattarella e mario draghi
La testata Politico va al di là: «Mario Draghi è la persona più potente d'Europa. Gli italiani non sono abituati a vedere i loro primi ministri restare a lungo in carica, ma molti sperano che Draghi si dimostri l'eccezione». In questo contesto, come notato dallo stesso Financial Times, rientrano anche gli inviti del pubblico della prima della Scala a Mattarella di restare al Quirinale. Ma questa prospettiva si scontra, non soltanto con la reiterata volontà del presidente di non accettare un secondo mandato, ma anche con la contrarietà del centrodestra.
draghi berlusconi
Il primo argomento per Forza Italia è la presenza nella corsa di Silvio Berlusconi. Ma il ragionamento va al di là e investe la coalizione: il centrodestra per la prima volta ha la forza sufficiente in parlamento se non per eleggere un proprio esponente, almeno per impedire che lo facciano gli altri. «Stiamo lavorando, ma posso già dire che non ci sarà un presidente con la tessera del Pd», ripete Matteo Salvini, molto attivo nelle ultime ore.
sergio mattarella e mario draghi
«Mattarella ha già detto che tocca a qualcun altro perché così prevede la Costituzione ed è giusto così» ha detto il leader della Lega al Tg2. Per Fratelli d'Italia l'assoluta priorità è trovare un inquilino del Colle che possa dare «garanzie di imparzialità», che altri termini significa avere un presidente che non abbia preclusioni nel dare l'incarico a un ipotetico esponente di FdI o della Lega.
Persino Giuseppe Conte è riuscito a ottenere un applauso dalla platea ostile, ma educata del festival Atreju, quando ha ricordato che «non c'è scritto da nessuna parte che il presidente della repubblica debba essere di una parte politica». Più fredda la platea quando l'ex premier ha rilanciato la proposta di riforma della legge elettorale, con un proporzionale con la soglia del 5%.
MARTA CARTABIA - GIORGIA MELONI
Fabio Rampelli, deputato di Fdi e vicepresidente della Camera, sotto al palco sottolinea: «Per ristabilire la normalità democratica: Draghi al Quirinale e subito al voto». Nel villaggio natalizio alle porte del Vaticano, che ospita la festa di Atreju ieri è scoppiato un amore, o per lo meno una simpatia forte per Marta Cartabia. La platea di Fdi, composta in buona parte da parlamentari e amministratori locali, ha tributato applausi molto convinti alla ministra della Giustizia.
Cartabia, intervistata dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana non si è ritratta sin dal primo intervento, mostrando una certa abilità politica per scelta dei toni e degli argomenti: «Questa è una terza puntata di un dialogo serrato che si è instaurato con Giorgia Meloni. Fratelli d'Italia è l'unico partito di opposizione e quindi ho sentito questo come un atto dovuto perché in una democrazia si dialoga con l'opposizione».
marta cartabia giorgia meloni atreju
In seguito la Guardasigilli ha strappato consensi su temi molto cari alla platea, come il ritorno in Italia di Chico Forti e l'esecuzione in patria delle condanne comminate agli stranieri. «Non sarebbe male come presidente», dice un parlamentare che chiede di restare anonimo. Certo, «deciderà Giorgia», ma il popolo di FdI torna a casa con un'idea.