Lorenzo d'Albergo e Clemente Pistilli per “la Repubblica - Edizione Roma”
Tensioni, risse, chat di fuoco. Eletti ( e non) in fuga verso lidi più sicuri.
MATTEO SALVINI E LUIGI MASTRANGELO
La certezza che a fare il nome del candidato per le prossime Regionali sarà Fratelli d'Italia. Il tracollo della Lega a Roma e nel Lazio è nei veleni di chi rumorosamente scende da un Carroccio sempre più sgangherato.
E, soprattutto, nei numeri. Il partito che alle Europee del 2019 conquistò il 32,66% delle preferenze nel Lazio, strappando le periferie di Roma al M5S, non c'è più. Il 5,93% racimolato alle Comunali, la tornata che ha incoronato sindaco il piddino Roberto Gualtieri, ha messo in ginocchio il partito di Matteo Salvini. Persi 225 mila voti in un sol colpo, ecco il quinto posto dietro alla lista Calenda, a FdI, Pd e ai grillini.
zicchieri
Il leader, a caldo, avendo mal sopportato e supportato la candidatura di Enrico Michetti, si giustificò così: « Se la metà dei cittadini sceglie di non votare è solo colpa nostra. Dei nostri errori, litigi e ritardi: che mi serva e ci serva di lezione». Sette mesi dopo, se possibile, la situazione è peggiorata: gli ultimi sondaggi che circolano in Regione per le Amministrative del 12 giugno danno la Lega tra il 7 e il 9%, FdI lanciata in una forbice racchiusa tra il 27 e il 29%. Sopra all'ex corazzata verde c'è di certo il Pd (23-24%) e potrebbero esserci anche i 5S, dati tra il 7,5 e il 9,5%. È la conferma del patatrac.
Non che servissero vaticini pre- elettorali e percentuali per intuirlo. Nelle ultime settimane, in casa Lega è andato in scena uno scippo continuo. I meloniani hanno portato dalla loro parte la consigliera regionale Laura Corrotti. Un trend inaugurato con una raffica di cambi di casacca nei municipi. « Perdite non imperdibili», la butta lì chi a Roma gode della massima fiducia di Salvini. Il problema è che poi a fare calciomercato ci si è messo pure Gianluigi Paragone.
ZICCHIERI
Anche l'ex 5S, inaugurato il movimento sovranista Italexit, ha pensato bene di fare shopping dove il centrodestra appare più friabile: il colpo grosso è stato l'acquisto del senatore William De Vecchis. Un affare che ha inciso anche sulle ultime contorsioni di CasaPound. Dal Carroccio, dopo averlo infilato ( non senza polemiche) nelle liste elettorali per le ultime Amministrative, l'ex leghista ha recuperato l'ex tartaruga frecciata Alessandro Aguzzetti. Poi è stato il turno di Fabrizio Montanini. A completare il giro che minaccia ormai l'esistenza stessa della fazione d'ultradestra asserragliata nell'occupazione ( sotto sfratto) all'Esquilino ci si è messo pure Simone Di Stefano. Volto noto di CasaPound, ha abbandonato la ciurma per fondare il suo partito. Che si chiama Exit, strizza l'occhio a Paragone e pare destinato a essere assorbito dal progetto dell'ex conduttore televisivo. L'ultimo indizio? Il "mi piace" di Davide Di Stefano, fratello di Simone e militante dei " fascisti del terzo millennio", a una foto di De Vecchis su Facebook.
salvini zicchieri foto mezzelani gmt 114
Fuori dai social, i segnali sono ancora più violenti. Basta chiedere a Francesco Zicchieri, ex coordinatore della Lega laziale appena uscito dal partito sbattendo la porta. Lo attende il gruppo misto. I meloniani non lo cercheranno: «Non ci interessa, come non ci interessa riabbracciare chi è già stato in Fratelli d'Italia è poi è andato con la Lega».
Tornando al Carroccio. L'uscita di Zicchieri, carica di veleno e di risentimento nei confronti di Matteo Salvini, ha almeno l'effetto di aver esaurito la dinamica che vedeva contrapposti l'ex coordinatore del Lazio al nuovo. Francesco Zicchieri contro Claudio Durigon, Ugl contro Ugl. Ora restano solo, se così si può dire, da gestire le tensioni in capo al secondo.
SALVINI MELONI BERLUSCONI
La proposta di Durigon di intitolare il parco che Latina ha dedicato ai pm antimafia Borsellino e Falcone ad Arnaldo Mussolini, fratello minore di Benito, ha scombinato l'immagine del partito. La sconfitta elettorale nel capoluogo pontino, storico avamposto di destra, ha acuito la crisi accesa dall'inchiesta per voto di scambio (all'altro capo dello scandalo c'è il clan di Silvio) che coinvolge l'europarlamentare verde Matteo Adinolfi.
Come se non bastasse ci sono i guai nelle province. A Viterbo per il centrodestra corrono tre candidati.
La Lega non è stata capace di trovare una sintesi politica nemmeno a Sabaudia. Mentre Anzio, governata dal Carroccio, è finita nel mirino della prefettura di Roma per sospette infiltrazioni criminali. La tempesta perfetta è in realtà perfettibile. Il prossimo scontro è già in canna: il sindaco uscente di Frosinone, Nicola Ottaviani, alle Comunali si peserà con una sua lista civica. Se raccoglierà più voti della Lega, il primo cittadino potrebbe provare a dare la caccia alla poltrona di Durigon, forte anche dell'amicizia con Giorgetti. E Salvini? Vuole recuperare il terreno lasciato a Giorgia Meloni tenendo le convention di partito a Roma. Mentre i suoi, tra il Campidoglio e la Regione, arrancano maledettamente.
salvini meloni MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI CURLING