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    INCREDIBILE STORIA DA TORINO: UN 39ENNE MUORE IN UN INCIDENTE STRADALE MENTRE ERA IN VIAGGIO DI LAVORO E L'ASSICURAZIONE RISARCISCE LA MOGLIE E L'AMANTE: "PASSAVA TRE GIORNI CON ME, QUATTRO CON LA FAMIGLIA" - L'AMANTE E' RIUSCITA A DIMOSTRARE DI AVERE CON LA VITTIMA UNA "PROGETTUALITA' COMUNE" - ORA CI SARÀ UN RISARCIMENTO DOPPIO, NON UNO DIVISO A METÀ…


     
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    Francesca Lai per "la Stampa"

     

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    Lui aveva due vite. Due mondi che non si incrociavano mai. A 39 anni, sposato da tre, era padre di un bambino ancora piccino. Aveva una moglie, spesso in viaggio, molto occupata. E aveva un'amante: una fidanzata clandestina, ma poi neanche così tanto. Li vedevano in giro. Andavano a cena. Avevano un mondo solo loro. Lui è morto un anno fa in un incidente stradale, sull'autostrada del mare. Questa è una storia di amori clandestini, di scoperte che stravolgono la vita a e di soldi.

     

    E forse citare Ozpetek e le sue «Fate ignoranti» è un po' troppo. Perché, alla fine, quello che conta in questa storia sono i denari. Quelli con cui l'assicurazione ha risarcito la moglie della vittima e la fidanzata occulta. «Cifre importanti» dicono perché entrambe le donne di questa storia erano «affetti» veri di quell'operaio di Torino morto contro un pilone in autostrada mentre era in trasferta per lavoro.

     

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    E poco importa che con una fosse sposato, avesse un legame che risultava sui documenti firmati e controfirmati dai testimoni nel giorno delle nozze, e l'altra non risultasse agli atti. Erano entrambe la sua vita. Gino Arnone, l'avvocato che ha assistito la fidanzata nella richiesta danni - chiusa in via stragiudiziale - è chiaro quando spiega: «Nessuno avrebbe potuto negare la legittimazione ad agire a quella donna che si era qualifica come "fidanzata della vittima".

     

    A lui, infatti, era legata da una aspettativa di vita comune, come lei stessa è riuscita a dimostrare. Qui c'era una reale intensità di affetti, c'era la convivenza. E c'era pure una progettualità verso il futuro». Insomma: il danno causato da questo affetto strappato doveva essere risarcito.

     

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    A prescindere. Perché - carte o non carte - il dolore del cuore è qualcosa che va oltre la burocrazia. E oltre le convenzioni sociali e quelle etiche. Ecco, e allora si torna a quell'ottobre di un anno fa. Quando il furgone con l'operaio ha l'incidente. Ci sono procedure da seguire anche in queste occasioni. La prima, la più dolorosa, che strazia il cuore, è il riconoscimento della vittima. I poliziotti, quel giorno, riescono a rintracciare soltanto l'amante. La convocano, le mostrano il cadavere.

     

    «È lui» dice, e poi scoppia a piangere. La moglie - in viaggio - rientra in fretta a Torino, ma il rito più doloroso è già compiuto. Ecco, è lì che le due donne - forse - s' incontrano per la prima volta. E come nelle Fate ignorati pian piano viene fuori il tutto. Le nottate trascorse fuori casa da lui, con l'amante, che aiuta anche a pagare l'affitto di un appartamento, non enorme ma decoroso, in borgata Parella.

     

     «Tre giorni con me, quattro con la famiglia» racconta la donna nascosta. Che mette insieme ricordi, testimonianze, racconti degli amici che sapevano, li frequentavano. E tacevano. Il resto è storia di carte giudiziarie. L'avvocato Gino Arnone tratta con l'assicurazione. Ci sarà un risarcimento doppio, non uno diviso a metà. Ed è subito un caso giudiziario. A volte va così. Anche le assicurazioni si arrendono all'amore.

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