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    BONIFICARE LA RAI - INDAGINE SU GIORNALISTI E DIPENDENTI DI VIALE MAZZINI PER LE NOTE SPESE GONFIATE AGLI EUROPEI DI CALCIO - TUTTO NASCE DAGLI ACCERTAMENTI DELLA POLIZIA FRANCESE SULLE RICEVUTE EMESSE DURANTE I CAMPIONATI DA UN RISTORANTE DI PARIGI GESTITO DA UN ITALIANO - 18 PERSONE, TRA CUI 7 GIORNALISTI, RISCHIANO LA SOSPENSIONE O PEGGIO


     
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    VIALE MAZZINI VIALE MAZZINI

    Fulvio Bianchi per www.repubblica.it

     

    La polizia francese indaga su una serie di ricevute di pranzi e cene che un ristoratore italiano, da anni a Parigi, avrebbe fatto durante i campionati europei di calcio della scorsa estate ad oltre un decina di dipendenti della Rai. Fra loro, anche 7 giornalisti di Rai Sport. Il ristoratore, conosciuto nell'ambiente dello sport, è stato già interrogato dagli agenti di Parigi: da stabilire se le note spese erano false o gonfiate. A quanto si apprende si tratterebbe di ricevute tutte identiche con importi da 70 euro ciascuna a pranzo e a cena per l'intero periodo della trasferta.

     

    Rai Rai

    Martedì scorso la direzione risorse umane di Viale Mazzini ha mandato una lettera di contestazione e richiesta di chiarimenti ai 18 dipendenti Rai coinvolti: ora hanno tempo cinque giorni, quindi sino a domenica, per presentare le loro controdeduzioni. Al termine, la Rai deciderà se, e quali, provvedimenti disciplinari prendere. La Rai, come noto, è un ente pubblico, che beneficia del canone, ed è soggetta quindi ad alcune regole. C'è da stabilire adesso se le fatture erano davvero false, e quante erano: il rischio è la sospensione dal servizio, se non peggio. L'inchiesta è solo agli inizi.

     

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    In un comunicato, l'Usigrai e il cdr di Raisport, scirvono che "ancora una volta qualcuno ha messo il fango davanti al ventilatore per sporcare la Rai. Sono in corso verifiche. Ricordiamo ai garantisti a giorni alterni che le verifiche si fanno per accertare i fatti e non sono un preannuncio di condanna. Se qualcuno ha sbagliato, deve pagare. Ma se invece le accuse verranno smontate - aggiungono il sindacato dei giornalisti e il comitato di redazione - a pagare dovrà essere chi infanga il buon nome dei dipendenti Rai. Quindi pretendiamo chiarezza, con urgenza, e che le verifiche vengano fatte con scrupolosità e senza processi sommari. La Rai, a propria tutela, assicuri riservatezza fino a che non sarà fatta chiarezza".

     

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