Gabriele Laganà per "www.ilgiornale.it"
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Una morte davvero orribile quella a cui è andata incontro un’adolescente indiana.
La ragazzina di soli 13 anni, infatti, è stata decapitata con una falce da un suo vicino di casa solo perché si è rifiutata di fare sesso con lui.
Secondo quanto ha riportato il Mirror, il crimine si è verificato nel distretto di Salem, nel Tamil Nadu, nell’India meridionale.
L’uomo, infatti, avrebbe fatto alla minore, appartenente ad una casta inferiore, esplicite avances sessuali ma questa, choccata dalla proposta, si è rifiutata. Un no che le è costato davvero caro.
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Il vicino non ha accettato la risposta e, in preda all’ira, si è scagliato con una ferocia inaudita contro l’adolescente: prima l’avrebbe aggredita e poi, come se fosse un’azione del tutto normale, ha impugnato l’arma e l’ha uccisa barbaramente.
L’accusato, Dinesh Kumar, è stato arrestato subito dalla polizia locale ed ora dovrà affrontare un processo.
Purtroppo episodi come questo, per quanto terrificanti, si verificano ancora troppo spesso tra persone di diverse caste e la giustizia non tutela abbastanza chi non ha potuto studiare e farsi una posizione.
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Secondo uno studio effettuato dal "National Crime Records Bureau", nel 2016 ci sono stati 47.000 crimini contro persone di caste più basse.
Gli attivisti che si battono per la parità di diritti per tutti saffermano che l'assassino era mentalmente disturbato e che la 13enne aveva già raccontato più volte in passato di aver subito delle molestie.
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Per contrastare il fenomeno lo scorso settembre è stata ideato un registro nazionale dei responsabili di violenza sessuale.
I nomi dei condannati per questi crimini saranno inseriti in un database accessibile esclusivamente alle forze dell’ordine.
L’obiettivo, per quanto difficile, è ridurre il numero di reati commessi nel Paese contro le donne.
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