Francesco Agnoli per “Libero Quotidiano”
DOLFUSS MUSSOLINI
Intervistato da Lafedequotidiana.it, monsignor Gerhard Wagner, scelto a suo tempo da Bendetto XVI come vescovo di Linz, alla domanda «In Austria vince l' ultradestra?», ha risposto: «Chiacchiere, non è affatto ultradestra, ma un partito che correttamente interpreta il volere e le necessità del popolo e dei cattolici».
Non è necessario conoscere la politica austriaca per capire che occultare i problemi dando del cornuto all' asino non è la soluzione. Il cosiddetto muro austriaco non riesce a far comprendere all' Europa che il problema di un' immigrazione massiccia non si risolve a colpi di slogan?
Che quando un Paese è costretto a certi atti, è perché sta succedendo qualcosa di grave, e nessuno se ne vuole davvero occupare? O ci accontentiamo del moralismo a buon mercato di un Obama, la cui insipienza, in Siria e Libia, è la cagione principale di queste drammatiche migrazioni?
Sia come sia, un dato è certo: la povera Austria non gode di buona stampa, qualsiasi cosa faccia, da almeno cent' anni. Nel 1914 l' impero austriaco era l' ultimo impero multinazionale, multietnico, nel cuore dell' Europa. In esso convivevano austriaci, italiani, slavi, ungheresi, cechi, slovacchi... popoli diversi, con costumi e usi differenti, ma accomunati da una stessa storia e una stessa religione. Un vero pugno in un occhio per le ideologie dominanti dell' epoca: il nazionalismo e il secolarismo.
DOLFUSS CIANO MUSSOLINI
«L' Austria cattolica e multietnica deve morire»: l' urlo echeggiò tra le cancellerie dei Paesi liberali e sulla bocca dei nazionalisti di ogni Paese. Benito Mussolini, allora un perfetto impasto di socialismo e di nazionalismo, vedeva nell' Austria il residuo di un passato medievale da spazzare via; anche un oscuro signore, austriaco di nascita, Adolf Hitler, odiava il suo paese, detestava gli Asburgo, e guardava alla assai più moderna Germania, di cui in effetti diventerà il dittatore. In Francia e in Inghilterra si pensava qualcosa di analogo.
La Grande guerra spazzò via l' Impero degli Asburgo, e la grande Austria fu ridotta a uno staterello, al governo del quale giunse, nel 1932, Engelbert Dollfuss.Nei testi di storia è dimenticato, oppure etichettato, con la stessa superficialità con cui si guarda oggi alla destra austriaca, con un solo aggettivo: «Fascista!» Ma Dollfuss non era affatto un fascista; era salito a vertici per il suo legame con il mondo contadino e con coloro che non avevano dimenticato gli ideali della felix Austria.
ADOLF HITLER MEIN KAMPF
Era un cattolico di destra, fiero avversario del comunismo e del marxismo. Ma anche acerrimo nemico del nazionalsocialismo, in cui vedeva, non a torto, il figlio delle ideologie che avevano abbattuto l' Impero.
Per questo, lui che chiamava i comunisti «socialisti rossi» e i nazisti «socialisti bruni», sciolse il partito nazista austriaco, pagandone le conseguenze: subì un primo attentato, la Germania lo attaccò con il boicottaggio dell' Austria e favorendo attentati terroristici contro gli impianti e persone.
Sino al 25 luglio 1934, giorno in cui Dollfuss venne ferito a morte dai nazisti, che gli negarono non solo il medico, ma anche il sacerdote. Il quotidiano della Santa Sede dichiarò in quell' occasione che il nazionalsocialismo altro non era che «nazional-terrorismo».
AUSTRIA SCHUSCHNIGG
Dopo Dollfuss, un altro cencelliere di destra austriaco, figlio della cultura asburgica, Kurt Alois von Schuschnigg (1897-1977), venne costretto da Hitler alle dimissioni, per essere poi imprigionato dai nazisti nella sua casa, per 17 mesi, e infine spedito nel campo di concentramento di Dachau prima e in quello di Sachsenhausen poi.
«Il nostro Schuschnigg», scriveva Sigmund Freud il 22 febbraio 1938, «è una persona perbene, coraggioso e di carattere...». Ma neppure lui potè nulla contro la Germania, anche perché fu abbandonato dal resto d' Europa. Da un' Europa che nel dopoguerra verrà ricostruita, tra gli altri, proprio da un ex cittadino austriaco: Alcide de Gasperi.
kurt alois von schuschnigg
Forse pochi ricordano che il politico italiano, annoverato tra i padri dell' Ue, da giovane era stato anche lui un avversario sia del socialismo che del nazionalismo, e nel 1908, a Trento, si era scontrato più volte contro due avversari dell' Austria, Cesare Battisti e Benito Mussolini. Come deputato trentino a Vienna, de Gasperi aveva imparato la possibilità, per popoli diversi, di vivere in pace in uno stesso Stato.
L' Austria multietnica, distrutta dai nazionalismi e dalla I guerra mondiale, calpestata dal pangermanesimo hitleriano, vendicata anni dopo da un suo cittadino? Forse avremmo potuto dirlo se l'Ue fosse davvero l' Europa dei popoli, tenuti insieme da una stessa cultura e dalle stesse radici.
ALCIDE DE GASPERI A NEW YORK FOTO ANSA
Ma l' Europa di oggi appare in declino, e se non sarà la piccola Austria, cui manca la visione politica e religiosa di un tempo, saranno gli ex Paesi comunisti, dall' Ungheria alla Polonia, a farla saltare, o, comunque, a cambiarla radicalmente. Perché quei paesi, a differenza dell' Europa occidentale, non tollereranno a lungo che l' Europa sia, di fatto, un' entità dispotica, proprio come l' Urss da cui si sono liberati.
DE GASPARI DE GASPERI