1-COME È STATA ORGANIZZATA L'OPERAZIONE PER LIBERARE QUATTRO OSTAGGI ISRAELIANI
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per www.ilfoglio.it
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L’operazione “Semi d’estate” per portare fuori dalla Striscia di Gaza quattro ostaggi – Noa Argamani, Almog Meir Jan, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv – era stata pianificata dall’esercito, dai servizi di sicurezza dello Shin Bet e dalla polizia di frontiera.
Oggi alle 11 ora israeliana, quando in Italia erano le 10, è stato dato l’ordine agli ufficiali dell’unità speciale della polizia israeliana Yaman di fare irruzione in due edifici di Nuseirat, che si trova al centro della Striscia di Gaza.
Gli ostaggi si trovavano in due edifici diversi, distanti l’uno dall’altro duecento metri, gli ufficiali della Yamam e dello shin Bet hanno deciso di colpire entrambi i siti contemporaneamente: agire in modo separato avrebbe potuto mettere Hamas nella condizione di uccidere gli ostaggi una volta a conoscenza dell’operazione di salvataggio.
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Noa Argamani si trovava sola nella casa di civili di Gaza, gli altri tre ostaggi erano in un’abitazione separata, probabilmente Hamas paga le famiglie locali per tenere gli ostaggi nelle loro case. Il salvataggio di Almog, Andrey e Shlomi è stato più complicato, è scoppiata una grande sparatoria, durante la quale è stato ferito Arnon Zamora, ufficiale dell’unità Yamam e comandante della squadra che ha fatto irruzione nel secondo edificio.
I tre ostaggi e Zamora sono stati portati in un veicolo camuffato mentre erano sotto il fuoco di Hamas, durante la fuga il veicolo è rimasto bloccato ed è dovuta intervenire una seconda squadra che ha consentito ai tre ostaggi e a Zamora di allontanarsi: l'ufficiale è morto poche ore dopo in Israele.
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2-GLI AGENTI SUL CAMION DI AIUTI
Paolo Brera per repubblica.it - Estratti
Così tanta gioia, così tanto sangue. Noa Argamani, rapita in motocicletta il 7 ottobre al Nova Festival, diventata icona di un incubo, sale accompagnata a braccia dai suoi salvatori sull’elicottero israeliano. Sono le 11 di mattina, è fermo con le pale in moto sulla spiaggia di Gaza, a trenta metri dal pontile americano, quello costruito per portare gli aiuti umanitari. È libera.
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Pare scritto dagli sceneggiatori di Fauda il copione di questa battaglia feroce tra quel che resta in piedi del campo profughi di Nuseirat, al centro della Striscia. Infiltrati e spie, ostaggi e blitz e spari.
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Ma il sangue è vero. Una pioggia di bombe e proiettili, impossibile distinguere tra miliziani col kalashnikov e madri a far spesa con i bimbi. «Arrivavano colpi dappertutto», dicono i testimoni palestinesi a cui è andata bene; altri, un centinaio secondo gli stessi israeliani e più di duecento per le autorità locali, sono arrivati a pezzi nell’ospedale Al-Aqsa di Deir al Balah. Non sa più dove mettere i vivi, figurati i morti.
È il momento della rivalsa israeliana, il giorno dell’azzardo di Netanyahu che non ha mai puntato un siclo sul negoziato promettendo che gli ostaggi li avrebbero restituiti le armi. L’intelligence ha fornito le coordinate, le forze speciali ci hanno lavorato «per settimane, con addestramenti continui», dice il portavoce dell’Idf. Sotto copertura aerea, navale e terrestre scatenata dall’esercito e dalle forze speciali, dai parà e dall’aviazione, unità della polizia speciale sono riuscite a esfiltrare dalla Striscia Noa Argamani, 25 anni, Almog Meir Jan, 21 anni, Andrey Kozlov, 27 anni, e Shlomi Ziv, 40 anni.
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I dettagli di questa operazione “Summer seeds”, semi d’estate, lasciano a bocca aperta. I Servizi israeliani che il 7 ottobre non seppero prevedere il terrore hanno preparato un’operazione rischiosa e spregiudicata che ricorda azzardi di un tempo, l’eliminazione dei terroristi delle Olimpiadi di Monaco ‘72 o gli ostaggi liberati nell’aeroporto di Entebbe nel ‘76. Affiancati da Usa e Gb hanno identificato gli ostaggi e studiato l’assalto insieme alla Cellula Usa che dà «consigli e supporto per identificazione e salvataggio», dice una fonte della Casa Bianca.
Il via libera politico arriva giovedì: attacchi in varie aree della Striscia per confondere Hamas depistandone l’attenzione. Sono operazioni rischiose e controverse come il bombardamento nella scuola dell’Unrwa a Nuseirat, con decine di vittime. Ma è solo il prologo. Ieri mattina gli attacchi si intensificano e scattano due operazioni parallele dirette da Shin Bet e forze speciali di polizia. Devono essere due blitz rapidissimi e taglienti. Da giorni gli israeliani hanno infiltrato il gruppo d’azione, finti profughi con mezzi arrivati attraverso il molo americano.
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Nessuno degli ostaggi da liberare è nei tunnel: Noa è in un appartamento a Nuseirat, gli altri tre in una casa a duecento metri di distanza. Devono agire contemporaneamente. Con Noa fila tutto liscio, con i tre uomini no. Alle 11.15 comunicano: «I diamanti sono nelle nostre mani». Zmora è ferito, ma riescono a salire sul camion guidato da una finta profuga. I miliziani in forze li circondano.
Nella sala operativa israeliana ci sono Netanyahu, il ministro della Difesa e il capo di Stato maggiore. E arriva l’ordine: liberarli a qualunque costo. È una carneficina. Migliaia di civili sono intrappolati. Caccia ed elicotteri sparano all’impazzata, centinaia di uomini della 7a brigata, paracadutisti e altre forze convergono a piedi e con i carri armati mentre la marina bombarda. Si riapre una via di fuga. Zmora arriva senza vita in ospedale: l’operazione diventa “Operazione Arnon”.
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Ora restano scie di troppo sangue per un risultato che si sarebbe potuto ottenere col negoziato. Sarà più difficile, con 120 ostaggi tenuti chissà dove. Noa dice che è stata prigioniera in appartamenti civili, con una famiglia benestante e noi in tunnel e prigioni di Hamas secondo cui nel blitz israeliano sarebbero caduti anche alcuni ostaggi. Il presidente palestinese Abu Mazen invoca il Consiglio di sicurezza Onu sul «sanguinoso massacro».
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Per fermare gli israeliani, Hamas ha usato armi da fuoco, missili antiaereo e lanciarazzi, le truppe di terra e l'aeronautica di Tsahal si sono aggiunte all’operazione, gli attacchi sono stati forti e sono morti diversi civili palestinesi, secondo Hamas duecento.
Gli ostaggi erano tenuti in un’aerea abitata da civili, questo ha aumento il rischio dell’operazione. Secondo Axios gli Stati Uniti hanno contribuito a dare informazioni utili a localizzare e liberare gli ostaggi […]
noa argamani nel video diffuso da hamas LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI A GAZA - 1 LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI A GAZA
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Noa Argamani liberazione degli ostaggi israeliani a gaza 5 NOA ARGAMANI RAPITA IL 7 OTTOBRE Noa Argamani liberazione degli ostaggi israeliani a gaza 3 liberazione degli ostaggi israeliani a gaza 1 ostaggi israeliani salvati a gaza liberazione degli ostaggi israeliani a gaza 4