Attilio Barbieri per “Libero quotidiano”
JEROME POWELL JACKSON HOLE 2
Inflazione o recessione. Sulle scelte dei banchieri centrali per frenare il carovita si giocheranno le prospettive dell'economia globale. Il tema è al centro del simposio internazionale di Jackson Hole che si apre oggi nel Wyoming. Ospiti i 200 timonieri della politica monetaria mondiale. E non solo. Secondo le anticipazioni che si leggono da giorni sui media di tutto il mondo, il numero uno della Federal Reserve americana, Jerome Powell, racconterà ai mercati che è molto più "falco" di quel che si creda.
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Dunque - questa sarebbe la conseguenza inevitabile - il capo della Fed andrà avanti con il rialzo dei tassi. Il suo intervento è previsto per le 9 di mattina, ora locale, di venerdì 26 agosto, quando in Italia sarà pomeriggio inoltrato. A borse chiuse (in Europa) scopriremo cosa ci riserverà il futuro monetario.
ATTERRAGGIO DURO
JEROME POWELL A JACKSON HOLE
Ma l'antinomia fra inflazione e recessione, rischia di essere più ruvida del previsto. L'atterraggio morbido dell'economia in fase di rientro dal carovita a due cifre è più che mai un miraggio. «La speranza che la Federal Reserve possa smettere di aumentare i tassi in tempi brevi è stata dissipata da una serie di commenti da falco da parte dei componenti del comitato per la fissazione dei tassi», scrive nel Weekly market outlook Steven Bell, capo economista della Columbia Threadneedle Investments, guru indiscusso della materia.
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«La forte e persistente inflazione nei salari e negli affitti negli Stati Uniti», aggiunge, «significa che l'obiettivo della Fed di un carovita al 2% è ancora fuori portata, a meno che non si verifichi una recessione».
Per Lou Crandall, capo economista di Wrightson Icap, a Jackson Hole «il messaggio centrale sarà l'ostinata determinazione della Fed a ridurre l'inflazione, anche se sanno di correre rischi sostanziali di una prospettiva di crescita a breve termine più debole di quanto vorrebbero». Sulla stessa lunghezza d'onda, Steve Englander, strategist di Standard Charter: «Powell dirà che la Fed dovrà rialzare i tassi quanto serve e per tutto il tempo necessario».
PROSPETTIVE CUPE
INFLAZIONE NEGLI USA
La prospettiva di una recessione persistente è così concreta che pure Draghi, nel discorso di ieri al Meeting di Rimini, ha messo le mani avanti nei confronti dell'Europa: «Le regole di bilancio della Ue non sono più efficaci in caso di recessione». Semmai la vera sorpresa di Jackson Hole potrebbe arrivare dalla Bce.
«Nelle ultime settimane i banchieri dell'Eurosistema sono stati molto silenziosi», segnala John Plassard, direttore investimenti del gruppo Mirabaud, «sempre più spesso si chiede a Christine Lagarde di diventare ancora più falco, adesso che Mario Draghi è alla guida di un governo dimissionario.
RECESSIONE ITALIA
Inoltre, se Eurolandia dovesse entrare in recessione prima della fine dell'anno, è probabile che la Bce possa accelerare il ritmo dei rialzi dei tassi per avere un po' di munizioni». Da sparare. Ma qualunque messaggio possa arrivare dalle teste d'uovo della finanza mondiale, resta il dubbio che le leve che hanno a disposizione per raffreddare la corsa dei prezzi siano più che mai spuntate.
Fermare l'inflazione da prezzi e non da domanda è sempre stato un compito ai limiti dell'impossibile. L'unica certezza è che l'ulteriore rialzo dei tassi spingerà inevitabilmente le economie in recessione. Provocando la tanto temuta stagflazione: prezzi in aumento e brusca frenata delle economie.
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