1. CONTE: «ITALIA LASCIATA SOLA» VERSO IL MES SENZA CONDIZIONI POI MAXI-EMISSIONI COMUNI
Alberto Gentili e Antonio Pollio Salimbeni per “ll Messaggero”
conte gualtieri
È una settimana decisiva per la risposta finanziaria europea alla recessione in cui il continente è precipitato. La videoriunione dei capi di Stato e di governo giovedì sarà il momento della verità. La direzione presa dalla Ue viene considerata da tutti giusta con un «pacchetto» di 540 miliardi. Tuttavia non appare sufficiente. «A proposito di misure come i coronabond, la Bce è sempre stata a favore di uno strumento fiscale europeo che possa completare la politica monetaria, siamo a favore, pensiamo sia uno strumento utile, vedremo, è una decisione politica», ha indicato in una intervista il numero due Luis de Guindos.
Ci sono quattro giorni di tempo per uscire dal vago e non sarà facile perché restano le divergenze sulla questione di fondo: gli Stati devono limitarsi a usare pur in modo innovativo e flessile il bilancio Ue (posizione tedesca e dei Nordici), o devono fare il salto verso una più integrale condivisione di debito futuro per finanziare investimenti per migliaia di miliardi nei prossimi due-tre anni (posizione di Francia, Italia, Spagna e altri otto-nove paesi)?
coronavirus, il video messaggio di ursula all'italia 1
Oggi i presidenti di Commissione e Ue, Ursula von der Leyen e Charles Michel, faranno il punto della situazione. Von der Leyen - che ieri ha avuto un colloquio con Giuseppe Conte - presenterà al vertice dei 27 leader la nuova proposta di bilancio Ue considerata la leva dell'intera operazione che comprende anche l'emissione di bond comunitari. Non sono chiari né a taglia dell'operazione (si è parlato di 500 miliardi ma anche di 1500) né il meccanismo di garanzia degli Stati e neppure l'uso dei fondi raccolti (prestiti agli stati o sovvenzioni?).
charles michel
Un esempio che mostra come la condivisione dei rischi resti un nervo scoperto, è la resistenza finlandese sugli aiuti alle casse integrazioni nazionali per 100 miliardi da raccogliere con le garanzie degli stati. La vera incognita resta l'Italia. Il Financial Times ha fatto riaffiorare i dubbi per un possibile default (anche pilotato) del Paese, sostenendo che la situazione è più grave di quel che si vuol far lasciar credere. L'unica ancora di salvezza sarebbe lo scudo della Bce tramite il programma Omt. Ma per attivarlo serve aderire al Mes.
LE CONDIZIONI
Il premier Conte vuole vedere scritto «nero su bianco» al Consiglio di giovedì che non ci sarà «alcuna condizione» all'utilizzo dei 36 miliardi del Mes: «Il fondo ha una brutta fama, ricordiamoci della Grecia...». Intanto, senza più escludere l'utilizzo del Fondo, si concentra sui recovery bond proposti dal presidente francese Emanuel Macron. «Che sono l'assoluta priorità dell'Italia», spiega un ministro che segue il dossier.
Per Conte, che ha ribadito i concetti al giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung, ci sono due problemi: «Il quanto e il quando». Il quanto, perché ci sono i Paesi del Nord che non vogliono aumentare i fondi, mentre Italia, Francia, Spagna etc. chiedono che vengano indirizzati sui recovery bond non meno di 1.000-1.500 miliardi. Il quando, perché il bilancio di cui si sta parlando è quello dal 2021 al 2027 e dunque non immediatamente spendibile. «Mentre per l'Italia è indispensabile», spiegano fonti informate, «che i bond partano subito».
charles michel ursula von der leyen david sassoli christine lagarde come le ragazze di porta venezia
Per il resto, come dice anche Paolo Gentiloni l'Italia è favorevole a sostenere gli altri due punti del pacchetto varato dall'Eurogruppo: il Sure da 100 miliardi per la cassa integrazione e il piano da 240 miliardi della Bei. Per il commissario agli Affari economici, come del resto per Gualtieri, il Pd, Italia Viva, anche il Mes «è uno strumento molto utile: stiamo parlando di linee di credito vantaggiose, specie per Paesi» come l'Italia, che non hanno la tripla A (il rating sui mercati finanziari), e senza condizionalità». E Bonomi (Confindustria): «Laddove ci sono le condizioni per avere i soldi dall'Europa vanno presi».
Per provare ad ammorbidire i Nordici, Conte è tornato a dire che «l'Italia è stata lasciata sola» e ha colpito duro l'Olanda: «Ci sentiamo abbandonati proprio dai Paesi che traggono vantaggi da questa Unione come l'Olanda che fa dumping fiscale per attrarre le multinazionali e ottiene un flusso di entrate fiscali massicce, che vengono sottratte ad altri partner dell'Unione: 9 miliardi di euro ogni anno». Non è mancata una bacchettata alla Germania: «Ha un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell'Ue» e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da «freno per l'Europa». Intanto la Bce ha proposto una bad bank per gli Npl. Ma la Commissione Ue non sembra approvare.
2. CONTE : «IL MES? HA CATTIVA REPUTAZIONE»
PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI
Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
Al prossimo Consiglio europeo, la riunione che i capi di Stato o di governo terranno giovedì, la vera partita si giocherà su meccanismi come il Recovery fund proposto dalla Francia e appoggiato dall' Italia o il «piano Marshall» al quale stanno lavorando la presidente della Ue, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Soluzioni che prevedono entrambe l' emissione di titoli comuni per almeno mille miliardi di euro, garantiti dal bilancio dell' Unione (e in parte dagli Stati membri, secondo l' impostazione von der Leyen).
Bond con uguali condizioni di accesso per tutti i membri.
E che quindi potrebbero consentire all' Italia di finanziarsi a tassi più bassi rispetto all' emissione di propri titoli di Stato, raccogliendo così le ingenti risorse necessarie a far fronte alla recessione, vista l' insufficienza degli strumenti finora messi in campo dall' Europa: il programma Sure contro la disoccupazione; la liquidità garantita dalla Banca europea degli investimenti e i prestiti del Mes; il fondo salva-Stati. Tre canali dai quali potrebbero complessivamente arrivare all' Italia non più di una novantina di miliardi, senza contare che il presidente del Consiglio, pressato dai 5 Stelle, ha finora bocciato il ricorso al Mes che, da solo, di miliardi ne porterebbe 37.
klaus regling
Ma negli ultimi giorni la posizione di Giuseppe Conte sembra essersi ammorbidita.Si capirà meglio, forse, domani, quando il premier riferirà in Parlamento. A Palazzo Chigi devono essersi resi conto che, più che puntare i piedi sul no al Mes per timore che l' Italia rischi prima o poi di esporsi a una politica rigorista, conviene ragionare in una logica di «pacchetto» e tentare di portare a casa il ventaglio più ampio possibile di strumenti e, sopratutto, con tempi di erogazione rapidi. Il premier si trova tra due fuochi.
Da una parte i 5 Stelle, che con Lugi Di Maio e Alessandro Di Battista gli intimano di non firmare accordi che prevedano il Mes. Dall' altra il Pd che insiste per abbandonare posizioni pregiudiziali, come dice il sottosegretario all' Editoria, Andrea Martella: «È il momento di un fondo per la rinascita e dell' utilizzo di quello che viene chiamato Mes ma che ormai nulla ha a che fare con il Mes: stiamo parlando di 37 miliardi per l' emergenza sanitaria. Ne abbiamo molto bisogno». Dello stesso parere il presidente designato di Confindustria, Carlo Bonomi: «Laddove ci sono le condizioni per avere i soldi dall' Europa vanno presi».
GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
Con un' intervista al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung , Conte non ha sciolto i dubbi. Dopo aver insistito sugli eurobond, assicurando che «non sarà usato un solo euro dei tedeschi per pagare il debito italiano», non risponde alle ripetute domande sulla possibilità che l' Italia ponga il veto nel caso non ci siano gli eurobond. «Sono assolutamente deciso a impegnarmi non solo per il bene del mio Paese, ma per il bene dell' Europa», dice Conte. E quando il giornalista lo incalza con la richiesta di rispondere con un sì o con un no all' ipotesi del veto, se la cava così: «Lascio a lei l' interpretazione».
L' intervista conferma anche che il no al Mes del nostro Paese è meno granitico: «Il Mes ha una cattiva reputazione in Italia - dice Conte -.
di battista di maio
Non abbiamo dimenticato che ai greci sono stati imposti sacrifici ben oltre l' accettabile. Di qui la mia posizione fondamentalmente scettica.
Vediamo se la nuova linea di credito nei fatti sarà senza condizioni».
Ieri il premier ha avuto una telefonata con la presidente von der Leyen. La quale sta lavorando, con Michel, a una proposta di compromesso da presentare al Consiglio europeo: emissioni di bond comuni garantiti dal bilancio 2020-27 dell' Ue e in parte dagli Stati membri. Il problema è come far arrivare queste risorse subito.