INNOCENT OSEGHALE
“HO UCCISO PAMELA. SONO UN BOSS DELLA MAFIA NIGERIANA, TI DO 100MILA EURO SE...” – UN COMPAGNO DI CELLA RIVELA CHE INNOCENT OSEGHALE GLI HA CONFESSATO IL DELITTO DI PAMELA MASTROPIETRO: IL TESTIMONE E’ RITENUTO ATTENDIBILE DAGLI INQUIRENTI: ECCO PERCHE’ - CHI STA PAGANDO LE SPESE LEGALI DI OSEGHALE? - LA CRIMINOLOGA BRUZZONE, CONSULENTE DELLA FAMIGLIA MASTROPIETRO: “SUL BANCO DEGLI IMPUTATI AVREBBE DOVUTO ESSERCI ANCHE QUALCUN ALTRO…”
pamela mastropietro
«NON TESTIMONIERÒ PIÙ SU OSEGHALE» IL CARNEFICE DI PAMELA PUÒ CAVARSELA
Carlo Cambi per “la Verità”
Innocent Oseghale, il nigeriano di 30 anni accusato di aver ammazzato con due coltellate al fegato il 30 gennaio 2018 Pamela Mastropietro e di averne fatto a pezzi il cadavere - responsabilità questa che lui ammette - ritrovato il giorno dopo in due trolley abbandonati in una strada alla periferia di Macerata, potrebbe non essere condannato. Il principale teste di accusa, il collaboratore di giustizia Vincenzo Marino che ha fatto arrestare moltissimi 'ndranghetisti e che è stato sempre ritenuto attendibile, ha deciso di non deporre il 6 marzo prossimo alla seconda udienza del processo in corso a Macerata per l' omicidio di Pamela perché lo Stato gli ha tolto il regime di protezione.
INNOCENT OSEGHALE
L' annuncio che il collaboratore di giustizia ha deciso di non deporre è contenuto in una lettera che la moglie di Marino ha inviato a La Verità. In quattro successive occasioni il collaboratore di giustizia ha raccontato che Innocent Oshegale gli ha confessato di aver ucciso Pamela Mastropietro perché si è rifiutata di avere un rapporto sessuale a tre con lui e Lucky Desmond (altro nigeriano comparso nell' inchiesta e poi condannato solo per spaccio di droga a sei anni) minacciando di chiamare la Polizia, ha affermato che Oseghale gli ha offerto 100.000 euro per testimoniare il falso sulla morte della ragazza, ha fatto mettere a verbale che il nigeriano gli ha confermato di essere uno dei capi del Black cats, uno dei «culti» della mafia nera. Ma se Marino non ripeterà queste affermazioni in aula l' accusa contro Oseghale ne uscirà fortemente ridimensionata.
pamela mastropietro
«Sono la moglie di Vincenzo Marino», così scrive Mariagrazia (il nome è ovviamente di fantasia) a La Verità, «ormai il nome di mio marito è pubblico: è stato infatti pubblicato sui giornali nonostante vi fossero gravi motivi per temere per la nostra sicurezza.
GIALLO OSEGHALE PAMELA
Infatti siamo una famiglia allo sbaraglio da quando ci è stato negato il regime di protezione Con le dichiarazioni di mio marito sono state celebrate decine di procedimenti penali. E mio marito ha fatto condannare moltissimi boss della 'ndrangheta. Purtroppo è accaduto che a causa di un incidente capitato a mia figlia Anna (nome di fantasia, ndr) in discoteca, mio marito ha dovuto recarsi presso un locale così contravvenendo ai suoi obblighi, però più che giustificato dal soccorso che doveva dare a nostra figlia
pamela mastropietro
Nonostante questo mio marito ha continuato a collaborare con la giustizia non solo con la Dda di Catanzaro ma anche con quella di Reggio Calabria e ha contribuito all' inchiesta sulla strage di Duisburg. Posso fornirvi anche una fotografia di mio marito con il dottor Nicola Gratteri presso la direzione nazionale antimafia considerata la grande stima di cui godeva di cui consideravo godesse anche adesso da parte del procuratore Gratteri
innocent oseghale desmond lucky awelima lucky
Come non bastasse non abbiamo ora contro solo la 'ndrangheta, ma anche la mafia nigeriana. Infatti mio marito, si sa, ha incontrato da detenuto nel carcere di Ascoli Piceno Innocent Oseghale, l' assassino di Pamela Mastropietro.
pamela mastropietro
Ha ricevuto da lui in carcere confidenze molto importanti riguardo all' omicidio di Pamela. Per la precisione delle sue dichiarazioni il procuratore Giorgio (si tratta di Giovanni Giorgio, procuratore della Repubblica a Macerata, ndr) un supertestimone e molto attendibile poiché le notizie da lui fornite sull' esecuzione dell' omicidio di Pamela sono molto precise e dettagliate e soltanto l' autore del delitto poteva conoscere.
innocent oseghale e la compagna michela
Io ho partecipato a Storie Italiane (una trasmissione di Rai 1 e il giorno stesso della messa in onda Marino è stato trasferito al carcere di Ferrara lontanissimo dalla sua famiglia e dove sono detenuti potenziali affiliati alla mafia nigeriana, ndr) con la voce camuffata e di spalle fidandomi della giustizia italiana. Ora invece mi vedo ormai su tutti i giornali perché di Vincenzo Marino collaboratore di giustizia ce n' è uno solo in tutta Italia Di conseguenza anche la mia famiglia ormai è allo sbando. Io sono stata minacciata da soggetti di colore e ho denunciato i fatti alla Procura di Macerata.
PAMELA MASTROPIETRO
Non possiamo abituarci a temere per la nostra vita, per quella mia e dei miei figli soprattuttoMia figlia ha l' età più o meno di Pamela Mastropietro ed è stata identificata su un pullman da un soggetto di colore che l' ha chiamata per nome prima che mia figlia scendesse. Nessuno ci vuole dare aiuto o ascoltare. Io mi appello alla Giustizia e credo ancora nella forza della giustizia. Mio marito temendo per la nostra vita sia per la 'ndrangheta che per la mafia nigeriana ha deciso di non testimoniare in data 6 marzo 2019 dinanzi al Tribunale di Macerata. Lui sta in carcere, ma noi stiamo allo scoperto. Lancio perciò un appello allo Stato affinché possa ascoltare il mio grido di dolore e disperazione e possa pertanto provvedere ad assicurare la protezione».
INNOCENT OSEGHALE
Questa lettera della moglie di Vincenzo Marino - che già in passato ha chiesto invano il regime di protezione - ripropone un tema: quello della sottovalutazione della mafia nigeriana. È come se raccontare fatti che riguardano la malavita organizzata che è approdata in Italia anche attraverso una gestione sbagliata dell' immigrazione generasse una sorta di pregiudizio. Eppure Marino, detto Ichs o il Nano, che prima di collaborare è stato un esponente di spicco della cosca Aracri del crotonese, con le sue dichiarazioni ha consentito di fare luce sulle infiltrazioni di 'ndrangheta nel Nord e la sua testimonianza è stata decisiva nel grande processo Aemilia che un anno fa si è celebrato a Reggio Emilia.
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