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    INSETTI A TAVOLA! - MELANIA RIZZOLI A FAVORE: "SONO PROTEICI E FANNO BENE PURE ALLA SALUTE" – VITTORIO FELTRI CONTRO: "LASCIO AI FIGHETTI I BACHEROZZI. PREFERISCO MORIRE DOMANI SATOLLO DI SPAGHETTI CACIO E PEPE CHE CAMPARE A LUNGO RIEMPIENDOMI LO STOMACO DI BLATTE OSCENE"


     
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    Melania Rizzoli per Libero Quotidiano

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    L' entomofagia è praticata da due miliardi di persone nel mondo, e se a qualcuno provoca ancora disgusto l' idea di mangiare insetti, larve, bruchi, ragni e cavallette, cucinati fritti, in umido o arrosto, sappiate che tale tipo di alimentazione è nata secoli fa quale risorsa per risolvere carenze alimentari e proteiche nei paesi sottosviluppati, dove il filetto bovino era un lusso per pochi.

     

    La carne di insetti infatti eguaglia, dal punto di vista nutritivo, le carni rosse e il pollame, e se un hamburger ha più o meno 254 calorie, 21 grammi di proteine e 17 di grassi, cento grammi di termiti africane contengono la bellezza di 610 calorie, 38 grammi di proteine e 17 grammi di grassi, e se dai bruchi si potessero ricavare bistecche, queste sarebbero potenzialmente più proteiche di quelle dei manzi.

     

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    Gli insetti sono quindi una fonte proteica di tutto rispetto, a basso costo e ad altrettanto basso impatto ambientale, il loro allevamento non dipende dalla disponibilità del terreno e necessita di quantità di acqua irrisorie, e soprattutto sono facilmente ed assolutamente digeribili, perché, a differenza dei cibi ad alto contenuto di lipidi, non appesantiscono o rallentano il processo digestivo, anzi lo favoriscono come tutti gli alimenti proteici.

     

    Dal punto di vista nutrizionale o medico l' entomofagia non ha motivi per essere sconsigliata, anche se il nostro cervello, che determina l' organo del gusto (e non la lingua), ha esiliato gli insetti dagli appetiti alimentari, perché il nostro intelletto e la nostra cultura li ha relegati da secoli nell' area del disgusto, e solo l' idea di masticare un pugno di mosche cotte o crude stimola in tutti noi la nausea se non un conato di vomito. Invece pare che gli insetti siano un cibo prelibato, sia allo stato larvale che in quello adulto, ribaltando la teoria di Lèvi-Strauss che affermava che il «buono da pensare» è tale solo se «buono da mangiare» e quindi solo se utile e conveniente. È difficile perciò che il consumo di insetti si diffonda alle nostre latitudini, ma è probabile che, essendo riservato ad una nicchia di consumatori curiosi e capricciosi, il prodotto non sarà a buon mercato e resterà confinato a una cerchia ristretta in grado di spendere per togliersi lo sfizio.

     

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    Tra i componenti contenuti nel corpo, nelle zampe e nelle ali degli insetti, il più prezioso è un tesoro di vitamine e di antiossidanti, e se i vermi e le formiche hanno nell' addome una sostanza glucidica dolce simile al miele, oltre che un alto tasso di acido formico, componente essenziale dei farmaci per la memoria, quelle amazzoniche sanno di limone per l' alto contenuto di vitamina C, mentre i bachi da seta, le camole e le larve di mosca sono talmente ricche di elettroliti e di sostanze minerali, da risultare usate come terapia di supporto alimentare contro la disidratazione durante le epidemie di colera e salmonella nei paesi africani.

     

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    Gli insetti però rischiano di diventare il contrario di quel che la Fao si prefiggeva, ovvero non un cibo nutriente ed economico destinato a placare la fame di moltissimi, ma una moda per pochi, essendo già scesi in campo gli ormai immancabili chef stellati, che propongono rivisitazioni di cavallette e ragni in salsa di pesce fermentata, con aggiunta di larve di scarabeo, la cui corazza risulta ghiottissima. Nel 2012 il nostro Carlo Cracco conquistò la copertina di Wired cimentandosi con locuste brasate al vino rosso, e molte star internazionali, come ad esempio Angelina Jolie, sono state immortalate mentre divoravano ragni, vespe, bachi da seta e millepiedi, in paesi come il Giappone, la Cina, la Corea e nel sud-est asiatico, dove gli insetti fanno parte normalmente del menu. Ma noi siamo in Italia, siamo italiani e vantiamo la cucina migliore del mondo, e chi di voi avrà la voglia, il gusto e soprattutto il coraggio di umiliarla, cuocendo, masticando e ingoiando scarafaggi?

     

     

     

     

     

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    2. FANNO ORRORE NON LI VOGLIO AVERE IN TAVOLA

     

    Vittorio Feltri per Libero Quotidiano

     

    Cara Melania, tu scrivi con cognizione di causa sugli insetti a tavola e affermi che fanno bene alla salute. Sicuramente hai ragione dal punto di vista scientifico, ma a me certi manicaretti fanno schifo anche solo a parlarne. Se vedo un ragno in casa mia strillo come una bambina, sono colto da una sorta di terrore irrazionale e chiedo aiuto affinché l' ospite sgradito sia allontanato dai miei occhi.

    Gli insetti sono brutti, rivoltanti. Non li uccido personalmente perché da morti mi fanno ancora più senso che da vivi. Ma non amo averli tra i piedi.

     

    Nelle mie stanze abbondano bombolette di insetticidi. Non appena scorgo un millepiedi e similari li inondo di veleno e non demordo finché la vittima o le vittime non giacciono stecchite, affidando a mia moglie l' onere di sbatterle nel water, il luogo più idoneo ad accoglierle.

    Altro che la padella o la friggitrice. So benissimo che le tradizioni culinarie sono un fatto culturale. Mangiare un gamberetto, cioè un insetto di mare, o uno scarafaggio è solo questione di abitudine: io non ingoio né l' uno né l' altro. Figurati, trovo ributtante la fesa di vitello, immagina se posso cibarmi di formiche o bachi da seta.

     

    piatto di vermi piatto di vermi

    Masticate voi, gente evoluta, questa robaccia, tuttavia fatelo lontano da me altrimenti vi vomito in faccia e svengo sul vostro tavolo pur sapendo di non essere migliore di uno scarabeo.

    Lascio ai fighetti inseguitori di ogni moda i bacherozzi di cui fingono di essere ghiotti, se li divorino pure in quantità industriali, ma non mi vengano a dire che il benessere fisico e mentale si ricava da un piatto di pidocchi del pube in casseruola.

    Preferisco morire domani satollo di spaghetti cacio e pepe che campare a lungo riempiendomi lo stomaco di blatte oscene. Recentemente ho scritto che detesto la pizza napoletana. Non è vero. Mi smentisco volentieri. Mi abboffo mille volte di margherita piuttosto che ingurgitare un verme. I lombrichi saranno pure nutrienti, però li concedo al palato di chi ce l' ha di latta. Roba da matti. Per decenni abbiamo deplorato Pinocchio di Collodi perché ha spiaccicato sul muro il grillo parlante e un po' rompicoglioni, e ora i grilli noi ce li mastichiamo quali prelibatezze, pagandoli a prezzo d' oro. Suppongo che a Beppe Grillo si stringano le chiappe all' ipotesi di finire sotto la dentiera di Berlusconi.

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    Voglio un piatto di paccheri di Gragnano alla 'nduja e pomodoro. Fatemi digerire per favore.

    Ogni scarafone è bello a mamma sua, ma la mia bocca di nonno predilige un brodino di dado.

    Se vi piacciono le mosche vi regalo anche le mie.

    Prendetene e mangiatene tutti quante ne desiderate. Mi accontento degli gnocchi burro e salvia.

     

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