1 - SERRA DIFENDE LE DONNE SOLO SE SI CHIAMANO INNOCENZI
Giuseppe Pollicelli per “Libero quotidiano”
giulia innocenzi con maiale mascotte
Michele Serra è rimasto male nell’apprendere che Giulia Innocenzi, conduttrice su La7 di Announo, riceve insulti sui social, buona parte dei quali a sfondo sessuale. La faccenda lo ha indignato a tal punto da dedicarle, su Repubblica, l’intera Amaca di ieri. Strano che un acuto osservatore come Serra mostridi ignorare che qualunque personaggio noto viene regolarmente bersagliato da una certa quantità di contumelie. Si vede che lui è fortunato e non lo ingiuriano mai.
Ma non è questo moto di sorpresa a lasciare più interdetti, bensì il passaggio in cui Serra scrive: «È un genere di odio dal quale non è immune, sia detto non per inciso, anche il segmento più basso e più vociante del giornalismo di destra (la Innocenzi ha già potuto sperimentarne in passato la grazia polemica)».
giulia innocenzi announo
Non è chiaro a chi Serra stesse pensando: certo non a Libero, che alla Innocenzi non ha mai indirizzato alcun insulto, men che meno di natura sessuale, limitandosi semmai a rilevarne la poca confidenza con la grammatica italiana. A Serra facciamo notare che su Facebook, per esempio, esistono pagine dedicate a donne di destra con titoli villanamente sessisti quali «L’esistenza della Santanchè che offende il genere femminile» e «Chiediamo a Mara Carfagna di tornare ai calendari».
Quanto al giornalismo di sinistra, rammentiamo come Marco Travaglio abbia definito la Santanchè (a La Gabbia, il 12 settembre 2013) una «cosiddetta signora», accusandola di «starnazzare». E se per Travaglio la Santanchè starnazza, secondo Andrea Scanzi «squittisce» (Otto e mezzo).
Sandro Veronesi e Michele Serra
Come dimenticare, poi, il tweet che il 6 novembre 2014 Beatrice Borromeo ha indirizzato alla Pascale: «La Madia non leccava il gelato pretendendo davanti alla telecamera che fosse un pisello. Tu sì»? Insulti pesanti, e decisamente sessisti, pronunciati da giornalisti di sinistra. Da questi, curiosamente, Serra non è rimasto affatto turbato. Sarà mica che, sotto sotto, li condivide pure lui?
2 - L’AMACA
Michele Serra per “la Repubblica”
Devo rimproverare, molto amichevolmente, Giulia Innocenzi, conduttrice di Announo, per avere letto in diretta alcuni dei luridi insulti che le indirizzano su Internet alcune persone. Essendo una giovane donna, se ne può immaginare il tenore. È un genere di odio dal quale non è immune, sia detto non per inciso, anche il segmento più basso e più vociante del giornalismo di destra (la Innocenzi ha già potuto sperimentarne in passato la grazia polemica); ma grazie a Internet ha trovato modo di radicare e moltiplicarsi come mai prima nella storia della comunicazione verbale.
PASCALE calippo
Resto dell’idea che il silenzio più totale (o, quando serve, la polizia postale) siano la sola destinazione lecita per quegli sbocchi di violenza psicologica e di bruttura umana. Quei testi non qualificano mai il loro bersaglio; ma solamente i loro autori. Anche se possono far male, soprattutto quando si è giovani e ancora incapaci di sorprendersi di fronte all’ignoranza e alla vigliaccheria, bisogna considerarsene immuni.
FRANCESCA PASCALE NEL VIDEO O CALIPPO
Per un semplice fatto: perché lo si è davvero. Perché quelle parole non riguardano Giulia, riguardano i fantasmi paranoici di chi le ha scritte, al pari delle migliaia, decine di migliaia di opinioni-spazzatura che intasano il web. Sono parole che non aggiungono niente e non tolgono niente, cara Giulia. Non a te, non ad alcuno. Un rumore di fondo triste, sgradevole, che non merita mai menzione.
daniela santanche