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    INTER, GUARDA CHE “LU-LA” - LUKAKU ISPIRA LAUTARO, I NERAZZURRI RIFILANO TRE PERE A UNO SPEZIA MAI IN PARTITA – L'ARGENTINO SBLOCCA LA PARTITA DOPO 35 MINUTI SU ASSIST DI LUKAKU, POI CALHANOGLU E CORREA LIQUIDANO GLI OSPITI DAVANTI A PIU’ DI 70MILA SPETTATORI – GRANDE PARTITA DI DE VRIJ, INZAGHI CHIEDE UN ALTRO DIFENSORE (ACERBI)…


     
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    Filippo Conticello per gazzetta.it

     

    Nella partita del ritorno di Lukaku davanti al suo popolo, l'Inter ricorda a tutti che in questo casato adesso i sovrani sono due: contro il povero Spezia si riconnette per davvero la Lu-La ed è Lautaro, l'altro re del San Siro nerazzurro, ad aprire la partita su assist del gemello belga.

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    Nel secondo tempo Calhanoglu e Correa condiscono il punteggio, ma il 3-0 sta stretto, strettissimo ai nerazzurri, sul velluto per tutta la sera. Dimenticati i balbettii di Lecce, Inzaghi ritrova una squadra potente e con mille frecce: davanti gli attaccanti (sia i titolari che le riserve) dettano legge e dietro Handa per 90' non si sporca neanche i guanti: i liguri ci mettono del loro, sia chiaro, ma il messaggio di Simone al campionato è chiarissimo.

     

     

    PRIMO TEMPO—   All'inizio Inzaghi scioglie l'enigma a sinistra, puntando su Dimarco, il più in palla di tutti i mancini, e per il resto si affida alla formazione standard, concedendo i primi minuti da titolare del campionato a Dumfries e Dimarco. Da parte sua, il 3-5-1-1 di Gotti è troppo tenero per i nerazzurri che avanzano a ondate: Agudelo dietro a Nzola soffre di solitudine e la difesa si schiaccia costantemente, un po' alla volta fino a ridursi all'area di rigore.

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    Al povero Nikolaou il compito di fare a botte col figliol prodigo belga: i difensori di Serie A un po' alla volta stanno scoprendo quanto sia un mestiere usurante marcare Lukaku. Ma, in realtà, è tutta l'Inter a essere aggressiva e altissima: De Vrij, il più arretrato di tutta la compagnia, nella media dei primi 45' sta addirittura all'altezza del centrocampo. Dallo sfondamento sugli esterni, soprattutto a destra con Dumfries, piove una grandinata di occasioni, spesso non sfruttate.

     

    Ma a rubare gli occhi sono quei due là davanti che si cercano con la stessa insistenza di un tempo: la Lu-La è alta sul cielo da San Siro, come se una metà non se ne fosse mai andata via. E così, inevitabilmente, il gol che spezza la gara non poteva che arrivare da una combinazione della coppia reale: Lukaku l'aggiusta e Lautaro con una magnifica conclusione mancina a pelo d'erba batte Dragowski. Da altre combinazioni dentro l'area, sempre con l'aiuto del martello olandese, nascono altre possibilità: il solo Toro potrebbe farne un altro paio. Mentre l'urlo di Romelu si spezza in gola quando colpisce la traversa con una testata dopo cross tagliente di Bastoni: ennesima prova di uno strapotere fisico a volte imbarazzante del numero 90.

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    LA RIPRESA—   Nella ripresa il timido Spezia non fa niente per uscire dal guscio: la sensazione di essersi consegnati mani e piedi alla squadra più forte è evidente. Anche quando Gotti alza il baricentro e porta su la palla, gli esterni Gyasi e Reca non producono pericoli. Inzaghi, invece, si diverte con i suo i cambi di campo, da una fascia all'altra la palla trasmigra come viaggiasse su dei caccia.

     

    Lo sfondamento centrale, invece, è sempre compito dell'ariete ex Chelsea: Lukaku si vede spesso per la caparbietà nel tenere e smistare la palla. Non a caso da una sua azione cocciuta la palla arriva sul piede di Calhanoglu per il secondo gol di giornata, un destro più preciso che potente. La ricerca del primo gol di Romelu sotto la Nord finisce a vuoto perché qualche contropiede non viene sfruttato come si dovrebbe e al 65esimo Inzaghi lo toglie per dare spazio a Dzeko. E se pure il bosniaco ha avuto le sue occasioni per segnare, alla fine alla festa finisce per partecipare il quarto attaccante della rosa: il gol del 3-0 lo segna l'altro argentino, Correa, entrato al posto di Lautaro. Senza Dragowski per Gotti sarebbe stata una grandinata molto peggiore, ma la potenza offensiva dell'Inter è tremenda. E non solo perché la Lu-La si è finalmente ricomposta davvero.

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