INTER-LIVERPOOL: I GOL
Mario Sconcerti per Corriere della Sera
inter liverpool
È stata una bella partita tra due squadre che si sono rispettate a lungo, perfino troppo, per questo snaturando entrambe i loro schemi migliori. Il Liverpool ha tenuto sempre bassi i tre centrocampisti lasciando a Jota o Firmino il compito di tenere insieme i due reparti finali. L'Inter ha fatto la stessa cosa, soprattutto nel primo tempo, lasciando Brozovic molto indietro e Vidal a fare il bravissimo mediano, con l'unica corsa di Calhanoglu a cucire e inventare.
Due ottime squadre hanno cioè sacrificato metà di se stesse alla paura o al rispetto dell'altra. Il Liverpool si è scordato di aggredire per confermare la sua qualità migliore; l'Inter non ha scelto fino in fondo né la partita di gioco né un vero contropiede.
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È stata alla fine sfortunata l'Inter, non si è mai avuta una vera sensazione di inferiorità, soprattutto in apertura di secondo tempo quando parte della riverenza iniziale era ormai scomparsa. La curva della partita si è appiattita su un gol estemporaneo di Firmino, forse bello, certamente glaciale per il grande freddo portato. Poi ha segnato Salah. La partita ha assunto così la crudeltà della differenza vera, i bravi da una parte, tutti gli altri in fondo. Non è stato così, l'Inter ha giocato spesso bene ma con la convinzione di avere davanti un avversario superiore, mai incontrato.
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Non ha cercato la forza, la qualità che invece ormai conosce. Ha pensato a trovare spazio alle spalle dell'avversario, con ripartenze mai davvero convinte e non fortunate. Resta troppo vuoto tra le mani, come un'ingiustizia subìta. In realtà è qualcosa che va oltre la qualità morale del risultato. I due gol del Liverpool, proprio perché ingiustificati, danno il segno di una differenza spontanea, portata a nascere da sola.
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Il migliore è stato Calhanoglu, in partita sono stati anche Dumfries, Perisic e Vidal. È mancata l'anarchia di Barella, fondamentale contro un avversario matematico. Non è finita la doppia gara, però è mal avviata. Come nessuno meritava davvero. Forse nell'indirizzare la gara ha pesato anche la gioventù di Inzaghi. Ma come lo dico, mi pento.