Estratto dell'articolo di Daniela Mastromattei per “Libero quotidiano”
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Altro che azioni e obbligazioni, Bot o Btp, sconosciuti ai più che passano le notti in bianco per le oscillazioni dei mercati - è il momento di investire in borsa (sì), purché griffata. Che conosciamo bene e ne amiamo ogni dettaglio, ci basta un’occhiata per individuare l’originale e scovare l’imitazione.
Il lusso (bene rifugio come amano definirlo gli economisti) corre oltre il Pil, e non subisce spericolate fluttuazioni dei prezzi, al contrario degli strumenti finanziari creati per arricchire soprattutto le banche.
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il valore di una “Birkin” di Hermès è aumentato del 500% rispetto a 25 anni fa, una Chanel del 24,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ma vediamo le differenze: i prezzi in boutique possono variare da circa 2.000 euro per una borsa Balenciaga a più di 50.000 euro per alcune delle Birkin in pelle esotica più rare prodotte da Hermès. Attenzione quindi non tutte le griffe aumentano di valore con il passare degli anni. Gli esperti identificano dei criteri di base per scegliere su quale investire.
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Secondo Margherita Manfredi, capo dipartimento Fashion Vintage e Memorabilia della casa d’aste Finarte, «il modello da scegliere deve essere iconico, come possono essere la “Jackie” o la “Bamboo” per Gucci, la “Lady Dior”, la “Sella” per Dior (o la “Flap” di Chanel ndr). Sono modelli vecchissimi ma ormai sono riproposti in tante tipologie di varianti e di colori.
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Se poi vengono comprati di seconda mano gli altri elementi da valutare sono lo stato di conservazione e la garanzia di autenticità», sottolinea Manfredi intervistata da Il Post.
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Il 76% degli esperti concorda sul fatto che sono un investimento più profittevole dell’oro.
Non c’è dubbio, Hermès è il marchio più desiderato, per produrre una Kelly servono tra le 15 e le 20 ore di lavoro di artigiani altamente specializzati, che iniziano a produrre solo dopo due anni di formazione.
Tutto cominciò nel 1837 dalla manifattura di finimenti per cavalli aperta dal francese Thierry Hermès; poi la svolta 60 anni dopo, quando il figlio Charles mise in commercio il Sac Haut à Courroies, la grande borsa in cuoio destinata a contenere sella, briglie, morsi e bardature varie che presto si scoprì comoda per ospiatare una gran quantità di oggetti differenti, tutti quelli che un grande viaggiatore desidera avere con sè, ovunque nel mondo.
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DA VIAGGIO
E sono anche le borse da viaggio dell’altro marchio francese Louis Vuitton (nato nel 1854) a tenere alto il mercato come fossero opere d’arte. Si tramandano di famiglia in famiglia per finire all’asta o girare tra collezionisti e antiquari. Come ci svela Leonardo Volpini, antiquario con una galleria a Bologna e un’altra a Cortina: «Un baule Vuitton di 40 anni acquistato per 500 mila lire, oggi vale dai 30mila ai 50mila euro, dipende molto dalle condizioni […]»
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