Andrea Fantucchio per www.ottopagine.it
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Porno-ricatti sul web ad Avellino. Contattavano la vittima sul telefonino: sms e facebook. Inviavano foto osé di donne procaci e irresistibili. Poi chiedevano i soldi per comprare il silenzio: «Farai bene a pagare, o queste foto le mandiamo a tutti quelli che conosci. Iniziamo da tua moglie». Non solo, a volte si inventavano anche situazioni hard per incastrare la vittima.
Uno scenario che avrebbe fatto rabbrividire chiunque. Nelle rete ci sono finiti in molti. Ma, adesso, per i presunti colpevoli, potrebbero esserci guai giudiziari seri: il sostituto procuratore di Avellino, Fabio Massimo Del Mauro, ha chiuso le indagini a carico di una coppia di Avellino e di un ragazzo di Atripalda, hanno tutti meno di ventisei anni e sono accusati, a vario titolo, di tentata estorsione aggravata, minacce e molestie o disturbo a persone.
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Una indagine che ricostruisce diversi episodi fra il 23 febbraio del 2016 e la fine del mese successivo. Nel mirino dei presunti molestatori del web è finito anche un parroco dell'hinterland avellinese: lui però, questo almeno si legge nell'atto d'accusa, è stato solo importunato con richieste di denaro pressanti, ma senza ricatti sessuali.
E' andata peggio a un commerciante di Avellino: il suo matrimonio, dopo anni di pacifica convivenza, poteva andare in fumo. Per gli investigatori la ragazza – mentre una complice distraeva la vittima – si era fatta scattare foto osè nel negozio. Pochi minuti dopo lo smartphone del titolare aveva vibrato: guai in vista. Erano altre due persone che accusavano la vittima di aver molestato la minorenne e di essere pronti a spedire le foto alla moglie.
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Giorni prima la banda di estorsori 2.0 aveva già colpito. Un altro avellinese aveva ricevuto sul telefono numerose foto erotiche: a inviarle era stata una provocante e irresistibile ragazza, corpo sinuoso da dea, peccato fosse solo un fake. Ma tanto era bastato agli estorsori, che si nascondevano dietro quel profilo facebook, per far scattare la richiesta di denaro. Vogliamo cinquecento euro o ti facciamo saltare il matrimonio, puoi giurarci: questa la sintesi delle minacce inviate.
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Il giorno successivo, che per un curioso gioco del destino era il 14 febbraio, proprio “San Valentino”, era prevista la consegna del denaro. Che non si era concretizzata. L'uomo – messo da parte l'orgoglio – aveva deciso di denunciare tutto. Dopo alcuni mesi di indagine gli inquirenti sono arrivati a identificare gli indagati. Nei prossimi venti giorni i tre ragazzi, rappresentati dagli avvocati Loredana De Risi, Michele Fratello e in questa fase, d'ufficio, anche da Massimo Mingarelli, potranno presentare memorie difensive o chiedere di essere ascoltati dal Pm. Poi toccherà proprio al sostituto procuratore decidere se chiedere il processo.
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