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    INVITO A CENA CON PESTAGGIO – LE SCUSE DELLA ROMA DOPO L’AGGRESSIONE AI CRONISTI FUORI DAL RISTORANTE PIERLUIGI DA PARTE DI DUE BODYGUARD DEL CLUB. MA LA ROMA NE ALLONTANA SOLO UNO - IL CLUB AVEVA INVIATO ALCUNI ADDETTI ALLA SICUREZZA PER PROTEGGERE I GIOCATORI CHE SI ERANO RITROVATI (SENZA MOURINHO) A CENA. I FOTOGRAFI E I CRONISTI SONO STATI PRESI DI MIRA QUANDO HANNO CHIESTO DI… - VIDEO


     
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    VIDEO-IL PESTAGGIO DEL GIORNALISTA

    https://video.repubblica.it/edizione/roma/il-pestaggio-del-giornalista-alla-cena-dei-calciatori-della-roma/416093/417030

     

     

    Marco Juric per “la Repubblica”

     

    CENA ROMA PIERLUIGI CENA ROMA PIERLUIGI

    Dopo i fatti incresciosi di martedì sera fuori dal ristorante Pierluigi, la Roma ha preso le distanze. Uno dei due uomini della sicurezza è stato individuato grazie ad un video e segnalato dalla Roma alla società che ha in appalto il servizio di sicurezza come persona non più gradita.

     

    L'altro protagonista è invece sotto indagine interna della Società che dovrà appurare, non essendoci immagini ad inchiodarlo, responsabilità e colpe rispetto ai fatti accaduti. Ad aggravare la sua posizione è il ruolo istituzionale all'interno del Supporter Liaison Officer, cioè l'ufficio della Roma delegato ai rapporti con la tifoseria. Un dipendente della società che martedì sera avrebbe dovuto semplicemente controllare lo svolgimento di un evento pubblico. E che invece ha pensato bene di aggredire con uno schiaffo un cronista reo di svolgere il proprio lavoro. Eppure la serata era iniziata con le migliori intenzioni.

     

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    Da una parte i protagonisti del calcio, dall'altra i giornalisti a raccontare e testimoniare gli avvenimenti. Nel mezzo quelle figure cuscinetto pronte a difendere la privacy dei calciatori. Tutti attori di una piéce teatrale che va in scena ogni volta e si ripete sempre uguale. E martedì sera al ristorante Pierluigi la storia stava seguendo il solito copione, con l'arrivo dei calciatori e le facilities della sicurezza.

     

    Sorrisi e saluti per tutti, anche per i cronisti arrivati sul posto per raccontare i fatti e tranquillamente in disparte ad osservare il red carpet.

     

    Un clima disteso che ha trovato il cortocircuito alla semplice richiesta, non dovuta, di una foto della tavolata.

     

    L'istanza ha irrigidito le parti: la sicurezza netta nel negare l'immagine, i giornalisti insistenti nel poter fare il proprio lavoro. Da lì la situazione è diventata meno collaborativa. I cordoni della sicurezza si sono stretti, i cronisti si sono fatti insistenti e il clima si è scaldato.

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    Da un lato la tavolata aperta su Piazza de Ricci è stata blindata fisicamente, dall'altra alcuni cronisti hanno cercato l'escamotage. Come? Citofonando ad una palazzina adiacente, presentandosi ai proprietari di un'abitazione con affaccio sulla tavolata dei calciatori e chiedendo se fosse possibile salire.

     

    Documento alla mano si sono presentati alla porta e invitati ad entrare hanno poi scattato le foto uscite sui giornali. Motivo valido per un'aggressione? Certamente no, solo un modo non convenzionale di fare il proprio lavoro in risposta alla negazione di un diritto. Nonostante ciò una soluzione si sarebbe trovata con il semplice buon senso. Una capacità di giudizio però sconosciuta ai due sceriffi per una sera. Che hanno atteso con fare minaccioso i cronisti al portone per aggredirli ingiustificatamente. Il motivo? Non le foto, ma il video, reso poi pubblico, che ha inchiodato uno dei due aggressori.

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