Nino Luca per video.corriere.it
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«Mi piace da morire», confessa una signora dalla chioma bionda arrivata nel primo pomeriggio al Teatro Sala Umberto di Roma per cercare un biglietto per assistere ad «Ucraina, tutto quello che non ci dicono». «Sono una putiniana, nata a Belgrado», ride mentre va via senza essere riuscita ad ottenere il sospirato biglietto. Tutti i 450 posti in vendita a 25 euro si sono volatilizzati in un paio di settimane. Alessandro Orsini, professore della Luiss alle 21 in punto sale sul palco e per 50 minuti racconta la sua verità sulla guerra in Ucraina stavolta senza battibecchi e interruzioni pubblicitarie. L’ex 5 stelle Alessandro Di Battista, il suo nuovo direttore Marco Travaglio del «Fatto Quotidiano», l'ex sindaco Alemanno, l'attore Sergio Castellitto con il figlio, erano, tra gli altri, in platea ad ascoltarlo.
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Prima Orsini, elegantissimo in smoking, davanti al teatro, a pochi passi dalla sede del Pd, ha risposto al fuoco di domande dei giornalisti, ripetendo fino alla noia che non si candiderà mai. O meglio: almeno per i prossimi dieci anni perché la carriera politica e quella di studioso sono incompatibili. E lui allo studio non rinuncerà mai. Poi svela d'esser salito sul palco solo per fare delle lezioni senza essere interrotto e non per il vile denaro, come lo accusano i suoi detrattori. «Ho rinunciato a 70mila euro di ospitate in tv, circa 3-4 mila euro al giorno. E a Cartabianca ci vado gratis», ha affermato all'uscita. Applausi in sala e bis anche fuori dal teatro prima di fuggire in taxi con la moglie. «Replicherò? Livorno, Firenze, Ascoli... Adesso inizio un tour universitario».
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Da il tempo.it
Macron e Conte illuminati. Le dichiarazioni di Stoltenberg? Se vere, di una gravità inaudita. Ho un sospetto”. Ma elude e non risponde a un’insistente obiezione di Bianca Berlinguer: “Come si costringe Putin alla pace?”. Alessandro Orsini, professore di sociologia del terrorismo internazionale, in collegamento con Cartabianca, il talk di Rai3, martedì 10 maggio, ha dato una chiave di lettura diversa da quella di altri esperti geopolitici sul discorso del presidente della Federazione russa durante la grande parata militare per la Vittoria sul nazifascismo.
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“No, non penso fosse un discorso sulla difensiva. Putin non ha interesse che tutto l’Occidente di radicalizzi contro di lui, sarebbe stato un danno per la Russia utilizzare parole di minacce, morte e distruzione perché avrebbe dato ragione alla Nato – ha detto Orsini -. Quello di Putin mi è parso il tipico discorso di un capo di Stato in un momento del genere. Era rivolto più all'Occidente che al suo popolo. Aveva interesse a mostrare il volto moderato, quello che noi non descriviamo. Parlare di una distruzione dell’Europa, sarebbe stato un gravissimo errore, è stato accorto e non lo ha commesso”.
Sull’andamento della guerra in Ucraina, il professor Orsini si è mostrato cauto, mentre sul giallo delle dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky in merito a una trattativa sulla Crimea - stoppata dalla Nato per bocca del suo segretario Jens Stoltenberg - ha proposto una ricostruzione puntellata di dietrologia.
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Partendo dalla considerazione che siamo in piena disinformazione, il sociologo ha rivelato che, nonostante le sue fonti, è nell’impossibilità di capire cosa sia effettivamente successo e ha aggiunto: “Se la vicenda fosse vera, sarebbe un fatto gravissimo. Potrebbe anche essere accaduto, e sottolineo il condizionale, che veramente ci sia stata l’apertura di Zelensky, che Stoltenberg abbia fatto un passo gravissimo di chiudere mostrando il volto peggiore della Nato perché significa che vuole la guerra a tutti i costi e non vuole trattare. E poi c’è stata un’operazione ad alto livello per creare una grande confusione così da non far più capire la verità. Se le cose fossero andate così sarebbe di una gravità inaudita: Stoltenberg sta giocando con la vita di centinaia di milioni di europei”.
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Alla domanda di Bianca Berlinguer sull’assenza di negoziati e sul ruolo dell’Europa, Alessandro Orsini si è sperticato in lodi per il presidente francese: “Trovo importantissime le parole di Macron, ha detto ‘se e quando ci sarà una pace con la Russia, non dovremmo umiliare la Russia’. Sono parole molto importanti che per certi versi, con un’espressione forse impropria, ma forte, potrei definire antiamericane. E’ un messaggio a Putin: non aspettarti che noi ci comporteremo come gli Stati Uniti, non aspettarti un’Europa che ti umili. Vogliamo un’Europa che dialoghi con la Russia senza muri. Quando parla Macron mi sento rincuorato”.
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Lo studioso ha sbandierato il suo patriottismo/pacifismo/europeismo: “In Europa, ripongo le mie speranze in Macron , in Italia in Giuseppe Conte. E se domani Enrico Letta dicesse cose simili, metterei manifesti di ringraziamento dappertutto, lo ringrazierei dalla mattina alla sera. A me sta a cuore solo la pace. In questo momento gli uomini più illuminati che abbiamo sono Macron e Conte”.
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