Alessandro Di Matteo per La Stampa
di maio lezzi
Dal M5S non se ne è andata per sua scelta, è stata espulsa lo scorso febbraio per non aver votato la fiducia al governo Draghi. Ma, certo, l' ex ministra Barbara Lezzi ormai fatica a riconoscere il movimento nel quale ha militato per tanti anni. Le scuse di Luigi Di Maio all' ex sindaco Pd di Lodi non le capisce, anzi non le condivide proprio: «È un messaggio intempestivo, si rischia di dare il segnale di un abbassamento della guardia. Se lui è pentito, io non lo sono».
Quindi lei non chiede scusa a Uggetti, messo alla gogna per accuse dalle quali poi è stato assolto?
«No. Io non ho da chiedere scusa. In realtà i fatti ci raccontano che ci fu pure una confessione da parte sua: dichiarò di non essere stato proprio lineare in quella operazione.
NICOLA MORRA E BARBARA LEZZI
Ma, al di là di questo, rivendico quel coraggio del M5S di allora di accendere il faro sull' opportunità politica: qui non si tratta di giustizia, è un dato conclamato che nel nostro Paese ci sono amministratori, parlamentari, che negli anni sono stati oggetto di indagini e spesso di condanne. Nel caso di Uggetti leggeremo, c' è stata prima una condanna, poi un' assoluzione. Buon per lui per carità, ma leggeremo la sentenza».
Insomma, Di Maio sbaglia...
«Quel tipo di messaggio può essere confuso con un abbassamento della guardia. Lo trovo... intempestivo, diciamo così. In questo momento siamo in procinto di spendere molti miliardi in pochissimo tempo e certi segnali sono sbagliati. Peraltro, anche il compromesso sugli appalti non mi soddisfa, anche se devo leggere il testo definitivo. E anche sulla riforma della giustizia: c' è questa intenzione di andare a toccare la prescrizione, la legge anti-corruzione, di assoggettare la magistratura alla politica...».
NICOLA MORRA E BARBARA LEZZI
Pensa che il M5S stia accettando troppi compromessi pur di stare al governo?
«Mi auguro di no, per il Paese.
Ma quello che chiederei a Di Maio - se me lo trovassi di fronte - è: quindi durante il governo Conte I abbiamo sbagliato a chiedere la rimozione di Siri e Rixi? (rispettivamente sottosegretario e viceministro della Lega che lasciarono a causa delle indagini su di loro, ndr).
Io ritengo ancora di no. Lui si è pentito? Io no. Peraltro, non gli chiedemmo di andarsene dal Parlamento: abbiamo chiesto che lasciassero il posto al governo perché forse avevano commesso un illecito. Lo stesso vale per Lodi, c' era una probabilità che fosse stato commesso un illecito. È questa la valutazione che si deve fare».
Beh, un conto è valutare l' opportunità politica di mantenere un certo incarico pubblico di fronte a determinate accuse, altra cosa è emettere una sentenza di condanna via social network, non pensa?
«Ma se io chiedo le dimissioni di qualcuno non significa che lo sto già condannando.
Solo che per ottenere le dimissioni spesso bisogna chiedere con forza. Spesso il fatto di ritrovarsi di fronte a un muro di gomma fa alzare i toni.
Io dico: non dobbiamo condannare nessuno, ma la valutazione politica in questi casi è sacrosanta, si deve fare».
Invece Di Maio ora definisce un «imbarbarimento del dibattito» le campagne contro gli indagati, e ricorda che anche Virginia Raggi ha fatto le spese di questa pratica. È una mutazione genetica del Movimento?
grillo di battista lezzi
«Non si possono paragonare le questioni, Virginia Raggi è stata vittima di attacchi violenti per le sue scelte politiche - giuste! - non per le vicende giudiziarie. Sicuramente quello di Di Maio è un cambio deciso, significativo.
Noi ci siamo caratterizzati per il rigore in questi anni. Rispetto il loro cambio di veduta, ma non lo condivido. I nostri eroi sono Falcone e Borsellino: se sfiliamo il 23 maggio e il 19 luglio (le date in cui vennero assassinati, ndr) dobbiamo fare nostro il loro insegnamento e non renderlo vano.
Non devo giudicare io se queste parole di Di Maio sono un' evoluzione o no. Lo giudicheranno gli elettori».
CONTE LEZZI toninelli lezzi