Estratto dell'intervista di Stefano Agresti a Lotito per la Gazzetta dello Sport
claudio lotito
Un’intervista con Claudio Lotito è sempre una piccola avventura tra telefoni che squillano (e ai quali risponde, sempre), toni della voce che si alzano, risposte che vanno dove vuole lui. E’ così da quando è presidente della Lazio, diciannove anni fa, e ora ai mille impegni ha aggiunto quello di senatore.
Presidente Lotito, la Lazio comincia la stagione dopo il 2° posto in campionato. Finora è rimasta com’era: zero acquisti, zero cessioni. Che segnale è?
«E’ il segnale che ho avuto tante cose da fare, anche la campagna elettorale in Molise. Adesso mi sto dedicando agli affari della squadra. Ho le idee chiare».
aurelio de laurentiis festeggia il compleanno prima della finale di coppa italia 7
Quali sono queste idee?
«La Lazio verrà rinforzata: cominciamo da qui. Arriveranno elementi funzionali per aumentare la competitività del gruppo, avremo una rosa più larga. Sappiamo quello che dobbiamo fare, ne abbiamo parlato».
Anche con Sarri, ovviamente.
«Certo, ci mancherebbe. Poi è chiaro che nella Lazio decido io e firmo io. Ho una rosa di nomi per ogni ruolo che dobbiamo coprire, con varie alternative. Sceglierò chi prendere, ma su una questione non ci sono dubbi: i giocatori arriveranno, come sempre. Sa quanti ne ho presi l’anno scorso? Quattordici. Sono pochi?».
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Quanto è stato importante Sarri?
LOTITO DORME DURANTE LA RIUNIONE DEL GRUPPO DI FORZA ITALIA AL SENATO
«Sarri è il direttore d’orchestra, e il direttore d’orchestra conta tanto: se lui sbaglia, ognuno suona per conto proprio. Parlavo di armonia: è lui che la dà. Certi risultati si raggiungono solo con lo sforzo di tutte le componenti: allenatore, giocatori, società, staff medico».
Se l’allenatore dirige l’orchestra, il presidente cosa fa?
«Prende le decisioni, sceglie».
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Significa che non venderà nemmeno Milinkovic-Savic?
claudio lotito foto mezzelani gmt 014
«Io non lo cederei, anzi sto cercando di rinnovargli il contratto.Ma un contratto è l’incontro della volontà di tutte le parti... Di sicuro la Lazio per comprare non ha bisogno di vendere (tipo Roma e Inter, ndr). E questo è importante: non tutti possono farlo, anzi... Se a noi verrà meno un giocatore, non accadrà perché dobbiamo fare soldi». E perché, allora?
«Contano le scelte tecniche, le decisioni personali, i rapporti. Poi, se uno se ne vuole andare, io non lo tengo».
Milinkovic-Savic le ha detto che se ne vuole andare?
«A me no, non lo ha detto. Sta con noi da otto anni, sono tanti.
Sa che a settembre la Lazio ha pagato gli stipendi di gennaio?
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Dico: a settembre gli stipendi di gennaio. Nessuna società non in Italia, ma al mondo ha fatto una cosa del genere. Perché se ne deve andare? I giocatori da noi sono contenti, hanno tutto».
Cosa intende per tutto?
«Nessuno ha un centro sportivo come il nostro a Formello, ad esempio. Me l’ha detto anche Infantino, che è stato a cena da noi. E ho creato una struttura medica straordinaria, ci sono diciassette specialisti che lavorano da noi. Il nostro dentista, per dirne una, è anche gnatologo. E poi ho il podologo... Di tutto».
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E’ passato da Milinkovic-Savic allo gnatologo. Torniamo a Sergej: è pronto anche a portarlo a scadenza di contratto? Ci rimetterebbe un po’ di soldi.
«Si dà troppa importanza al denaro, trascurando l’uomo. E’ una mentalità sbagliata. In base a queste idee, un medico che prende duemila euro a visita è un fenomeno perché costa tanto. E quelli che vanno a fare i missionari in Africa senza prendere un soldo cosa sono, cretini?».
Quanto le è dispiaciuto che Tare se ne sia andato?
«Sul piano personale moltissimo. E’ stato diciotto anni con noi. Mi ha chiamato mentre ero in Molise: presidente, ho deciso di lasciare la Lazio nonostante abbia per lei riconoscenza, stima, affetto. Che cosa dovevo dirgli?».
Ora chi individua i giocatori da prendere?
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«Ho in fase di ultimazione un centro scouting con otto postazioni, con tante persone che lavorano».
Le forniscono informazioni sui calciatori che scoprono in giro per il mondo?
«Mi mettono nelle condizioni di vederli e poi sceglierli. Come faccio a decidere chi prendere se non lo vedo? E io non ho certo il tempo per andare in giro negli stadi a seguire le partite».
Si affida anche lei agli algoritmi per selezionare i giocatori?
«Noi siamo tradizionalisti, non avveniristici. In un calciatore si trascura una componente essenziale: l’individuo. Cosa ne sa un algoritmo dei valori umani di un atleta? Può pesare le prestazioni, forse, non il carattere».
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Quanti calciatori studiate?
«Di giocatori ce ne sono tantissimi. Come di allenatori, di ds. Solo di presidenti ce ne sono pochi. E italiani ancora meno».
E’ vero che sta cercando di prendere Berardi?
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«Non rispondo a domande di mercato. Si ricordi, però: io non vendo sogni ma solide realtà. Gli obiettivi si centrano, non si annunciano».
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CLAUDIO LOTITO DORME DURANTE LAZIO ATALANTA rissa cairo lotito
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