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    “IO RACCOMANDATO? HO QUARANT’ANNI DI CARRIERA ALLE SPALLE” – PINO INSEGNO E IL RITORNO IN RAI PROPRIO ORA CHE GIORGIA MELONI È PREMIER: “CI CONOSCIAMO DA 20 ANNI. LA MIA VISITA A PALAZZO CHIGI? NON CI SONO ANDATO PER PARLARE DI RAI, LEI CON IL MIO RITORNO NON C’ENTRA. SONO ARRIVATE AI VERTICI PERSONE CHE MI APPREZZAVANO IN TEMPI NON SOSPETTI, DA ROBERTO SERGIO A ANGELO MELLONE A MARCELLO CIANNAMEA. LA GATTA NERA? MAI AVUTO IL POTERE DI CACCIARE O DI SCEGLIERE…”


     
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    Estratto dell’articolo di Silvia Fumarola per “la Repubblica”

     

    pino insegno giorgia meloni pino insegno giorgia meloni

    Pino Insegno è nel camerino degli studi Rai della Dear, pausa delle prove del Mercante in fiera […]

     

    Che effetto fa debuttare col bollino di “raccomandato dell’anno”?

    «[…] Ho 64 anni, nessuno dice che ne ho 40 di carriera alle spalle, ho fatto le prime serate su Rai 1, la domenica pomeriggio, ho girato i teatri e fatto tv con l’Allegra brigata, poi è nata la Premiata ditta, sono un attore comico, faccio il doppiatore da una vita. Queste cose il pubblico le sa. […]».

     

    pino insegno pino insegno

    È andato due volte a Palazzo Chigi a trovare Giorgia Meloni. Non c’entra col suo ritorno?

    «Mi avete massacrato. È vero che sono amico di Giorgia da 20 anni. Ma mi creda, non sono andato a Palazzo Chigi per parlare di Rai, volevo chiederle di sostenere le iniziative per aiutare i malati di Sla. […] E a Palazzo Chigi ci tornerò, voglio parlare col ministro della Pubblica istruzione Valditara per insegnare ai professori come usare la voce. Gridano in classe e sono tutti svociati, se parlassero col diaframma non avrebbero problemi».

     

    Torniamo a lei da Meloni.

    «All’uscita ho detto ai giornalisti che ero stato a Palazzo Chigi perché il caffè è buono. Ma di che stiamo parlando? Ho fatto tante cose nella vita. Non lo scriva, ma sono commendatore della Repubblica per meriti sociali, onorificenza ricevuta dal presidente Giorgio Napolitano. Certe cose le tengo per me, sono a posto con la coscienza».

     

    Come ha conosciuto la premier?

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    «Era una ragazza con una grande volontà, determinatissima. Francesco Storace mi aveva permesso di aprire accademie gratuite per i ragazzi, per me non aveva un colore politico, abbiamo sempre parlato di formazione dei giovani. La incrociai a una manifestazione. Giorgia è di Roma e della Roma, sul calcio fronti opposti. Le ricordo sempre: “Viviamo in una società multilaziale”».

     

    L’ha presentata al comizio finale della campagna elettorale.

    «Quando mi hanno chiesto: “Ti va di presentare Giorgia in Piazza del Popolo?”, ho detto subito di sì. Scelta di campo difficile perché sapevo che sarei stato giudicato».

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    Da ragazzo era di destra?

    «Ero democristiano. Ho avuto simpatia per i repubblicani, i liberali, come sono stato vicino a Renato Nicolini, che era comunista e ha fatto cose straordinarie. Se una persona di sinistra fa una cosa bella, chi è di destra la dovrebbe abbracciare. E viceversa. Una volta c’erano La Malfa, Moro, Berlinguer, Almirante. Non c’è stato un ricambio generazionale degno. Con FdI mi sono sentito di stare vicino a un cambiamento, con la speranza che sia reale, importante».

     

    Se Meloni non c’entra col suo ritorno in Rai, chi c’entra?

    «Sono arrivate ai vertici persone che mi apprezzavano in tempi non sospetti, dall’amministratore delegato Roberto Sergio a Angelo Mellone, a Marcello Ciannamea, che è sempre venuto in teatro. Mi ha detto: “Mi piacerebbe lavorare con te”».

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    […]

     

    La polemica della Gatta nera, Ainett Stephens troppo vecchia. Poi la modella scelta, via per il fumo e arriva Miss Italia Lavinia Abate. Ha avuto voce in capitolo?

    «Con Ainett si è scatenata la polemica perché avevo detto che dopo quindici anni bisognava fare dei cambiamenti. Chiariamo: gatta nera perché porta male quella carta, se fosse stata gialla o verde sarebbe stato uguale. Il giorno della ragazza in barca con le cartine mi avete telefonato tutti, non avevo capito che fosse successo. Mai avuto il potere di cacciare o di scegliere».

    PINO INSEGNO ALL EREDITA - MEME BY IL GIORNALONE - LA STAMPA PINO INSEGNO ALL EREDITA - MEME BY IL GIORNALONE - LA STAMPA

     

    Nell’autobiografia “La vita non è un film”, ha scritto anche che ha un solo testicolo.

    «L’ho scritto perché chi è nella mia condizione deve sapere che può fare una vita normalissima, ho quattro figli».

     

    PINO C'E' - VIGNETTA BY ROLLI PINO C'E' - VIGNETTA BY ROLLI

    […]

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