Ugo Magri per la Stampa
BERLUSCONI MEME
In altri momenti il Palazzo avrebbe tremato. Se Berlusconi fosse ancora quello di una volta, la notizia che domani riunirà a casa sua i ministri, i viceministri e i sottosegretari di Forza Italia verrebbe intesa come un «allacciatevi le cinture»; vivremmo la vigilia del pranzo in un clima di grande eccitazione politica. Ma oggi il Cav è l'ombra del protagonista che fu, dunque la domenica si preannuncia tutt' altro che bestiale.
È vero: intorno al desco imbandito di Villa San Martino si farà un punto-nave alla vigilia di passaggi delicati, tra cui spicca l'esame parlamentare della manovra economica. Gli sgarbi subiti e le possibili ritorsioni saranno il piatto forte del menù. Verranno serviti in tavola tutti i rospi che gli «azzurri» hanno dovuto ingoiare mentre invece la Lega - bastonata alle elezioni e suppergiù con la stessa percentuale - ha ottenuto tutto quanto desiderava.
Aleggerà la minaccia rappresentata dal Terzo Polo, che tende la mano al governo e trova sponde nella stessa Giorgia Meloni. Sicuramente alla premier fischieranno le orecchie perché molto si parlerà di lei e di quanto si comporta male con Berlusconi. Però alla fine del pranzo ciascuno degli invitati se ne tornerà al proprio dicastero. Qualcuno più zelante provvederà a rassicurare la Meloni che, chiacchiere a parte, tutto è sotto controllo. Una volta, appunto, non sarebbe andata così. Quando si avvicinava Natale, lo scambio di auguri costituiva un evento.
BERLUSCONI NATALE
Al top della sua potenza Berlusconi adunava in un lussuoso hotel centinaia di deputati e di senatori che sgomitavano per trovargli posto accanto. Lui girava tra i tavoli, scambiava battute puntualmente destinate a tracimare sui giornali, teneva in piedi un discorso che culminava nell'immancabile barzelletta propiziatoria, quindi procedeva alla consegna dei regali. Il Cav come i tre Re Magi. Un anno distribuì a tutte le deputate delle vistose parure di anelli e orecchini con pavé di brillanti e di perle nere; coi maschietti se la cavava solitamente con un orologio d'oro, salvo un Natale sbalordirli con un tapis roulant computerizzato da 4mila euro con cui quelli, nelle sue fantasie, dovevano tenersi in forma.
SILVIO BERLUSCONI BABBO NATALE
La stagioni dei doni finì con l'inizio del declino, nel 2013. Due anni dopo cessò pure la consuetudine degli auguri con deputati e senatori per la banale ragione che, nel clima di odio tra le varie fazioni forziste, l'incontro conviviale si sarebbe trasformato in una rissa da stadio. Ma sempre intorno a Silvio restavano i fedelissimi, i «diehard» direbbero negli States, quelli su cui l'ex-premier avrebbe potuto mettere la mano sul fuoco (oltre alla famiglia e alla variopinta umanità che ad Arcore è sempre stata di casa).
La novità di questo malinconico Natale berlusconiano è che nemmeno i fedelissimi gli saranno vicini. Alcuni di quelli storici l'hanno tradito, altri si sono sentiti traditi a loro volta incominciando da quanti non sono stati ricandidati nonostante avessero dato l'anima al Capo.
SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI NEL 2011
Quelli ancora leali sono praticamente tutti al governo o presidiano posizioni chiave nei gruppi parlamentari, con la prospettiva di restarci il più a lungo possibile perché chissà se potrà esserci un bis. Se domani Antonio Tajani, Anna Maria Bernini, Elisabetta Casellati, Paolo Zangrillo, Gilberto Pichetto Fratin e poi Valentino Valentini (proprio ieri diventato vice-ministro) e Giorgio Mulè e Francesco Paolo Sisto e la mancata ministra diventata capogruppo in Senato, Licia Ronzulli, andranno a trovarlo non è per segare il ramo su cui sono seduti, ma per amicizia, per vera riconoscenza, per sincero affetto nei confronti del padrone di casa. Un modo per farlo sentire, a 86 anni suonati, ancora al centro dell'attenzione nonostante le uscite su Putin e sulla Russia lo abbiano reso «unpalatable», cioè impresentabile perfino nel Ppe, dove puntano tutto su Tajani. Domani vorranno dargli l'illusione impagabile di poter ancora fare e disfare i governi, anche se non è più vero da un pezzo. Poi ad Arcore si spegneranno le luci, e Silvio resterà solo. Passerà Natale in famiglia, come tutti i nonni di questo mondo.
SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI - 2008 SILVIO BERLUSCONI BABBO NATALE natale in casa berlusconi BERLUSCONI CENA DI NATALE DEL MONZA
natale in casa berlusconi natale in casa berlusconi