Da tgsky24.it
kavanaugh
Il Senato americano, attualmente controllato dai repubblicani, ha approvato con un voto procedurale la chiusura del dibattito sulla nomina del giudice Brett Kavanaugh alla Corte suprema. Il voto finale per la sua conferma è previsto per domani, 6 ottobre, ed è appeso alla decisione di tre senatori ancora incerti, di cui due repubblicani. Oggi i repubblicani hanno perso il voto della senatrice Lisa Murkowski, ma hanno incassato quello del dem Joe Manchin.
Prima del voto, dal Wall Street Journal, lo stesso Kavanaugh ha ribadito il suo impegno a essere un giudice “indipendente” e “imparziale”, ma ammette di essere stato “emotivo” durante la sua testimonianza in Senato. Il giudice, nominato da Donald Trump, è stato accusato da tre donne di molestie sessuali. Il presidente ha esultato su Twitter per il sì del Senato: "Sono molto orgoglioso", ha twittato.
Questione di numeri
AMY SCHUMER ED EMILY RATAJKOVSKY ARRESTATE NELLE PROTESTE CONTRO KAVANAUGH
La mozione è stata approvata con 51 favorevoli e 49 contrari. Nel voto finale previsto per domani i repubblicani, che controllano il Senato con 51 seggi contro 49, possono permettersi di perdere solo 1 voto. Lisa Murkovski dovrebbe confermare la sua opposizione, essendosi opposta anche al voto procedurale di chiusura del dibattito, anche se ha dichiarato di non aver ancora preso una decisione. Un altro senatore del Grand old party (Gop) non ha ancora sciolto le riserve: il voto di Susan Collins, che ha appoggiato il voto procedurale, resta incerto.
brett kavanaugh
Al contrario, il senatore repubblicano Jeff Flake, in precedenza tra gli indecisi, ha annunciato che voterà sì alla conferma del giudice "a meno che non ci siano grandi cambiamenti". Il senatore democratico Joe Manchin, in corsa per la rielezione in uno Stato "rosso" (il West Virginia), ha dato disco verde alla chiusura del dibattito ma questo non significa che voterà automaticamente sì alla conferma del giudice. In caso di parità (50 a 50) il voto del vicepresidente Mike Pence sarà decisivo, a favore di Kavanaugh.
Voto incerto
Il voto per la conferma di Kavanaugh potrebbe però complicarsi per via di un matrimonio. Il senatore repubblicano Steve Daines, infatti, intende partecipare sabato alle nozze della figlia in Montana, disertando quindi l'aula. In questo caso il Gop avrà bisogno che tutti gli altri senatori del partito votino a favore di Kavanaugh. Uno scenario, questo, che resta in dubbio.
Indagini Fbi, Trump: accuse "totalmente non corroborate"
Intanto ieri la Casa Bianca aveva fatto sapere di non aver trovato alcuna conferma alle accuse di aggressione sessuale nei confronti di Kavanaugh, dopo aver esaminato gli ultimi accertamenti dell'Fbi, come ha scritto il Wall Street Journal citando fonti a conoscenza del dossier. Le conclusioni della Casa Bianca potrebbero comunque essere diverse da quelle dei senatori che hanno a loro volta consultato i risultati delle indagini-lampo del Bureau. Lo stesso Donald Trump, poi, è tornato a spingere per la nomina del giudice: le accuse di aggressione sessuale, a suo avviso, sono "totalmente non corroborate".
brett kavanaugh mueller
I democratici hanno invece protestato e parlato di un’inchiesta “incompleta” e frettolosa. Sempre nella giornata di ieri, la polizia di Capitol Hill ha arrestato circa 300 persone che protestavano con un sit-in nell'atrio di un edificio del Senato, proprio contro la nomina di Kavanaugh alla Corte suprema. Mentre il Time ha deciso di dedicare a una delle accusatrici del giudice, Christine Ford, la sua copertina.
Le accuse contro il giudice per violenza sessuale
Il 27 settembre Ford aveva testimoniato davanti alla commissione Giustizia del Senato Usa, raccontando quanto accaduto nel 1982 a una festa di liceali durante la quale il giudice avrebbe tentato di violentarla. Kavanaugh ha negato, parlando di “false accuse”. Ma non è solo Ford che punta il dito contro di lui: anche Deborah Ramirez ha raccontato di esser stata molestata da Kavanaugh durante gli anni Ottanta, quando i due frequentavano l'università di Yale. Altre accuse arrivano poi da Julie Swetnick: la donna sostiene che il giudice e alcuni suoi amici, durante le scuole superiori, erano noti per cercare di stuprare ragazze ubriache. "Era molto aggressivo e un ubriacone", ha raccontato Swetnick in un'intervista televisiva.
KAVANAUGH
2. TRUMP DA’ LA COLPA A SOROS
Gabriele Carrer per la Verità
Donald Trump punta di nuovo il dito contro George Soros. E lo fa su Twitter. Secondo il presidente americano c' è il magnate dietro le proteste contro la nomina del giudice Brett Kavanaugh alla Corte suprema. «I maleducati urlatori sono professionisti pagati solo per cercare di far apparire male i senatori», ha scritto Trump con riferimento alle donne che accusano Kavanaugh di averle violentate e che hanno bloccato la scorsa settimana in un ascensore il senatore repubblicano Jeff Flake per chiedergli di non votare il candidato del presidente.
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Dopo quello che alcuni nel Partito repubblicano hanno definito un assalto e Kimberley Strassel sul Wall Street Journal un «intimidation game», Flake aveva votato sì al giudice, ma aveva contestualmente chiesto un' indagine dell' Fbi sulle accuse di tentato stupro. Indagine da cui non è emerso nulla che non fosse già a conoscenza dei senatori, lasciando così soddisfatti i due repubblicani in dubbio, Flake appunto e Susan Collins, che ieri sono stati decisivi durante il voto alla Camera alta del Congresso (finito 51 a 49) per sbloccare la situazione. Oggi si terrà il voto di conferma.
Soros sarebbe, è questa l' accusa di Trump, il finanziatore della manifestazione guidati da due volti noti: la comica Amy Schumer e la modella Emily Ratajkowski, entrambe finite con altre 300 donne in arresto.
A convincere il presidente potrebbe essere stato Breibart, giornale di riferimento della destra trumpiana che è stato diretto anche da Steve Bannon, lo stratega della campagna elettorale di Trump.
kavanaugh alla commissione giustizia
Breitbart segnalava una mail firmata da Robert Reich, segretario al Lavoro durante l' amministrazione di Bill Clinton, inviata per conto del gruppo progressista Moveon.org, che ha tra i principali donatori proprio il magnate George Soros. L' organizzazione, nata nel 1998 per difendere l' allora presidente democratico dalle accuse di Monica Lewinsky ora è tra le voci più accese della campagna Me too. Nella sua mail, Reich chiede donazioni per una campagna per fermare la nomina di Kavanaugh.
SOROS
L' ex segretario se la prende anche con l' Fbi, definendo quella sul giudice scelto da Trump «un' indagine farsa». La sinistra statunitense, infatti, è convinta che l' indagine sia stata approssimativa, non avendo gli inquirenti sentito né l' accusatrice né l' accusato.
Ma se si torna a quell' imboscata in ascensore, si ritrovano collegamenti tra le contestatrice del senatore Flake e George Soros - sempre più il grande nemico per la destra nazionalista nel mondo. Le due donne che hanno affrontato il politico erano Ana Maria Archila e Maria Gallagher, del Center for popular democracy. La prima è direttore esecutivo, la seconda una giovane attivista di questo gruppo progressista che ha tra i principali finanziatori la Open society foundations, cioè l' organizzazione di George Soros.
KAVANAUGH CON LA MOGLIE A FOX NEWS