Cesare Giuzzi per il Corriere della Sera - Estratti
cristiano iovino
La rissa con Fedez nel privé del locale, le minacce e poi la misteriosa aggressione con ultrà del Milan che massacrano a mani nude in strada il personal trainer dei vip Cristiano Iovino e fuggono. Il tutto con la vittima che non denuncia, anche dopo essere stata sentita dagli investigatori. C’è di tutto nella folle notte milanese del finesettimana tra il 21 e il 22 aprile. Una storia su cui adesso si sono accesi i fari della Procura di Milano che sospetta un agguato su commissione e molto altro.
Per il momento la voce circola, con tanto di retroscena, nei gossip delle notti milanesi.
Nonostante un iniziale tentativo di smentita via social.
fedez
I fatti (accertati) partono dalle 3.30 di lunedì notte, 22 aprile. I guardiani di un palazzo di via Traiano, vicino a Citylife, assistono a un violento pestaggio in strada. Vedono scendere 8-9 ragazzi da un van («tutti grossi e vestiti di nero») e accanirsi su una sola persona. L’azione è fulminea.
A terra resta Cristiano Iovino, personal trainer romano 37enne, balzato all’onore del gossip per un caffè preso in compagnia di Ilary Blasi dopo la separazione da Totti. Quando arriva l’ambulanza lui rifiuta il trasporto in ospedale, accetta solo di farsi medicare sul posto. Pochi minuti e in via Traiano arrivano anche gli equipaggi del pronto intervento dei carabinieri. Iovino sembra terrorizzato, è reticente, dice di non conoscere nessuno e di non sapere perché il gruppo si sia accanito su di lui. Ai carabinieri dice di non voler sporgere denuncia.
E senza una querela, con le nuove norme, non può esserci indagine dei magistrati.
cristiano iovino
La storia però non convince per nulla gli investigatori. E anzi, quel pestaggio viene messo in relazione con quanto successo poche ore prima in una delle discoteche più note di Brera, il «The Club» di Largo La Foppa.
Il confronto con i filmati delle telecamere e il racconto della security confermano l’intuzione di chi indaga. Dentro c’è stata una rissa furibonda che ha coinvolto Iovino (insieme ad alcuni amici) e il più social dei rapper: Federico Leonardo Lucia, 34 anni, in arte Fedez, fresco di crisi con la moglie Chiara Ferragni. Si dice che tutto sia partito da un apprezzamento poco gradito a una ragazza che era in compagnia del cantante. Il resto lo avrebbe fatto anche l’alcol.
fedez
Il giorno dopo, sempre via social, inizia a circolare il gossip di una rissa nel privé del locale tra Fedez, insieme all’amico Jack Vanore, ex protagonista di Uomini e Donne , e un gruppo di 6-7 ragazzi.
I racconti parlano di calci, pugni, lancio di bicchieri e vetri rotti: «Roba da film americano». Poche ore e Vanore si fa vivo sui social smentendo categoricamente un suo coinvolgimento. La storia, almeno sul lato gossipparo, sembra finita lì. Una delle tante che circolano sull’obiettivo numero uno dei paparazzi in quei giorni. In Procura però l’analisi dei video rivela ben altro. La rissa tra Fedez e Iovino è davvero avvenuta e in compagnia del cantante ci sarebbero stati anche diversi ultrà del Milan.
cristiano iovino
Nomi pesanti della Curva sud rossonera. (...)
Il pm Michela Bordieri ha aperto un fascicolo per rissa e lesioni, in attesa di una eventuale querela di Iovino (ha 90 giorni di tempo). Al momento non emergono elementi che colleghino direttamente il pestaggio e gli ultrà che accompagnavano Fedez. Di sicuro — questo è accertato — lui in via Traiano non c’era. Già un mese prima, in occasione di un’altra lite fuori da un locale milanese con il cantante Naska, Fedez era in compagnia di noti ultrà rossoneri che da tempo lo accompagnerebbero a mo’ di bodyguard.
tifosi del milan
Dopo la prima rissa nel privé, culminata nella cacciata del personal trainer dal locale, Iovino e Fedez avrebbero avuto uno scambio di messaggi per un incontro riparatore. Nel frattempo Iovino, grande tifoso laziale, avrebbe chiesto aiuto ad alcuni ultrà biancocelesti a Roma per avere il supporto degli «amici» interisti visto il gemellaggio che lega le due tifoserie, segno che avrebbe riconosciuto ultrà rossoneri nel gruppo. Anche se sembra che nessuno sia arrivato, o abbia fatto in tempo a farlo, in suo soccorso.
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