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    NON SI SCHERZA CON L’AYATOLLAH: I LEADER DELLA RIVOLTA DELLA BENZINA IN IRAN SARANNO IMPICCATI! IL CRIMINE CHE VERRÀ CONTESTATO AI MANIFESTANTI È QUELLO DI “BAGHI”, CIOÈ RIVOLTA ARMATA CONTRO I PRINCÌPI DELLA REPUBBLICA ISLAMICA - LA POLIZIA SPARA A VISTA E PER FERMARE LE MANIFESTAZIONI TEHERAN HA OSCURATO INTERNET. LA GENTE SCENDEVA IN PIAZZA GRAZIE ALL’APP WAZE (CHE, IRONIA DELLA SORTE, È NATA IN ISRAELE) – VIDEO


     
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    IRAN: MEDIA, I LEADER DELLA PROTESTA SARANNO IMPICCATI

    (ANSA) - I leader delle violente proteste contro il rincaro della benzina in corso dal fine settimana in Iran verranno impiccati. Lo sostiene il quotidiano conservatore Kayhan, molto vicino alla Guida suprema Ali Khamenei, citando fonti giudiziarie, secondo cui i dimostranti sarebbero stati pagati per "creare il caos".

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    Il crimine che verrà contestato ai manifestanti, sottolinea il giornale, è quello di 'Baghi', cioè rivolta armata contro le autorità e i principi del sistema della Repubblica islamica. "Un gruppo di leader dei disordini, che sono stati recentemente arrestati, ha confessato di essere stato incaricato di creare il caos e danneggiare e incendiare le proprietà pubbliche e avevano armi, coltelli e maschere. I colpevoli hanno anche detto di aver ricevuto in cambio denaro e la garanzia di poter lasciare il Paese se fossero stati identificati", aggiunge Kayhan.

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    IRAN: ONU, PREOCCUPATI DA ALTO NUMERO DI VITTIME

    (ANSA) - L'Alto commissariato dell'Onu per i diritti umani è "particolarmente allarmato dal fatto che l'uso di proiettili veri" da parte delle forze di sicurezza contro i manifestanti "avrebbe provocato un numero significativo di morti" nelle proteste scoppiate lo scorso fine settimana contro il rincaro della benzina in Iran. Lo ha dichiarato il portavoce dell'organizzazione, Rupert Colville, sottolineando che le vittime tra i manifestanti sarebbero "decine" secondo "media iraniani e altre fonti".

     

    TEHERAN OSCURA INTERNET PER FRENARE LA RIVOLTA DELLA BENZINA

    Vincenzo Nigro per “la Repubblica”

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    khamenei khamenei

    Per fermare la "rivolta della benzina", il governo iraniano ha fatto immediatamente una cosa: ha staccato Internet. Iniziata venerdì scorso per il raddoppio del prezzo del carburante, la protesta era in incubazione da mesi: le condizioni economiche con le sanzioni americane hanno portato all' esasperazione buona pare della popolazione. In questi anni i dirigenti iraniani hanno seguito le proteste esplose ovunque nel mondo, innanzitutto le "primavere arabe".

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    distributore di benzina bruciato in iran dai manifestanti distributore di benzina bruciato in iran dai manifestanti

    Per cui da venerdì hanno agito rapidamente: bloccando di fatto Internet hanno scollegato i social media su cui gli iraniani leggono le notizie e si scambiano informazioni in tempo reale. Hanno provato per il momento a prosciugare il fiume di informazioni che alimenta ogni ribellione. Le notizie sugli scontri, sulle convocazioni per nuove manifestazioni, le informazioni sui morti circolano lo stesso, ma con enorme ritardo. Così il presidente Rouhani e la guida suprema Alì Khamenei sperano di evitare che la protesta continui a diffondersi, a propagarsi come nel dicembre 2017.

     

    la sede della banca pasargad bruciata la sede della banca pasargad bruciata KHAMENEI SU INSTAGRAM KHAMENEI SU INSTAGRAM

    Stavolta però il blocco di Internet avrà ripercussioni non secondarie. In pochi anni, in alcuni casi pochi mesi, l' Iran ha fatto un incredibile balzo in avanti nella digitalizzazione. Soprattutto nel settore del commercio. A Teheran si gira in taxi grazie a Snapp, la Uber iraniana: 100.000 autisti sono registrati sulla piattaforma, ci sono 1.200.000 corse al giorno, soprattutto a Teheran dove la app iniziò il suo lavoro nel 2016 con 100 corse al giorno. Snapp Iran ha bisogno che funzioni Internet, così come Waze, la app che gli iraniani hanno copiato per il traffico. Un servizio che in una megalopoli da 10 milioni di persone è essenziale come l' ossigeno.

    IL NAVIGATORE GPS WAZE IL NAVIGATORE GPS WAZE

     

    BAMBINA CON FOTO DI KHAMENEI BAMBINA CON FOTO DI KHAMENEI

    Altra applicazione limitata in queste ore è Digikala: è un clone iraniano di Amazon, simile anche nell' efficienza. Con una differenza: Digikala è diventata una sorta di servizio sociale offerto alla popolazione di Teheran. I due fratelli gemelli che l' hanno fondata nel 2007, Hamid e Saed Mohammadi, all' inizio hanno dovuto pagare l' ostilità delle autorità. Poi i capi e capetti del regime hanno capito che Digikala è un sostegno dal settore privato al miglioramento delle condizioni di vita. Capace di consegnare pacchi nel 90% del Paese, di recapitare la spesa a casa in 3 ore a Teheran.

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    Altro servizio bloccato in queste ore è Alopeyk, i tassisti in motocicletta popolarissimi in Iran, e che a Teheran - anche loro - consegnano cibi cotti e la spesa alimentare oltre a portare le persone. Con Alopeyk e Snapp i cittadini, e soprattutto le donne, riescono a chiamare taxi privati più sicuri sull' identità e sul comportamento di uno dei 600 mila autisti registrati in tutto il Paese.

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    Tutto questo al momento è fermo o rallentato.

     

    La rivolta è stata innescata dal prezzo della benzina, ma la ragione è nella recessione prodotta dalle sanzioni Usa. Quest' anno il Pil è crollato del 9,1%, economisti che lavorano all' Fmi dicono che "le condizioni economiche sono simili a quelle durante la guerra Iran-Iraq". Il Paese esportava 2.400 milioni di barili al giorno: adesso sono 2/300 mila, quasi nulla viene più esportato proprio per le sanzioni minacciate dagli Usa a chi compra petrolio iraniano.

    il generale gholam reza soleimani il generale gholam reza soleimani

     

    HASSAN ROUHANI HASSAN ROUHANI

    Siccome la crisi si vedeva da lontano, e una rivolta c' era già stata nel 2017, la polizia e i "basiji" si sono fatti trovare pronti. Hanno subito chiuso Internet, e anche per questo nessuno sa per davvero come stanno andando le cose. Ieri le notizie arrivate col telefono parlano di decine di morti in tutto il paese, nelle città delle regioni più sperdute. Un bilancio serio per il momento però è difficile.

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