1 – GAZA: MEDIA EGITTO, C'È INTESA PRELIMINARE PER PROLUNGARE TREGUA
hamas rilascia gli ostaggi 2
(ANSA) - Il quotidiano egiziano The New Arab riferisce che è stata raggiunta un'intesa preliminare per prolungare di altri due giorni e alle stesse condizioni attualmente osservate la tregua tra Israele e Hamas, in scadenza domattina. "Con la mediazione egiziano-qatariano-americana è stato raggiunto un accordo preliminare per estendere la tregua tra la resistenza palestinese e l'esercito di occupazione israeliano per altri due giorni sotto le stesse condizioni", affermano quelle che The New Arab definisce "fonti ufficiali" del Cairo.
BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA
In un'intervista al quotidiano egiziano, una di queste fonti ha affermato che ci sono stati "contatti con gruppi a Gaza che hanno in mano prigionieri che soddisfano le condizioni per la tregua", riferendosi a donne e bambini. Funzionari israeliani hanno affermato al quotidiano Haaretz che la proposta di proroga della tregua è all'esame ma non è stata ancora confermata. Secondo fonti del quotidiano israeliano, l'accordo dipenderà dalla capacità di Hamas di rilasciare altri dieci ostaggi israeliani al giorno.
Come sottolinea il quotidiano britannico Guardian, con un minor numero di donne e bambini rimasti in prigionia, estendere la tregua potrebbe richiedere a Hamas di liberare per la prima volta almeno alcuni uomini israeliani. (ANSA).
2- GAZA: BIDEN,CONTINUARE GUERRA È DARE A HAMAS CIÒ CHE CERCA ++
JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU
(ANSA) - "Continuare sulla strada del terrore, della violenza, degli omicidi e della guerra significa dare a Hamas ciò che cerca. Non possiamo farlo": così il presidente americano Joe Biden, in un post pubblicato ieri sera sul suo account X.
"Hamas ha scatenato un attacco terroristico perché non teme altro che israeliani e palestinesi vivano fianco a fianco in pace", spiega Biden. Secondo la giornalista americana Patty Culhane, ex corrispondente alla Casa Bianca per diversi media Usa e ora reporter per il canale in lingua inglese di Al Jazeera, il messaggio mostrerebbe che qualcosa "sta leggermente cambiando" nella posizione del president americano, il quale finora non ha mai chiesto pubblicamente un cessate il fuoco duraturo nella Striscia di Gaza. "Di solito è così che, quando si tratta di Israele, i politici statunitensi cambiano sottilmente i loro messaggi attraverso i social media, attraverso fughe di notizie", afferma la Culhane.
3 - E L’AMERICA PREME SU BIBI: EVITI UN GRANDE ESODO A SUD
Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
netanyahu biden
«Quando i militari israeliani si muoveranno verso Sud, la loro operazione deve essere pianificata al massimo per evitare di portare a ulteriori significativi sfollamenti della popolazione come è accaduto nel Nord», hanno detto fonti dell’amministrazione Usa in un briefing lunedì notte con i giornalisti, spiegando che, altrimenti, i risultati «sarebbero assai più che distruttivi, sarebbero al di là delle capacità di qualsiasi rete umanitaria. Non può accadere». Questo messaggio è stato «ripetuto chiaramente e in modo rafforzato al governo israeliano» da diversi rappresentanti dell’amministrazione Usa, «dal presidente Biden in giù». «E se volete sapere qual è stata la risposta di Israele», ha aggiunto uno dei funzionari, «sono stati ricettivi. Capiscono che la campagna militare nel Sud deve essere diversa dal Nord».
È l’avvertimento più forte di Washington all’alleato dall’inizio della guerra. L’amministrazione Biden sta tentando di prolungare la tregua e lo scambio degli ostaggi, tema su cui sta negoziando il capo della Cia Bill Burns in Qatar […]
JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU
Biden, il suo consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, il segretario di Stato Antony Blinken (che questa settimana tornerà in Israele) e l’inviato per le questioni umanitarie David Satterfield sono stati al telefono con Netanyahu e i loro omologhi israeliani «ogni singola sera per lavorare su questi temi», sottolineano i funzionari.
Grazie alla tregua l’ingresso di aiuti a Gaza è aumentato, arrivando a 240 camion al giorno (ieri è atterrato il primo di tre voli militari Usa nel Sinai, carico di medicinali e abiti per l’inverno che verranno distribuiti a Gaza dall’Onu), ma l’ingresso del carburante è in particolare limitato. Gli americani affermano che gli aiuti e il carburante «non sono legati al rilascio di ostaggi» e che hanno reso chiaro che il livello deve essere mantenuto e aumentato dopo la tregua; discutono di una «fase 2» per l’ingresso di beni commerciali, con 300-400 camion al giorno e si adoperano perché vengano consegnati impianti per gli approvigionamenti idrici.
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esercito israeliano colpisce gaza
La Casa Bianca mira a introdurre quelle che vengono definite aree di «deconfliction» del Sud. È un termine militare che, da una prospettiva umanitaria, indica la «notifica di spazi, movimenti e personale umanitario ai militari, allo scopo di assicurare protezione contro gli attacchi» nel rispetto del diritto internazionale. Non si tratta, spiegano le fonti americani, delle «aree sicure descritte da Israele all’inizio della guerra»: «nessuno verrà costretto a spostarsi contro la propria volontà». Ma gli Usa propongono che Israele accetti che certe aree, incluse le strutture e i rifugi dell’Onu, non siano soggette ai combattimenti, quando l’offensiva riprenderà.
esercito israeliano sulle alture del golan al confine con la siria esercito israeliano sulle alture del golan al confine con la siria 2
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