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    ISRAELE E HAMAS HANNO RAGGIUNTO UN’INTESA SULLA “MAGGIOR PARTE” DEI TERMINI DELL’ACCORDO SUL CESSATE IL FUOCO E LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI – LA TREGUA DOVREBBE DURARE 35 GIORNI, DURANTE I QUALI SARANNO RILASCIATI TUTTI GLI OSTAGGI ISRAELIANI. IN CAMBIO, LO STATO EBRAICO LIBERERÀ I PRIGIONIERI PALESTINESI E FORNIRÀ NUOVI AIUTI A GAZA. MA HAMAS CHIEDE UN CESSATE IL FUOCO COMPLETO E IL RITIRO DEI SOLDATI ISRAELIANI DALLA STRISCIA…


     
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    benjamin netanyahu benjamin netanyahu

    HAARETZ, 'INTESA SU MAGGIOR PARTE PUNTI ACCORDO OSTAGGI'

    (ANSA) - Israele e Hamas hanno raggiunto un'intesa di base sulla maggior parte dei termini dell'accordo che riguarda il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Lo scrive Haaretz citando una fonte che ha familiarità con i negoziati. Secondo quanto previsto - scrive il portale - l'accordo durerà 35 giorni, durante i quali verranno rilasciati tutti gli ostaggi israeliani. In cambio, Israele rilascerà i prigionieri palestinesi e fornirà aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Secondo la fonte, l'unica questione irrisolta è se nell'accordo verrà dichiarato un cessate il fuoco completo, una richiesta di Hamas che Israele rifiuta.

     

    parenti degli ostaggi israeliani protestano contro netanyahu 4 parenti degli ostaggi israeliani protestano contro netanyahu 4

    La fonte di Haaretz ha aggiunto che i criteri per la liberazione dei prigionieri palestinesi sono già stati determinati, ma la loro identità è ancora in discussione. Ha poi aggiunto che "potrebbero esserci altri piccoli cambiamenti nello schema, ma il problema principale da risolvere riguarda il cessate il fuoco assoluto su cui Hamas insiste".

     

    IL PIANO AMBIZIOSO DELLA CIA PER LIBERARE GLI OSTAGGI

    Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

     

    BA-HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI BA-HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI

    E’ il momento di ricomporsi, di recuperare l’unità, di stringere i denti e di andare avanti. La politica israeliana è litigiosa per costituzione, ma dopo la tempesta di minacce e di rotture i leader del paese hanno deciso di dare un senso alla confusione. Benny Gantz, Gadi Eisenkot, Gideon Sa’ar, nessuno di loro ha un buon rapporto con Benjamin Netanyahu, ma dopo i giorni delle liti è arrivato il momento di mettere ordine.

     

    Sa’ar, che ha fatto parte del Likud e ha sfidato Benjamin Netanyahu per diventarne leader, ha detto che andare al voto sarebbe un errore. Gantz ha fatto un nuovo e urgente richiamo all’unità, senza specificare se nei confronti del premier o all’interno della società, dove le proteste si sommano, si estendono, si accavallano tra chi chiede un accordo akhshav (adesso) per salvare gli ostaggi e chi ripete imperterrito lehakhkria (vincere).

     

    BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA

    Prima tutti sapevano cosa volesse dire “vittoria”, adesso il termine si colora di vari sinonimi e per alcuni inizia ad avere un significato vuoto. [...] Mettere fine alla confusione interna è importante anche dal punto di vista dei negoziati. Gli Stati Uniti sono convinti di avere […] delle opportunità importanti e […] il segretario generale della Cia, William Burns, nei prossimi giorni verrà in Europa per incontrare i capi delle intelligence di Israele, Egitto e Qatar. Burns era stato fondamentale nel delineare il primo e unico grande accordo di fine novembre che aveva permesso la liberazione di oltre cento ostaggi e anche le speranze per questo suo viaggio sono alte […].

     

    parenti degli ostaggi israeliani protestano contro netanyahu 1 parenti degli ostaggi israeliani protestano contro netanyahu 1

    Ci sono più di centotrenta israeliani che rimangono nella Striscia nelle mani dei terroristi, le proteste delle famiglie sono grandi, dolorose, scrivono la storia di un paese che nella parola “vittoria” inizia a vedere un prezzo troppo alto da pagare.

     

    Il rapporto tra Burns e il capo del Mossad David Barnea è stato cruciale […], ha consentito anche di superare […] la freddezza tra Benjamin Netanyahu e Joe Biden. Un’altra rottura politica si è creata mercoledì quando il premier Netanyahu ha dubitato del ruolo del Qatar al tavolo dei negoziati. A Doha vive la sedicente leadership politica di Hamas, il Qatar ha finanziato il gruppo, ma finora si è rivelato un mediatore essenziale, insostituibile nonostante la sua ambiguità.

     

    Gadi Eisenkot e Benny Gantz Gadi Eisenkot e Benny Gantz

    La tentazione di Bibi di rompere con tutti preoccupa i suoi alleati e ieri è stato l’ex capo del Mossad Yossi Cohen a intervenire per definire “sconcertanti” le sue accuse al Qatar. Cohen sta entrando sempre di più in politica, ambisce a sostituire Netanyahu, finora riserva critiche puntuali, non si prende la scena e si concentra sulle questioni internazionali. Quel che preoccupa gli alleati-oppositori di Netanyahu […] e impensierisce anche gli Stati Uniti è che per non indispettire la sua maggioranza, Bibi possa arrivare a sabotare gli sforzi diplomatici che seguono la strategia chiara di isolare il più possibile Hamas: il governo israeliano è saldo fino a quando i suoi ministri estremisti non decideranno di togliere la fiducia e i loro piani per Gaza sono molto diversi da quelli condivisi dagli americani.

    parenti degli ostaggi israeliani protestano contro netanyahu 3 parenti degli ostaggi israeliani protestano contro netanyahu 3

    BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA Benny Gantz e Gadi Eisenkot Benny Gantz e Gadi Eisenkot BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA

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