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    ISRAELE NEL TUNNEL: NON SA COME STANARE I TERRORISTI – LO STATO EBRAICO È IN DIFFICOLTÀ E MEDITA DI POMPARE ACQUA DI MARE NELLA RETE SOTTERRANEA USATA DAI VERTICI DI HAMAS PER NASCONDERSI. MA L’OPZIONE, CONDIVISA CON GLI AMERICANI, È PERICOLOSA PER MOLTI MOTIVI: INNANZITUTTO PER IL DESTINO DEGLI OSTAGGI, TENUTI PRIGIONIERI PROPRIO NELLE GALLERIE SOTTERRANEE. POI C’È LA PREOCCUPAZIONE PER LE CONSEGUENZE AMBIENTALI…


     
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    i tunnel di hamas sotto gaza 7 i tunnel di hamas sotto gaza 7

    1. ISRAELE VUOLE ALLAGARE I TUNNEL DI HAMAS A GAZA CON L’ACQUA DEL MARE

    Estratto da https://www.agenzianova.com/

     

    Le Forze di difesa israeliane (Idf) starebbero valutando l’ipotesi di pompare acqua di mare nella rete di tunnel del gruppo palestinese islamista Hamas a Gaza. Lo riferisce il quotidiano statunitense “Wall Street Journal”, secondo cui cinque grandi pompe sono state montate a nord del campo profughi di Al Shati nell’ultimo mese, ciascuna in grado di pompare migliaia di metri cubi di acqua di mare nei tunnel.

     

    i tunnel di hamas sotto gaza 15 i tunnel di hamas sotto gaza 15

    Israele avrebbe informato i funzionari statunitensi del progetto già il mese scorso, precisando che erano in corso valutazioni sulla fattibilità e sull’impatto ambientale, rispetto alla necessità militare. Alcuni funzionari statunitensi hanno espresso preoccupazione per il piano mentre altri lo hanno sostenuto […].

     

    Il processo potrebbe richiedere settimane e quindi consentire ai combattenti di Hamas di evacuare, portando potenzialmente con sé gli ostaggi, chiarisce il “Wall Street Journal”, puntualizzando che non è chiaro se Israele aspetterà la restituzione di tutti gli ostaggi.

     

    truppe israeliane a gaza 6 truppe israeliane a gaza 6

    Una delle maggiori preoccupazioni riguardo a questo piano è l’impatto ambientale del pompaggio dell’acqua di mare nel terreno. L’infiltrazione dell’acqua marina nel suolo è motivo di grande preoccupazione poiché può avvelenare le falde acquifere già semisaline in profondità e renderne la superficie estremamente instabile, aggiunge il quotidiano.

     

    Ex funzionari statunitensi hanno dichiarato al “Wall Street Journal” che il piano potrebbe portare a una “condanna globale”, ma hanno ammesso che potrebbe essere uno dei pochi modi per disabilitare permanentemente i tunnel. L’Egitto aveva inondato i tunnel di Hamas con acqua di mare nel 2015, provocando lamentele da parte degli agricoltori di Rafah per aver danneggiato i loro raccolti. Di solito […] i militari utilizzano cani e robot per bonificare i tunnel, tuttavia, l’efficacia dell’allagamento dei tunnel potrebbe rivelarsi un’opzione capace di far risparmiare tempo, denaro e manodopera. […]

     

    i tunnel sotto l ospedale al shifa a gaza 1 i tunnel sotto l ospedale al shifa a gaza 1

    2. LE MOSSE DI ISRAELE VERSO IL SUD DELLA STRISCIA E IL PRIMATO TRAGICO DI QUESTA GUERRA

    Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

     

    [...] I cittadini di Gaza non possono confidare nel fatto che sia Hamas a pensare alla loro sicurezza dopo avere unito mortalmente scuole e lanciarazzi, condomini e depositi di munizioni. L’organizzazione non sposterà mai le infrastrutture militari per salvare i civili. Ai cittadini di Gaza non resta che sperare che siano gli israeliani a fare una guerra che limiti i rischi per la popolazione, così come anche gli Stati Uniti chiedono con insistenza. Finora, nonostante i tentativi, i danni non sono stati limitati.

     

    ANTONY BLINKEN BENJAMIN NETANYAHU ANTONY BLINKEN BENJAMIN NETANYAHU

    Durante la sua ultima visita la scorsa settimana, il segretario di stato Antony Blinken è venuto a informarsi su come Israele intende portare avanti la seconda fase della sua operazione a Gaza. Era giovedì, la tregua già iniziava a traballare, Hamas rinviava il momento di consegna degli ostaggi […] e all’inviato americano altro non restava che delineare assieme agli alleati come sarebbero ripresi i combattimenti. Israele ha informato che i soldati si sarebbero diretti a sud, nello stesso tempo avrebbero completato le operazioni a nord, dove ancora non controllano l’entroterra e neppure tutta Gaza City. Gli Stati Uniti hanno ribadito il loro appoggio, ma hanno chiesto di pensare ai civili.

     

    esodo palestinese da gaza 4 esodo palestinese da gaza 4

    Venerdì mattina, Hamas ha rotto la tregua […] e sperando di cogliere l’avversario di sorpresa ha ripreso a lanciare razzi. Israele, che era pronta a tornare a combattere, ha risposto. I bombardamenti sono da subito cominciati contro la parte meridionale della Striscia, dove si stima ci siano delle importanti basi di Hamas e gli stessi ostaggi rilasciati hanno raccontato di essere stati portati nella zona di Khan Younis, la seconda città più grande della Striscia di Gaza, in cui sono nati i due leader più ricercati di Hamas in questo momento: Yahya Sinwar e Mohammed Deif.

     

    i video dei terroristi di hamas che lanciano razzi i video dei terroristi di hamas che lanciano razzi

    […]  Ogni mattino, nei cieli di Gaza si vedono degli stormi, non sono uccelli, ma sono i volantini che l’esercito israeliano manda ai residenti per dire che il loro quartiere presto sarà colpito e che lo  devono evacuare. I nuovi volantini […] mostrano le mappe della Striscia divise per zone, con in grigio i quartieri che rimarranno fuori dai bombardamenti, in arancione quelli che saranno colpiti e delle frecce mostrano invece le strade da seguire per mettersi in salvo.

     

    Le precauzioni che Israele ha preso finora, tuttavia, non sono state sufficienti a mettere in salvo la popolazione, perché le vie di fuga risultano molto congestionate, di conseguenza le evacuazioni vengono rallentate e il tempo tra la notifica e la fuga si accorcia in modo pericoloso.

     

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    Durante la prima fase della guerra, quella in cui l’esercito israeliano si era concentrato soltanto nella parte settentrionale della Striscia, circa l’80 per cento della popolazione di Gaza ha lasciato la propria casa. Il nord è sempre stata la parte più popolosa della Striscia e adesso, la maggior parte dei cittadini si è spostata, aumentando quindi la densità della popolazione a sud della riserva di Wadi Gaza, che Israele ha preso come punto di riferimento per dividere in due la Striscia.

     

    razzi partono da gaza razzi partono da gaza

    Questo incremento della densità di popolazione rende le evacuazioni più complesse. Lo spostamento dei civili è tutto interno, l’Egitto finora ha permesso le evacuazioni nel suo territorio soltanto a cittadini con doppio passaporto e neppure la Giordania, in cui la componente palestinese della popolazione è molto alta, è pronta ad accogliere rifugiati. Ai civili non resta che spostarsi all’interno dello stretto territorio della Striscia, districandosi tra un bombardamento e l’altro, in un territorio che Hamas ha disseminato di strutture militari.

     

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    La regia delle evacuazioni non sta funzionando, soprattutto se si considera che Gaza è uno spazio limitato, i soldati israeliani si stanno spostando a sud e i bombardamenti sono di un’intensità che ha conosciuto pochi precedenti nella storia.

     

    […] Per Hamas le difficoltà dei civili continuano a essere percepite come una protezione, i suoi uomini continuano a nascondersi nei tunnel, da dove escono per compiere degli assalti veloci contro i soldati, e poi tornano nei sotterranei che sono concepiti più come una seconda Gaza, una città speculare a quella in superficie, che il Financial Times ha definito una rete più estesa della metropolitana di Londra – c’è da aspettarsi che gli ostaggi che hanno fatto ritorno forniranno dettagli utili a scoprire di più riguardo al mondo sotterraneo di Hamas.

     

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    Il motivo per cui Israele punta ai tunnel è perché al loro interno si nascondono i terroristi e anche le armi, tramite i cunicoli e le scale gli uomini di Hamas si spostano e sono in grado di scappare. Il concetto è che finché ci saranno i tunnel, ci sarà Hamas […]. Finora sono stati distrutti circa cinquecento tunnel.

     

    […] Il fronte diffuso in Israele e l’onnipresenza di obiettivi militari dentro alla Striscia rendono questa guerra un esperimento tragico. Non era mai accaduto che una popolazione così numerosa venisse spostata in un territorio così piccolo e senza vie di uscita. […]

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