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(di Massimo Lomonaco) (ANSA) - TEL AVIV, 28 LUG - Israele sta preparando la sua risposta all'attacco mortale dal Libano che a Mjdal Shams sul Golan ha ucciso 12 bambini e adolescenti drusi in un campo di calcio. Una prima reazione militare israeliana, con la tensione ormai alle stelle, c'è stata la notte scorsa ma non è stata sicuramente quella definitiva. A deciderne il momento e l'ampiezza è il Gabinetto di sicurezza politico convocato al complesso della difesa a Tel Aviv dal premier Benyamin Netanyahu appena sbarcato dall'aereo che lo ha riportato dagli Usa.
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Allo stesso tavolo il ministro della difesa Yoav Gallant e i vertici militari. Fonti diplomatiche a Washington e a Beirut hanno dato per "certa" la risposta anche se - hanno aggiunto - si sta lavorando "per limitare l'attacco in termini di dimensioni e luoghi, evitando le grandi città densamente popolate, inclusa Beirut".
Obiettivo è quello di non scatenare - con la contro-reazione degli Hezbollah - una guerra aperta. Intanto il capo di stato maggiore dell'Idf Herzi Halevi ha tenuto "una riunione di valutazione e di approvazione dei piani operativi per il Fronte del nord". Piani sul tavolo del Gabinetto di sicurezza che stabiliscono le modalità e le zone interessate dall'azione. Hezbollah sabato ha negato ma anche secondo la Casa Bianca dietro il razzo che ha ucciso in Golan c'è la sua responsabilità.
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E ora teme la reazione e si sta preparando: secondo fonti della sicurezza libanese ha già sguarnito alcune postazioni chiave del proprio schieramento militare nel sud del Libano e nella parte est della Valle della Bekaa. Mentre anche tutto il Libano è in allerta con una compagnia aerea che ha rinviato a lunedì l'arrivo di sei voli schedulati in serata. E il ministro degli esteri libanese Abdallah Bou Habib avrebbe chiesto agli Usa di fare pressione su Israele per limitare l'attacco.
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Il mondo intanto si muove per evitare la guerra totale con Washington che "sta lavorando a una soluzione diplomatica lungo la Blue Line" per porre "fine a tutti gli attacchi una volta per tutte e consentire ai cittadini su entrambi i lati del confine di tornare a casa in sicurezza". Anche l'Italia si è mossa con il ministro Tajani, in coordinamento con Crosetto, che sta seguendo l'evoluzione della crisi in contatto con i governi ebraico e libanese, per "evitare un'ulteriore escalation negli scontri militari nella regione. Una fase che potrebbe finire fuori controllo e provocare altri danni e lutti dolorosi in un'area colpita da un conflitto che andrebbe al contrario totalmente disinnescato".
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La notte dopo l'attacco in Golan l'aviazione israeliana - in una prima reazione al missile Falaq-1 di oltre 50 chili di derivazione iraniana - "ha colpito una serie di obiettivi terroristici di Hezbollah sia in profondità nel territorio libanese che nel sud del Libano". "Compresi - ha aggiunto il portavoce militare - i depositi di armi e le infrastrutture terroristiche nelle aree di Chabriha, Borj El Chmali, Beqaa, Kfarkela, Rab El Thalathine, Khiam e Tayr Harfa". Un raid ampio ma non ancora decisivo. Non si fermano però i lanci di razzi dal Libano, cominciati l'8 ottobre scorso in solidarietà con Hamas.
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Il giorno dopo Majdal Shams - dove si sono svolti gli strazianti funerali delle vittime e i ministri israeliani sono stati contestati - Hezbollah ha rivendicato di aver lanciato due attacchi nel nord di Israele in risposta a quelli in Libano. In soccorso degli alleati Hezbollah è sceso in campo l'Iran che ha messo in guardia sulle conseguenze di "qualsiasi nuovo avventurismo di Israele, con il pretesto di rappresaglia per gli attacchi missilistici sulle alture del Golan".
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E mentre a Roma non c'è stata nessuna svolta sull'accordo per la tregua e gli ostaggi nella riunione tra Cia, Mossad, Qatar e 007 egiziani (esaminata la nuova proposta israeliana si è rinviato, ancora una volta, a successivi colloqui), è tornato a parlare su Telegram il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh: ha indetto per il 3 agosto una giornata "nazionale e internazionale di sostegno a Gaza e ai prigionieri" sottolineando "l'importanza e la necessità di un'effettiva partecipazione popolare nazionale, araba, islamica e internazionale, e la continuità di tutte le forme di manifestazioni e marce e la loro continuazione dopo il 3 agosto, finché l'occupazione sionista non sarà costretta a fermare la sua aggressione a Gaza".
FUNERALE DELLE VITTIME DELL ATTACCO DI HEZBOLLAH NEL VILLAGGIO DRUSO DI MAJDAL SHAMS