BENJAMIN NETANYAHU
Israele si prepara ad andare alle urne e il risultato potrebbe essere uno dei governi più a destra di sempre. Domani si tengono le quinte elezioni in tre anni: le precedenti tornate elettorali si sono sempre trasformate in un referendum pro o anti-Benjamin Netanyahu. Dopo aver servito come primo ministro per oltre un decennio, un anno fa ha dovuto cedere il posto al "governo del cambiamento", guidato dal centrista Yair Lapid.
Ben Gvir 2
Secondo i sondaggi, gli scenari più probabili del dopo voto sono un nuovo stallo, con nessuna delle due coalizioni in grado di assicurarsi 61 parlamentari sui 120 della Knesset, oppure una maggioranza risicata proprio per Netanyahu. Ma nelle ultime settimane si è visto rubare decine di migliaia di potenziali elettori - da destra.
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“Dopo tanti anni, è arrivato il nostro momento". A un evento elettorale in un cinema di Gerusalemme, Itamar Ben Gvir, il nuovo volto dell'ultra-destra, galvanizza i suoi sostenitori, grazie a quelle che lui definisce posizioni senza compromessi. La lista di cui fa parte, candidata alla Knesset sotto l'ombrello del "Partito Sionista Religioso," potrebbe arrivare a prendere fino a 15 seggi, un risultato che la trasformerebbe nel terzo gruppo per numero di parlamentari dopo il Likud di Netanyahu e Yesh Atid di Lapid. In Israele i sondaggi sono famosi per la scarsa attendibilità, ma se il risultato venisse confermato si tratterebbe di un terremoto politico.
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Fino a due anni fa, Ben Gvir era considerato un paria dagli stessi partiti di destra. Il suo Otzma Yehudit ("potere ebraico") è un erede di Kach, formazione bandita dalla Knesset per le sue posizioni razziste. Lo stesso Ben Gvir è noto per aver in passato caldeggiato l'espulsione da Israele di tutti i cittadini arabi.
A consentirgli di entrare nell'arena politica dalla porta principale è stato lo stesso Netanyahu: prima delle elezioni del 2021 spinse Otzma ad allearsi con il Partito Sionista Religioso e con il gruppo omofobo Noam per aiutarli a superare la soglia di sbarramento. Ben Gvir dice di essersi "ammorbidito" negli ultimi anni e di avercela soltanto con coloro che non sono «leali allo Stato ebraico».
manifestazione di ebrei
La sua piattaforma prevede la pena di morte per i terroristi e la revisione delle regole di ingaggio dei soldati, per permettere loro di sparare contro chi tira pietre. Bibi invita gli elettori a votare Likud, ma promette ruoli di primo piano per gli alleati. Tuttavia, anche nella destra che gli è fedele, c'è chi caldeggia una coalizione senza Smotrich e Ben Gvir, magari con il supporto dell'ex capo di stato maggiore Benny Gantz, che guida il partito Unità Nazionale e già in passato ha accettato di allearsi con Netanyahu.
lancio di lacrimogeni e pietre
In giro per la campagna elettorale intanto Ben Gvir viene trattato da molti come una rock star. All'evento di Gerusalemme si notano tanti ragazzini, quasi tutti riconoscibili come membri della comunità dei nazional religiosi. Fuori dalla sala però, a ricordare come una metà di Israele - inclusi tanti ebrei osservanti - consideri Ben Gvir un personaggio inaccettabile - un gruppo di manifestanti protesta contro l'evento, sventolando cartelli "Sionisti-religiosi contro il razzismo." Un simbolo di quanto la società resti profondamente spaccata. Il che potrebbe precipitare a breve lo Stato ebraico verso nuove elezioni. Per la sesta volta.
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