ANDREA SORRENTINO per il Messaggero
ROBERTO MANCINI
Ce la potremmo cavare col fatalismo consolatorio: i rigori danno e i rigori tolgono, all'Europeo ci premiarono e alle qualificazioni Mondiali ci hanno punito, il destino era nel dischetto, amen. Oppure, avvicinandoci di più alla cruda realtà, dovremmo osservare che è bastata la Svizzera di riserva, falcidiata da assenze di rilievo fin da settembre, per rimontare l'Italia e vincere il girone che portava in Qatar, condannandoci ai playoff. Si parla degli equilibri generali del calcio internazionale, quelli veri e non presunti. Magari anche la Svizzera è ai nostri livelli, come valore complessivo del movimento.
Nell'emergenza, ha sostituito a dovere i suoi assi Xhaka, Embolo, Elvedi e Seferovic, e mentre noi pativamo le assenze di Spinazzola e Immobile ha pareggiato a Roma poi ha rifilato 4 gol ai bulgari e se ne va a giocare il suo quinto Mondiale di fila, e negli ultimi due si è comportata meglio dell'Italia: due volte agli ottavi, mentre gli azzurri una volta si sono fermati al primo turno e un'altra non c'erano proprio. Nemmeno l'Italia di Mancini era a pieno organico durante il dramma d'autunno, né lontanamente quella delle notti di Wembley per spirito, lucidità, stato di forma, a cominciare da Verratti-Jorginho-Barella che furono il cuore dell'impresa insieme a Donnarumma.
federico chiesa
PICCONATA Si è spenta la luce. L'Italia si è abbandonata, appagata dall'insperata vittoria o incredula, ed è stata pure picconata: la tirannia dei club le ha sottratto giocatori più o meno infortunati da subito, in modo a volte brusco e irridente, senza rispetto per la Nazionale, ed è successo pure prima di Belfast. Mancini ha subito troppo, o ha troppo a lungo atteso che gli eroi dell'Europeo tornassero in sé.
Ma è la storia recente del calcio di élite che ci ammonisce: non siamo più un riferimento, né una guida, non abbiamo né il campionato né i calciatori migliori, in Europa coi club non esistiamo (dal 2011 solo tre finali di coppa, perse, su 20), la Nazionale negli ultimi tre Mondiali o si è fermata subito o non ha partecipato. Questo siamo. L'Europeo è stato un magnifico miracolo sportivo, ma sui giocatori ha suggerito iperboli e stime al rialzo smentite dai fatti.
ROBERTO MANCINI
Donnarumma non è certo ancora il miglior portiere del mondo, del resto non è una congiura di pazzi a Parigi che non gli permette per ora di scavalcare Keylor Navas nelle gerarchie, e nel mentre il suo colpo d'occhio si è appannato (continuiamo a pensare che il tiro di Widmer a Roma fosse parabile). Jorginho non è un Pallone d'oro per acclamazione, è un ottimo regista che ha bisogno di una squadra rapida e aggressiva intorno, altrimenti non fa miracoli, né gol (e al Chelsea quest' anno è in flessione).
Di Federico Chiesa si è detto troppo presto che fosse uno dei migliori attaccanti europei, per ora è un'ottima ma incostante ala destra, sa fare un po' di tutto ma niente in modo eccezionale, segna alla media di 1 gol ogni 4 gare (conserviamo il sospetto che suo papà Enrico fosse assai più bravo tecnicamente).
meme jorginho italia svizzera 11
Di Insigne, a 30 anni, conosciamo i limiti quando il livello agonistico sale. Il problema, a magia dell'Europeo svanita, è che solo Verratti e Jorginho sono giocatori di alto livello internazionale e forse anche Barella, e Gigio quando si riprenderà. E nulla c'è alle spalle dei convocati per pensare a un ricambio, anche se in primavera si spera che Pellegrini e Zaniolo aggiungano tasso tecnico: per il resto tutti giocatori deboli, da squadre deboli.
Il campionato offre nulla, col suo 61% di stranieri, e l'Italia tutta è in ritardo sull'integrazione, quindi non abbiamo un apporto dai figli degli immigrati che in Francia, Inghilterra e Germania, oltre alla famigerata Svizzera, sono l'ossatura delle nazionali. La serie A ha proposto Tonali, ma tra i veti incrociati a cui il ct deve sottostare, oltre a quelli dei club, c'è stato pure quello federale: guai a sottrarlo all'Under 21.
Invece Luis Enrique ha preso Gavi, 17 anni, e gli ha fatto giocare quattro partite decisive di fila, alla faccia delle nazionali giovanili spagnole. Così conciati, riusciremo ad andare ai Mondiali? La risposta è che dipenderà da chi incontreremo, e in che momento saremo. Non possiamo più permetterci di dirci favoriti. Non siamo più la grande Italia, siamo come tanti altri. Ma potrebbe bastare, almeno si spera.
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